Cima Cars, la parete dimenticata
La Cima Cars 2.217m (Valle Ellero, Alpi Liguri) e Super Cars (515m, 6c, obbl. 6b e un p.a. A1 su cliff) nuova via aperta sulla parete Est da Andrea Mantero, Roberto Demartini, Roberto Tavella tra settembre 2011 ad ottobre 2012.

parete Est della Cima Cars con il tracciato di Super Cars
La Cima Cars presenta sulla valle Ellero una vasta e spettacolare parete di aspetto dolomitico. La parete è alta complessivamente 600m ed è suddivisa circa a metà altezza da un ampia e scoscesa cengia erbosa. La parte inferiore della parete è costituita da uno zoccolo di circa 300 metri con salti rocciosi interrotti da cenge e ripidi canali. La parte superiore è più ripida e continua.
La storia alpinistica della parete inizia nel lontano 1933 con la prima salita di Comino e Garelli, seguita nel 1939 da una variante di Biancardi (in solitaria!). Queste linee seguono con tracciato ardito ed esposto i punti di minore resistenza della parete concatenando cenge e canali. Dopo queste salite a carattere esplorativo e di “conquista” la parete viene totalmente dimenticata. Solo nel 1996 Fulvio Scotto e Andrea Parodi tracciano una via sull’evidente pilastro Nord Est a partire dalla grande cengia mediana ( 200 mt. TD).
Ma anche questa salita rimane isolata e non si hanno notizie di ripetizioni, la Cars non riscuote il benché minimo interesse degli alpinisti: sicuramente lo zoccolo iniziale, intramezzato da ripide cenge erbose preclude una scalata continua, la roccia poi lascia spesso a desiderare, le fessure sono spesso friabili e intasate di terra e vegetazione, le grandi placche compatte, non proteggibili con chiodi appaiono verticali e inscalabili: in fondo lo Scarason non è lontano! Ma è tutto veramente così?
Nel luglio 2011 con Roberto Demartini e Roberto Tavella risaliamo il ripido canalone erboso che limita a Sud la parete e, giunti a quota 1.850 e a circa 100 metri dai caratteristici torrioni rocciosi incuneati nel centro del canalone, traversiamo a destra raggiungendo la cresta Sud Est dove questa prende forma e che, con diversi ripidi salti rocciosi giunge fino in vetta: 300 mt, difficoltà discontinue fino al V sup., roccia a tratti instabile. Probabilmente è la prima salita. La scalata é impegnativa, a tratti esposta ma molto remunerativa per ambiente e panorama. Lasciati due chiodi. Portare per una ripetizione una buona scelta di chiodi, friends fino al 3bd e nuts.
E’ durante questa salita e nelle successive esplorazioni, che intravvediamo la possibilità di tracciare sulla parete Est una via diretta, continua, dal punto più basso fino alla vetta, su roccia in gran parte buona, a tratti ottima: in diverse riprese e dopo varie vicissitudini nasce così “Supercars”.
Supercars è un viaggio in una parete dimenticata ma che svela un poco per volta scenari sempre diversi: il canalone, l’obelisco, la grande cengia, il canyon, poi più in alto placconate e speroni che si impennano sino a raggiungere le linee dolci dei prati e le distese di rododendri della vetta: un mondo invisibile o meglio un mondo che non avevamo saputo vedere.
Andrea Mantero
SCHEDA: Super Cars, parete Est, Cima Cars
La storia alpinistica della parete inizia nel lontano 1933 con la prima salita di Comino e Garelli, seguita nel 1939 da una variante di Biancardi (in solitaria!). Queste linee seguono con tracciato ardito ed esposto i punti di minore resistenza della parete concatenando cenge e canali. Dopo queste salite a carattere esplorativo e di “conquista” la parete viene totalmente dimenticata. Solo nel 1996 Fulvio Scotto e Andrea Parodi tracciano una via sull’evidente pilastro Nord Est a partire dalla grande cengia mediana ( 200 mt. TD).
Ma anche questa salita rimane isolata e non si hanno notizie di ripetizioni, la Cars non riscuote il benché minimo interesse degli alpinisti: sicuramente lo zoccolo iniziale, intramezzato da ripide cenge erbose preclude una scalata continua, la roccia poi lascia spesso a desiderare, le fessure sono spesso friabili e intasate di terra e vegetazione, le grandi placche compatte, non proteggibili con chiodi appaiono verticali e inscalabili: in fondo lo Scarason non è lontano! Ma è tutto veramente così?
Nel luglio 2011 con Roberto Demartini e Roberto Tavella risaliamo il ripido canalone erboso che limita a Sud la parete e, giunti a quota 1.850 e a circa 100 metri dai caratteristici torrioni rocciosi incuneati nel centro del canalone, traversiamo a destra raggiungendo la cresta Sud Est dove questa prende forma e che, con diversi ripidi salti rocciosi giunge fino in vetta: 300 mt, difficoltà discontinue fino al V sup., roccia a tratti instabile. Probabilmente è la prima salita. La scalata é impegnativa, a tratti esposta ma molto remunerativa per ambiente e panorama. Lasciati due chiodi. Portare per una ripetizione una buona scelta di chiodi, friends fino al 3bd e nuts.
E’ durante questa salita e nelle successive esplorazioni, che intravvediamo la possibilità di tracciare sulla parete Est una via diretta, continua, dal punto più basso fino alla vetta, su roccia in gran parte buona, a tratti ottima: in diverse riprese e dopo varie vicissitudini nasce così “Supercars”.
Supercars è un viaggio in una parete dimenticata ma che svela un poco per volta scenari sempre diversi: il canalone, l’obelisco, la grande cengia, il canyon, poi più in alto placconate e speroni che si impennano sino a raggiungere le linee dolci dei prati e le distese di rododendri della vetta: un mondo invisibile o meglio un mondo che non avevamo saputo vedere.
Andrea Mantero
SCHEDA: Super Cars, parete Est, Cima Cars
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