Dai Koyamada, Alexander Megos e Daniel Jung in forma in Frankenjura
Autunno in Frankenjura, un must per chi è "alla caccia" di difficili vie d’arrampicata sportiva. E proprio mentre si abbassano le temperature e cadono le foglie, cadono anche le prime ripetizioni di rilievo.
Iniziamo con Alexander Megos che ripete una delle ultime vie dure che gli sono rimaste nel giardino di casa, ovvero il 9a+ di Becoming nella falesia di Rotenstein, liberato nel 2014 da Markus Bock. Che - non sorprende - è anche l’autore di Corona, un altro 9a+ liberato ben otto anni prima, nel 2006, e definito all’epoca la via più dura del Frankenjura.
Bene, adesso questa linea ha visto nel giro di poche settimane ben due ripetizione, la prima da parte del tedesco Daniel Jung che l’ha chiusa addirittura al buio, la seconda invece dal fortissimo Dai Koyamada che l’ha chiusa al terzo giorno di lavoro. Questo successo arriva dopo una sfilza di altre salite nelle ultime settimane, tra cui elenchiamo soltanto le più difficili: The House of Shock 9a, The Essential 9a, Elder Statesman 9a, The last rites 8c+, Unplugged 9a e Zootopia 8c+. Niente male per un 40enne…
Ritornando a Megos. L’altro giorno a Gothenburg, in Svezia, il tedesco ha chiuso un boulder che per 20 anni era conosciuto come il progetto "Trainspotting". Le difficoltà si aggirano attorno all' 8B+ ma, ancora più importante del grado, è il fatto che Megos lo definisce "uno dei massi più fighi che io abbia mai visto."