La falesia Rochers de Saint-Germain in Valle d'Aosta

Mario Ogliengo e Rocco Perrone, entrambi guide alpine, presentano i 'Rochers de Saint-Germain', la nuova falesia da loro valorizzata a Montjovet nella bassa Valle d'Aosta.
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La banda dei disonesti 6b, Rochers de Saint-Germain, Valle d'Aosta
archivio Mario Ogliengo / Rocco Perrone

Correva l’autunno del ’20. Un disastro. L’inverno incombeva, di muoversi verso la costa non se ne parlava proprio. Le pareti soleggiate in inverno da queste parti sono rare, difficile trovare dove scalare senza morire di freddo. La Valle è chiusa, quindi non si muore di lavoro, ma di tempo libero. Ci guardiamo intorno, cerchiamo qualche pezzo di pietra baciato dal sole a chilometri zero o giù di li, dove scorticarci un po’ le dita, dimenticare la Pandemia e riempire la fantasia. Ci restano pochi angoli da esplorare, quel che resta è poca cosa, ma se ci è riuscito il 'Giorda' a Cateissard, perché non provarci noi?

Il difficile comincia subito, un gran bel combattimento contro rovi, arbusti, reti e cavi parasassi ci vede vincitori. Riportiamo alla luce una bella mulattiera, antica di sicuro, forse anche di epoca Romana, che ci porta alla base di queste rocce. Sopra di noi si stagliano i ruderi del Castello di Saint Germain, in quel di Montjovet. Un bel Sud che regala un minimo di cinque ore di sole in pieno inverno, tutto grasso che cola, se si considera che spesso si è al riparo dei venti freddi. Sì, ma non tutto è perfetto, la pietra è molto interessante, si va dal modello super Granito al modello ‘misto griglia’ che ha richiesto molta, ma molta pulizia e molti, ma molti smadonnamenti, al modello ‘cipolla’ dove più la sfogli e più si sfoglia. Ma non dovete preoccuparvi troppo, l’impresa di pulizie MR & Co lavora sodo e se siete curiosi e vi piace la scalata un po’ tecnica anche queste rocce potrebbero regalarvi soddisfazioni. Se potessimo canalizzare le energie e il tempo trascorso a tagliare piante e cucire rocce, a soffiare lontano il terriccio che ricopre tutti gli appigli, forse ce ne sarebbe abbastanza per far viaggiare il treno che passa quotidianamente sul ponte di ferro là in fondo, senza bisogno del gasolio...

Il risultato? Oggi più di 70 tiri sono tracciati, puliti abbastanza, scalati tutti e noi siamo ‘very, very proud about our job!’. Incontriamo spesso qualcuno che scala e ci ringrazia per il nostro lavoro, vediamo magnesite sulle tacche e questo ci fa molto piacere. Questo non sarà mai un luogo di culto o di tendenza votato a tendini d’acciaio, piuttosto una contaminazione di classico e di moderno. Troverete monotiri di 40 metri placcosi ‘old fashion’ in odore di 6a, tiri corti e ditosetti, qualche diedro e qualche fessura, ma anche alcuni itinerari piuttosto duri e complessi. Mono e bitiri contendono lo spazio allo sviluppo di otto itinerari di più tiri che si sviluppano dai 70 ai 140 m, ideali per chi scala sul 6a-6b e non si accontenta dei monotiri. Essi sfruttano la fascia alta della "rocca", dove spesso si nasconde la roccia più bella.Un sentito suggerimento: alzatevi da terra, curiosare i secondi tiri, alcuni di questi possono essere concatenati con un bel viaggio di 40 metri. Ne vale la pena.

Noi continuiamo a esplorare queste crepe, anche perché tutti i momenti che passiamo a Saint Germain regalano e rafforzano delle belle amicizie.

di Mario Ogliengo e Rocco Perrone

SCHEDA: la falesia Rochers de Saint-Germain in Valle d'Aosta




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