Coffee Break #13 - Arrampicare

Estate, tempo di rampicare. Daniela Zangrando, in questo Coffee Break, prende spunto dall'inizio della stagione dell'arrampicata per cercare una motivazione a questa apparente follia. Si parte dal dizionario: dal significato di rampare e rampicante per arrivare alla conclusione che... non se ne può fare a meno.
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Iniziale. Trattato di medicina. Normandia. 1100 ca.
archive Alberto Tadiello
Un'eccezione l'ho dovuta fare al mio rigoroso proponimento di non bazzicare troppo tra citazionismi e appelli ai dizionari.

Dovrebbe essere alle porte l'estate, e con essa "la stagione". Parlo di quella Stagione con la S maiuscola, fatta di sogni, di relazioni stampate, di desiderata di vie. È ora di dare un occhio ai materiali, capire se le mezze corde che amano attorcigliarsi in sosta sono ancora utilizzabili o vanno cambiate. Bisogna oliare i friend e dare una contata ai cordini, per sicurezza. Ci sono anche le scarpette da risuolare, ... meglio darsi una mossa! E qui arriva il bello: per far fiato sarebbe il caso di andare a correre, perché altrimenti gli avvicinamenti e le discese diventeranno eterne deambulazioni di noia e acido lattico. Ci sarebbero anche da considerare seriamente il travetto, un po' di allenamento a secco e l'eliminazione di qualche chilo di troppo. Per l'alpinista della "Stagione", quello che durante l'inverno non è riuscito ad allenarsi a dovere perché aveva da ristrutturare la casa e da seguire gli impegni lavorativi, quello che si è lasciato scoraggiare dal freddo e dalle piogge primaverili, la ripresa dell'allenamento non è sicuramente un gioco da ragazzi. Se poi l'alpinista in questione non è stato dotato dalla natura di una particolare velocità nel recupero delle condizioni ottimali, allora la situazione si mostra alquanto faticosa. Ma chi glielo fa fare? Cos'è quell'insano desiderio di montagna e salite che si è svegliato quando ha cominciato a sentire il canto degli uccelli in amore, qualche grillo ancora intimidito nei prati e il belare delle pecore in transumanza? Cos'è che gli fa sudare le mani al solo pensiero di toccare la roccia?

Così descritto, il malcapitato potrebbe solamente sembrare un folle.

Arrampicare. Scopro subito che arriva da molto lontano. Cercate di seguirmi. Ci sono due parole chiave: la prima è rampare, la seconda è rampicante.

Rampare deriva da rampa, che non è altro che la zampa. E rampare significa quindi l'arrampicarsi di animale, il suo levarsi ad afferrare o a ferire. Designa l'andare ad alto – come potremmo non rimanere immagati di fronte alla sola possibilità di "andare ad alto"? – proprio degli animali che salgono attaccandosi con le rampe e per similitudine si riferisce anche agli uomini, che si spingono in alto facendo uncino con le mani.

Da rampare deriva il termine rampante, molto usato in araldica. Rampante è l'atteggiamento degli animali che nelle raffigurazioni si mostrano sollevati sulle rampe, con la zampa anteriore destra più in alto della sinistra. Solitamente vengono ritratti di profilo, ritti sulla zampa posteriore sinistra, con le altre tre alzate, quasi come se si stessero arrampicando. C'è qui una curiosità. Non sono rampanti i leoni, i leopardi, i lupi, i gatti e gli orsi perché l'essere rampante fa parte della loro propria natura. Lo sono invece i grifoni, le volpi, i levrieri, i montoni, i cani in genere, le pantere, e via dicendo. Quasi a sottendere che l'essere rampante implichi una precisa scelta?

La seconda parola, rampicare, si avvicina di moltissimo alla prima e indica il salire puntando le zampe e quindi anche il salire facendo uncino delle proprie mani. Estende il suo significato all'andar su per luoghi erti, aggrappandosi con le mani e con i piedi. Non differente dunque da quel che consideriamo arrampicare.

Niente fin qui sembra aiutare il nostro malcapitato. Eppure da rampicare deriva la parola rampicante. Cosa dire delle piante che si inerpicano per alberi e muri? Di quelle, da poco sbucate negli orti, che si aggrappano a uncino a pali e reti? Avete mai osservato la cocciutaggine dei viticci nelle piante dei piselli? Sono disposti a tutto pur di salire. Per pura sopravvivenza, per natura. Per disposizione.

Che l'alpinista della Stagione si lasci pure andare ad un sospiro di sollievo. E, scrollatasi di dosso la pigrizia, inizi l'allenamento.
Daniela Zangrando

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