Due vie nuove di Maurizio Oviglia per... le figlie
Maurizio Oviglia dedica due vie nuove in Sardegna alle sue figlie, Kawaii aperta con la figlia Elena sulle Placche dell'Elefante a Sarrabus e Sweet Helen aperta con Cecilia Marchi e dedicata alla loro figlia Elena sulla Figlia di Guglia a Cala Goloritzè, Baunei. Un modo per parlare di come e quanto la passione per l'arrampicata possa (o non) trasmettersi ai figli.
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Sara Oviglia e il feeling col granito dell'Orco
Maurizio Oviglia
Sono figlio di un alpinista, ma mio padre era un semplice e sconosciuto escursionista di alta quota, quindi diciamo che non mi sono mai sentito “pressato” nel seguire le sue orme. E’ stata veramente una passione, quella della montagna, nata dentro di me. Ma immagino che per le mie figlie, da tutti considerate “figlie d’arte” in quanto nate da genitori entrambi grandi appassionati di arrampicata, non dev’essere stato facile... Abituate a venire con noi in falesia, in montagna e ovunque andassimo (sempre guarda caso dove c’è roccia, dicon sempre loro) da quando erano “in fasce”, non so alla fine che tipo di rapporto, positivo o negativo, abbiano sviluppato con lei, la roccia... Senza contare poi che ogni persona che incontrano rivolge loro la fatica domanda “chissà come arrampicate bene voi, con due genitori così!”. Al che, immancabilmente, alzano gli occhi al cielo...
Chiunque abbia la passione delle scalate e della montagna sa che con i figli, soprattutto dell’attuale generazione, non è scontato che seguano le tue orme. Ovvio, non bisogna obbligarli, soprattutto se si tratta di passione... ma nemmeno bisogna permettere che il loro universo si riduca ad una stanza, naturalmente dotata di PC e connessione internet! Io e la mia compagna riteniamo di non aver mai ecceduto nel forzarle a venire a scalare con noi, ma certo abbiamo cercato di insegnar loro un’arte, mentre l’amore per la Natura in genere sembra l’abbiano ereditato geneticamente, senza che noi facessimo nulla. Un’arte che, se vorranno, potranno rispolverare al momento giusto, perché in ogni stagione della vita ci si accorge di qualcosa che è assopito dentro di noi, pronto a risvegliarsi. Durante l’adolescenza, i figli d’arte, normalmente cercano di sviluppare passioni diverse, per distinguersi dai genitori. Troppo difficile surclassarli sul loro stesso campo, dunque tendono a sceglierne un altro, tutto loro, dove possono essere protagonisti. Non dobbiamo dunque dispiacerci se preferiscono non venire con noi...
Pur essendo nate e cresciute nell’isola del calcare, alle mie figlie la roccia sarda non piace. Dicono di preferire il granito... e riescono a fare le schizzinose perfino al cospetto del più bel calcare del mondo! Punge, taglia, non ha aderenza, strapiomba, è unto e che più ne ha più ne metta! Non abbiamo fatto molte vacanze sul granito, ma ogni qualvolta ci siamo stati, ad esempio in Valle dell’Orco, sono state capaci di sorprenderci con le loro performances. Molti liquidano questo fatto dicendo “eh, certo, sono i cromosomi...” ma io credo che ci sia qualcosa di più, anzi son stato sempre incuriosito da questo fatto. Ad esempio, non ho mai insegnato alle mie figlie le tecniche di aderenza, fessura o camino, ma sembra davvero che le abbiano dentro di loro! Normalmente chi non è pratico, le prime volte si trova in difficoltà su una placca senza prese, o in un camino dove non sai come metterti. Invece loro no. Perché? Leggendo uno dei manuali del CAI redatti da Augusto Angriman, sono stato molto incuriosito dalla questione dei “neuroni specchio”. Che siano loro i responsabili di questa passione per il granito e di tanta insospettata bravura?
Con Sara, la più grande, abbiamo fatto arrampicate difficili in Valle dell’Orco, persino aperto vie insieme non proprio banali. Il massimo l’ha raggiunto proprio in Orco, superando un 6c+ a vista a 15 anni da capocordata, quando non aveva mai fatto neanche un 6c da prima, e un 7a, sempre a vista, da seconda. E’ davvero curioso, perché tutti sanno che una placca di 7a di granito, seppure superata da secondi di cordata, richiede una tecnica molto evoluta, non certo in possesso di chi arrampica assai saltuariamente e soprattutto mai su granito!
Nei giorni scorsi ho aperto la mia prima via, rigorosamente su granito, con Elena che ora ha 13 anni. Non ho voluto che ci fosse mia moglie con noi, perché volevo fosse una cosa tutta nostra. Elena erano mesi che non toccava roccia, eppure la cosa l’ha motivata al punto che è riuscita a salire tutta la via in libera dietro di me, con un tratto di 6a+ in aderenza per nulla banale. Chi ripeterà la via potrà toccare con mano... anzi con i piedi! Siamo scesi che era notte, ed è stato bello tornare con una sola pila, senza dirlo alla mamma che altrimenti si preoccupa, stanchi ma con una nuova via in tasca, che lei stessa ha battezzato “Kawaii”.
Nel 1995 avevo aperto con Antonello Pala "I sogni di Sara" dedicata a Sara, nata da pochi mesi. Per la dedica avevo scelto le Gole di Gorroppu, uno dei posti più belli della Sardegna e d'Europa. I Sogni di Sara è stata tra l'altro la prima via "moderna" delle Gole. Quando nel 2001 è nata Elena, gli amici non avevano mancato di canzonarmi dicendo: ora dovrai aprirne un'altra e chiamarla forse "il dentino di Elena" o qualcosa di simile! Così, un po' per riflesso, non ho in questi anni mai aperto una via dedicata a lei. Crescendo Elena un po' si è risentita di questa mia mancanza, così aspettavo di trovare un posto all'altezza delle Gole di Gorroppu, in modo da evitare la gelosia tra le due sorelle...
Avevo già due idee possibili, una sempre a Gorroppu e l'atra a Punta Cusidore, ma finalmente due mesi fa, salendo l'Aguglia con Sandro Buluggiu, mi si è disegnata nella mente la linea giusta! Non potevo aprirla che con Cecilia, mentre le due sorelle ci guardavano da sotto, dalla spiaggia. E’ così è stato, dopo una notte in campeggio a Su Porteddu, proprio alla partenza del sentiero e una bella cena con gustosi culurgiones al Ristorante Golgo...
La nuova via, battezzata Sweet Helen, percorre con 4 splendidi tiri, uno più bello dell'altro, il fianco ovest dell'Aguglia per poi inerpicarsi sino alla sottile cima di "Figlia di Guglia". Purtroppo è stato inevitabile un tiro di 6c, per superare nella maniera più facile il bombamento che contraddistingue la figlia della celebrata Aguglia di Goloritzè. Ma le difficoltà obbligatorie non superano il 6a+. Ma io come ci salgo sul 6c strapiombante? Mi ha subito rimproverato Elena in spiaggia? Non ti preoccupare, le ho risposto, verrà il tempo in cui anche tu riuscirai a farlo...
E' stata una faticaccia, tra caldo e zaini pesanti, ma penso che, almeno in questo caso, non mi si possa rimproverare di non essere stato un padre imparziale. La par condicio lo esigeva!
Maurizio Oviglia
Due nuove vie plaisir in Sardegna dedicate ai figli:
Placche dell’Elefante, Sarrabus
KAWAII
Prima salita: Maurizio ed Elena Oviglia 26 agosto 2014, dal basso
130m 6a+ (5b obbl)/S2/I
Facile e piacevole arrampicata di aderenza al di sopra del Rio Cannas con un tiro “sopra le righe”. La zona è una delle meno piovose d’Italia e particolarmente calda in estate. Per questa ragione la via è più adatta alle mezze stagioni e all’inverno, stagione in cui potrebbero esserci dei problemi ad attraversare il Rio. La via è interamente spittata, portare solo 12 rinvii e preferibilmente due corde.
Accesso: in 5 minuti dal km 45 della SS125, al ponte sulla confluenza tra il Rio Cannas e Rio Ollastu, che uniti formano il Rio Picocca.
Cala Goloritzè, Baunei. Figlia di Guglia
SWEET HELEN
Prima salita: Cecilia Marchi e Maurizio Oviglia 5 settembre 2014, dal basso
120m 6c (6a+ obbl)/S2/I
Magnifica arrampicata in ambiente di eccezionale bellezza. Sale il fianco W dell’Aguglia su una bella placca grigia per poi portarsi sul torrione denominato “Figlia di Guglia”. Un tiro difficile, tuttavia spittato più ravvicinato, ma non azzerabile. La via è interamente spittata, portare solo 12 rinvii e preferibilmente due corde.
Accesso: a piedi o in barca a Cala Goloritzè. Da Pasqua a novembre parcheggio a pagamento e tassa di 1 euro ma possibilità di campeggiare, bere, mangiare e fare la doccia a Su Porteddu, partenza del trekking. Di qui accesso in 1 ora. Si attacca a destra di tutte le vie dell’Aguglia, sulla parete W, accesso in 3 minuti dai tavoli nella macchia.
SCHEDA: Kawaii, Placche dell’Elefante
SCHEDA: Sweet Helen, Cala Goloritzè
Chiunque abbia la passione delle scalate e della montagna sa che con i figli, soprattutto dell’attuale generazione, non è scontato che seguano le tue orme. Ovvio, non bisogna obbligarli, soprattutto se si tratta di passione... ma nemmeno bisogna permettere che il loro universo si riduca ad una stanza, naturalmente dotata di PC e connessione internet! Io e la mia compagna riteniamo di non aver mai ecceduto nel forzarle a venire a scalare con noi, ma certo abbiamo cercato di insegnar loro un’arte, mentre l’amore per la Natura in genere sembra l’abbiano ereditato geneticamente, senza che noi facessimo nulla. Un’arte che, se vorranno, potranno rispolverare al momento giusto, perché in ogni stagione della vita ci si accorge di qualcosa che è assopito dentro di noi, pronto a risvegliarsi. Durante l’adolescenza, i figli d’arte, normalmente cercano di sviluppare passioni diverse, per distinguersi dai genitori. Troppo difficile surclassarli sul loro stesso campo, dunque tendono a sceglierne un altro, tutto loro, dove possono essere protagonisti. Non dobbiamo dunque dispiacerci se preferiscono non venire con noi...
Pur essendo nate e cresciute nell’isola del calcare, alle mie figlie la roccia sarda non piace. Dicono di preferire il granito... e riescono a fare le schizzinose perfino al cospetto del più bel calcare del mondo! Punge, taglia, non ha aderenza, strapiomba, è unto e che più ne ha più ne metta! Non abbiamo fatto molte vacanze sul granito, ma ogni qualvolta ci siamo stati, ad esempio in Valle dell’Orco, sono state capaci di sorprenderci con le loro performances. Molti liquidano questo fatto dicendo “eh, certo, sono i cromosomi...” ma io credo che ci sia qualcosa di più, anzi son stato sempre incuriosito da questo fatto. Ad esempio, non ho mai insegnato alle mie figlie le tecniche di aderenza, fessura o camino, ma sembra davvero che le abbiano dentro di loro! Normalmente chi non è pratico, le prime volte si trova in difficoltà su una placca senza prese, o in un camino dove non sai come metterti. Invece loro no. Perché? Leggendo uno dei manuali del CAI redatti da Augusto Angriman, sono stato molto incuriosito dalla questione dei “neuroni specchio”. Che siano loro i responsabili di questa passione per il granito e di tanta insospettata bravura?
Con Sara, la più grande, abbiamo fatto arrampicate difficili in Valle dell’Orco, persino aperto vie insieme non proprio banali. Il massimo l’ha raggiunto proprio in Orco, superando un 6c+ a vista a 15 anni da capocordata, quando non aveva mai fatto neanche un 6c da prima, e un 7a, sempre a vista, da seconda. E’ davvero curioso, perché tutti sanno che una placca di 7a di granito, seppure superata da secondi di cordata, richiede una tecnica molto evoluta, non certo in possesso di chi arrampica assai saltuariamente e soprattutto mai su granito!
Nei giorni scorsi ho aperto la mia prima via, rigorosamente su granito, con Elena che ora ha 13 anni. Non ho voluto che ci fosse mia moglie con noi, perché volevo fosse una cosa tutta nostra. Elena erano mesi che non toccava roccia, eppure la cosa l’ha motivata al punto che è riuscita a salire tutta la via in libera dietro di me, con un tratto di 6a+ in aderenza per nulla banale. Chi ripeterà la via potrà toccare con mano... anzi con i piedi! Siamo scesi che era notte, ed è stato bello tornare con una sola pila, senza dirlo alla mamma che altrimenti si preoccupa, stanchi ma con una nuova via in tasca, che lei stessa ha battezzato “Kawaii”.
Nel 1995 avevo aperto con Antonello Pala "I sogni di Sara" dedicata a Sara, nata da pochi mesi. Per la dedica avevo scelto le Gole di Gorroppu, uno dei posti più belli della Sardegna e d'Europa. I Sogni di Sara è stata tra l'altro la prima via "moderna" delle Gole. Quando nel 2001 è nata Elena, gli amici non avevano mancato di canzonarmi dicendo: ora dovrai aprirne un'altra e chiamarla forse "il dentino di Elena" o qualcosa di simile! Così, un po' per riflesso, non ho in questi anni mai aperto una via dedicata a lei. Crescendo Elena un po' si è risentita di questa mia mancanza, così aspettavo di trovare un posto all'altezza delle Gole di Gorroppu, in modo da evitare la gelosia tra le due sorelle...
Avevo già due idee possibili, una sempre a Gorroppu e l'atra a Punta Cusidore, ma finalmente due mesi fa, salendo l'Aguglia con Sandro Buluggiu, mi si è disegnata nella mente la linea giusta! Non potevo aprirla che con Cecilia, mentre le due sorelle ci guardavano da sotto, dalla spiaggia. E’ così è stato, dopo una notte in campeggio a Su Porteddu, proprio alla partenza del sentiero e una bella cena con gustosi culurgiones al Ristorante Golgo...
La nuova via, battezzata Sweet Helen, percorre con 4 splendidi tiri, uno più bello dell'altro, il fianco ovest dell'Aguglia per poi inerpicarsi sino alla sottile cima di "Figlia di Guglia". Purtroppo è stato inevitabile un tiro di 6c, per superare nella maniera più facile il bombamento che contraddistingue la figlia della celebrata Aguglia di Goloritzè. Ma le difficoltà obbligatorie non superano il 6a+. Ma io come ci salgo sul 6c strapiombante? Mi ha subito rimproverato Elena in spiaggia? Non ti preoccupare, le ho risposto, verrà il tempo in cui anche tu riuscirai a farlo...
E' stata una faticaccia, tra caldo e zaini pesanti, ma penso che, almeno in questo caso, non mi si possa rimproverare di non essere stato un padre imparziale. La par condicio lo esigeva!
Maurizio Oviglia
Due nuove vie plaisir in Sardegna dedicate ai figli:
Placche dell’Elefante, Sarrabus
KAWAII
Prima salita: Maurizio ed Elena Oviglia 26 agosto 2014, dal basso
130m 6a+ (5b obbl)/S2/I
Facile e piacevole arrampicata di aderenza al di sopra del Rio Cannas con un tiro “sopra le righe”. La zona è una delle meno piovose d’Italia e particolarmente calda in estate. Per questa ragione la via è più adatta alle mezze stagioni e all’inverno, stagione in cui potrebbero esserci dei problemi ad attraversare il Rio. La via è interamente spittata, portare solo 12 rinvii e preferibilmente due corde.
Accesso: in 5 minuti dal km 45 della SS125, al ponte sulla confluenza tra il Rio Cannas e Rio Ollastu, che uniti formano il Rio Picocca.
Cala Goloritzè, Baunei. Figlia di Guglia
SWEET HELEN
Prima salita: Cecilia Marchi e Maurizio Oviglia 5 settembre 2014, dal basso
120m 6c (6a+ obbl)/S2/I
Magnifica arrampicata in ambiente di eccezionale bellezza. Sale il fianco W dell’Aguglia su una bella placca grigia per poi portarsi sul torrione denominato “Figlia di Guglia”. Un tiro difficile, tuttavia spittato più ravvicinato, ma non azzerabile. La via è interamente spittata, portare solo 12 rinvii e preferibilmente due corde.
Accesso: a piedi o in barca a Cala Goloritzè. Da Pasqua a novembre parcheggio a pagamento e tassa di 1 euro ma possibilità di campeggiare, bere, mangiare e fare la doccia a Su Porteddu, partenza del trekking. Di qui accesso in 1 ora. Si attacca a destra di tutte le vie dell’Aguglia, sulla parete W, accesso in 3 minuti dai tavoli nella macchia.
SCHEDA: Kawaii, Placche dell’Elefante
SCHEDA: Sweet Helen, Cala Goloritzè
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