La Grande Muraglia di Sperlonga, alla ricerca del tesoro nascosto
Sperlonga è conosciuta come "la parete dell'old school", oggi forse un po' demodè, dove i piedi vanno usati a mestiere e a dita deboli non è concesso giocare. Ce n'è per tutti i gusti gusti però. La Parete del Chiromante e La Fascia Superiore per i nostalgici dei muri verticali, gli strapiombi del Moneta e il Pueblo per chi ama "tirare". Questi settori ospitano insieme alla più recente Grotta dell'Arenauta alcuni dei monotiri più duri e più belli dell'Italia centro-meridionale.
C'è un luogo però, che siamo qui a presentarvi, forse sconosciuto ai più dove per anni l'arrampicata è stata interdetta che offre spazio a lunghi viaggi sulla roccia. Un luogo dove il monotiro viene messo da parte per lanciarsi su splendide multipitch tutte da scoprire. Un luogo di cui già negli anni 80 i "maestri" dell'arrampicata avevano scoperto l'indubbio potenziale. Questo luogo è la Grande Muraglia, a pochi passi dagli affollati settori eppure così distante per ambiente, tranquillità e stile d'arrampicata.
Un'imponente bastionata alta più di 100 metri, suddivisa in due grandi pilastri, dalla morfologia molto varia, che va dalle placche grigie a gocce ai muri gialli verticali, fino a sezioni anche molto strapiombanti. Un luogo nascosto, silenzioso, dove solo alle onde del mare è concesso un potente ruggito nelle giornate di maltempo.
Qui corrono vecchie linee pionieristiche dimenticate di Roberto Ferrante, Fabrizio Antonioli e Massimo Frezzotti: una su tutte “Allettomania” (il primo itinerario della parete) e vie leggendarie che hanno fatto storia di Fabio Delisi, Roberto Ciato e Giovanni Bassanini: "Overture sans fine", "Sciuscia’" e "Be Bop". Itinerari avveniristici, audaci e spettacolari per l’epoca, caratterizzati da elevate difficoltà e scarsissime protezioni. Aperti sempre dal basso. All'epoca queste vie erano tra i più difficili della regione e solo oggi, tardivamente, vengono riportati alla luce e posti nella giusta e dovuta considerazione. Poi anche qui, con timidezza e parsimonia i primi spit dall'alto aprono le porte all'era moderna. Nasce "I Sultani dello swing" di Roberto Ciato, Paolo Rocca e Cristiano Delisi. Una linea perfetta, a goccia d'acqua lungo il Pilastro di Sinistra. Negli anni '90 poi, di nuovo il nulla. Un alone di silenzio e mistero avvolge questi luoghi. Un silenzio infranto solo sporadicamente da alcune apparizioni silenziose di Pierluigi Bini.
Oggi, a trent'anni di distanza dalle prime salite, l’interesse per questa meravigliosa parete è rinato soprattutto grazie all’opera di Bruno Moretti, seguito a ruota da Bruno Vitale, Paolo Bongianni e Pierluigi Bini che, accompagnati da tanti amici, hanno tracciato dal basso una grande quantità di linee, sportive ed alpinistiche, tutte meritevoli di essere salite. In questo oceano di roccia troviamo anche incastonati e sospesi due storici settori (Il Tempio e l'Anfratto) che ospitano alcuni tra i monotiri più duri della zona, la cui chiodatura risulta oggi purtroppo molto fatiscente.
Tutto questo è la Grande Muraglia; tesoro nascosto, luogo solitario, per anni dimenticato, che offre suggestivi scorci sul mare e sulle pareti circostanti. Un luogo cui non vi pentirete di aver dedicato almeno una delle vostre giornate di scalata….
Vi presentiamo tre itinerari molto diversi tra loro, per difficoltà, contesto storico e attrezzatura. Tutte e tre si snodano lungo il pilastro di sinistra della Grande Muraglia. Chiunque qui potrà trovare quindi il proprio terreno d'avventura ideale.
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SCHEDA: La grande Muraglia, Sperlonga
Bibliografia: Blue Rock 2. 900 itinierari d’arrampicata tra Sperlonga, Gaeta “classica” e dintorni
di Bruno Moretti, Tommaso Sciannella, Bruno Vitale,
Verdone Editore 2012