Harder, Faster, il capolavoro di Charlie Woodburn a Black Rocks

Nel novembre del 2000 Charlie Woodburn ha effettuato la prima salita di Harder, Faster a Black Rocks in Inghilterra. Quasi 20 anni più tardi, questa rimane una delle vie di arrampicata trad più pericolose e meno ripetute della Gran Bretagna.
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Charlie Woodburn libera Harder, Faster, il suo capolavoro a Black Rocks, Inghilterra, novembre 2000
Neil Gresham

Chiunque conosce la storia dell’arrampicata sul gritstone inglese ha sentito parlare molto di Gaia a Black Rocks. Salita per la prima volta dal maestro di questa particolare roccia Johnny Dawes nel 1986, questa audace via affronta una leggera scalanatura per poi attraversare a destra verso il passaggio chiave psicologico. Sebbene Gaia sia sicuramente una delle più famose vie gradate E8 della Gran Bretagna, in realtà evita l’uscita diretta che porta in cima al masso con alcuni movimenti delicati ed un difficile ribaltamento, dove una scivolata si tramuterebbe quasi certamente in una caduta a terra…

Questa evidente, "inquietante" linea è stata salita nel novembre del 2000 da Charlie Woodburn che le ha dato il nome di Harder, Faster e l’ha gradato E9 6c, all’epoca quasi il massimo assoluto in termini di difficoltà sul gritstone. Nonostante l'attenzione di alcuni dei più forti climber Oltremanica, nei suoi quasi 20 anni la via è stata ripetuta soltanto una volta, nel 2003 dal compianto australiano Toby Benham (conosciuto anche come Lucky Chance). Come tale, la via si pone come una delle linee di arrampicata trad meno ripetute della Gran Bretagna - anche la maestosa Equilibrium di Neil Bentley è stata salita più spesso - e ciò probabilmente è dovuto al fatto che, in generale, le vie trad veramente audaci e pericolose sembrano aver perso il loro fascino. Il margine di errore è semplicemente troppo irrisorio.

Al momento della sua salita Woodburn era stato assicurato da Tim Emmett e, descrivendola dopo la sua libera, Woodburn ha dichiarato "Mentre eseguo fluidamente la sequenza dei movimenti, sono soltanto parzialmente consapevole di quello che sto facendo. I miei pensieri sono sfocati, in uno stato di obbedienza auto-indotto. Il corpo guida e la mente segue, sempre un passo indietro, sempre in uno stato di umile riconoscimento, registrando il presente mentre scorre fluidamente, inconsapevole del futuro o del passato, libero dalla selvaggia responsabilità del pensiero. La paura e il pensiero sono sinonimi e di conseguenza la parte più spaventosa della salita coincide con l'unico momento in cui la mia mente domina: la decisione di andare. La concentrazione è assoluta, l'atto di stupire forzatamente i miei sensi, permettendomi di seguire la deriva del mio corpo. Mentre arrampico, sento come se mi stessi lasciando indietro, e abbandonandomi al movimento della roccia, concentrandomi sulle sottili tensioni richieste dai movimenti, sono in grado di sfuggire all'obbligo di pensare. E questo, più di ogni altra cosa, mi dà un po' di pace."

Di seguito c’è un video d’archivio che riprende Mike Weeks mentre cerca di ripetere la via anni fa. Proprio come con Woodburn, chi gli fa sicura è Tim Emmett. Che però questa volta si trasforma in un velocista eccellente velocista…




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