Foppiano tra leggenda e realtà: il raduno boulder nel bosco incantato

Presto Foppiano vi incanterà. L'appello è rivolto a tutti i boulderisti che nel weekend dal 30 giugno al 1° luglio vorranno partecipare all'Ouverture. Ovvero alla scoperta dei 150 massi e dei 400 passaggi del bosco incantato e di quei suoi misteriosi druidi, amici dei boulderisti. Vi sembra una favola? Forse, sì. Ma di questi tempi che di storie ce ne raccontano tante – e molte né vere né belle – questa sembra essere una di quelle fantasie da non perdere. Anche perché avrete bisogno di immaginazione unita alla forza per salire i massi ancora non risolti. A proposto di fantasia: una volta che riuscirete a liberarli, potete e dovrete dare anche un nome a questi problemi... Per partecipare come sempre basta un click su www.foppianoboulder.it. Ma prima, giusto per cominciare ad entrare nella leggenda, guardate il video e leggete cosa è successo e succede in quel di Foppiano, ai piedi del Monte Cistella, nel bosco dei drudi boulderisti.


FOPPIANO, LA FORESTA, I DRUIDI, I BOULDER E...
Piccola storia, tra fantasia e realtà, per il primo raduno boulder aperto a tutti di Foppiano

"Ehi Dario, hai tagliato tu quei rami secchi?"
"No Luca, non ho idea di chi sia stato"
...
"Simone, come hai fatto a togliere quei lastroni di pietra sulla sit di 'Mani di Dio'?"
"Non sono stato io"
"E allora chi e’ stato?"
"Non lo so, ma qualcuno sta facendo qualcosa, in questo bosco"
...

Guardo bene, mi avvicino. Non capisco cosa stiano facendo. Mi avvicino ancora... spazzolano! Sono in due attorno ad un sasso, uno a terra e uno in cima, lo stanno pulendo. Tolgono terra, muschio, tutto ciò che è normale si trovi su un sasso in un bosco. Lo accudiscono, lo accarezzano, se ne prendono cura, e così per molti massi della foresta. Per me non sono mai state altro che grosse pietre messe qui da chissà chi, ma per questi omini operosi, che si agitano come ragazzini, i sassi sono un dono del bosco inventato proprio per loro. Ce n'è sempre uno che si occupa di esplorare, con qualsiasi condizione climatica. Si muove agilmente, nonostante non sia uno del bosco. Passa giornate a rovistare tra i sentieri, e quando intravede un sasso si blocca, gli si avvicina come ad una preda che potrebbe scappare, e finalmente gli arriva sotto. Lo studia, lo tocca, guarda ovunque, poi scrive qualcosa su un taccuino.

Qualche giorno dopo arriva tutto il gruppo. Coi loro attrezzi spazzolano via muschio e terra e fanno la cosa più strana che si potrebbe pensare di fare con un sasso: ci salgono sopra! Scendono, poi salgono di nuovo, da un altro lato. Alcuni cadono e finiscono sopra un tappeto di materassi colorati che si portano sempre appresso. E quando il bosco si svuota del rumore del gruppo, mi avvicino al loro terreno di gioco, e osservo le macchie bianche lasciate sui sassi, e le beole in pietra alla base di ognuno, ad indicarne il nome. Anche questo e' molto strano. Hanno dato un nome ad ogni pietra, l'hanno battezzata come si fa con i bambini quando vengono al mondo.

Quelli che per noi di montagna sono semplicemente "i sass", per loro sono Dolma, Doctor Evil, Assalto Frontale. Queste pietre che per tanti anni sono rimaste anonime, ora esistono, hanno un'identità, perché chiunque può chiamarle per nome. Per quelli di montagna, i sassi sono sempre stati rifugi, per noi, per le nostre capre o per i maiali. I sassi sono da sempre miniere di granito per costruire case, fontane, chiese. I sassi sono inamovibili ostacoli che costringono il sentiero ad una deviazione. Ed io, per tutta la mia vita ho vissuto queste piante, questi sentieri, queste rocce. Ho tagliato rami e spaccato pietre con i gesti essenziali che ho imparato dai padri dei padri, dove ogni movimento sbagliato significava fatica in piu', inutile, in un ambiente severo.

Ora invece questi ragazzi, che poco hanno a che fare con la vita ruvida di noi druidi del bosco, si appropriano dei miei spazi, ci giocano. All'inizio questa loro intromissione mi sembrava fuori luogo. Poi, continuando ad osservarli, per mesi, ho capito. La loro perseveranza, il loro rispetto per il bosco, l'intensità dei loro gesti per salire e, anzi, proprio l'essenzialità dei loro gesti, dove un piede messo male può significare volare a terra, tutto questo è ciò che accomuna loro a me. Nei loro passi attenti e misurati, vedo la precisione di un colpo di roncola, la decisione di una mazza che spezza le stratificazioni di granito.. Tutto questo mi ha fatto sentire vicino ai "sassisti", e per questo ho deciso di aiutarli, di portare la mia arte al loro servizio.

Ho deciso di condividere il mio amore per il bosco ed unirlo al loro amore per i sassi, per far rivivere la nostra Foppiano quasi dimenticata, o "Fupian", come la chiamiamo noi in dialetto, per dare 'un'identita' a molti altri sassi, per dare la possibilità a molte altre persone di trovare i loro gesti essenziali, i loro equilibri, in questa foresta fatta di granito, sole ed essenzialità.

di Dario Rota e Annalisa Bergo