Ciao John Ellison, fondatore dei Climbers against Cancer
Un’ispirazione. Divertente. Coraggioso. Positivo. Sorridente. Questi sono gli aggettivi più frequentemente utilizzati per descrivere John Ellison, l'uomo che in pochi anni ha reso possibile l’impresa, impensabile e senza precedenti, di spingere tutta la comunità dell’arrampicata ad unirsi per Climbers against Cancer, l’associazione, da lui stesso fondata nel gennaio 2013, per aumentare da un lato la consapevolezza e la conoscenza dei tumori e dall’altro raccogliere fondi per la ricerca contro questa malattia.
Tutto è iniziato alla fine del 2011 quando ad Ellison, nato a Lancashire in Inghilterra, è stato diagnosticato un cancro terminale. Ma fu mentre seguiva i mondiali di arrampicata sportiva di Parigi, nel 2012, che John si rese conto che quel particolare, se non unico, tifo che i climber sanno dimostrarsi l’uno verso l’altro, indipendentemente dalla nazionalità, dal credo o dal colore della pelle avrebbe potuto essere indirizzato anche verso un bene più prezioso: essere partecipi nella ricerca contro il cancro. Climbers against Cancer, più semplicemente CAC, è nata pochi mesi più tardi e con essa Ellison ha intrapreso quello che lui stesso avrebbe poi descritto come un "viaggio da favola."
La strada che John Ellison ha percorso nei tre anni successivi è stata a dir poco straordinaria. Nonostante la malattia, nonostante le regolari cure a cui si sottoponeva e il dolore fisico, Ellison ha viaggiato in lungo e in largo per la causa in cui credeva così tanto. Era presente in continuazione agli eventi. Alle competizioni. Era semplicemente qui, là e ovunque, per tutti, sempre. In cambio ha ricevuto il sostegno, totale e incondizionato, degli alpinisti e dei climber di tutto il mondo, di tutte le età e abilità. Più di 25.000 magliette con il logo CAC, indossate con orgoglio da migliaia di scalatori sparsi in tutto il mondo, sono la testimonianza di quanto il messaggio di Climbers against Cancer sia stato immediatamente accolto, come lo sono i 500.000 € raccolti finora, destinati a diversi centri di ricerca contro il cancro sparsi nei cinque continenti.
Mentre il lavoro di Ellison funzionava per molti aspetti con il passaparola, gli effetti più vasti non sono passati inosservati tra organizzazioni ed associazioni più grandi. L'IFSC, la Federazione Internazionale d'Arrampicata Sportiva, per esempio ha riconosciuto i suoi sforzi, nominandolo suo membro onorario per poi scegliere CAC come prima ONLUS ufficiale. Ulteriori premi e riconoscimenti sono seguiti, come il "Golden Piton" del Climbing Magazine ed un premio dell'ISPO per l'impatto sociale di CAC, e come l’ Arco Rock Legends Dryarn Award, consegnato nel 2015 per il suo lodevole impegno come ambasciatore di questo sport.
Questi dati e questi risultati sono certamente impressionanti, ma ciò che non può essere tradotto con i numeri è altrettanto sorprendente. Come la travolgente solidarietà che Ellison ha ricevuto da tutti i climbers che incontrava. Non era raro vedere le persone mettersi in fila per scattarsi una foto con lui, ed è stato proprio questo amore - ha confessato John - che lo motivava, che gli dava l'energia ed il coraggio di cui aveva bisogno per combattere la sua battaglia personale.
Ellison era, giustamente, orgoglioso degli straordinari numeri e risultati di CAC, ma ha continuato a sottolineare il fatto che questo successo non era affatto dovuto solo a lui, ma ad ogni membro della “climbing comunity” che lo aveva sostenuto. Ellison ha ribadito questa sua convinzione anche il 4 settembre della scorsa estate quando, sul palco degli Arco Rock Legends Award, ha ricevuto il riconoscimento Climbing Ambassador, affermando "Questo premio è di tutti, l’abbiamo preso insieme"
In quella stessa occasione Ellison, visibilmente commosso, parlando ai giovani atleti dei Mondiali Giovanili di Arrampicata Sportiva che si stavano disputando proprio in quei giorni ad Arco, ha spiegato: "Tutto ciò che ti succede nella vita può essere trasformato in un’opportunità."
Questa energia positiva, questo sconfinato entusiasmo, questa determinazione ed il coraggio di Ellison ci mancheranno molto. Ma se gli effetti del suo "viaggio da favola" sono che ci sentiamo parte di una "grande famiglia allargata", che riusciamo forse a parlare più apertamente della malattia, senza che la parola cancro ci inchiodi dalla paura, se riusciamo a cogliere il valore della vita e l'importanza di rendere ogni giorno unico, allora tutti i suoi sforzi, positivi, coraggiosi, ispirati, non sono stati vani.
Continua ad arrampicare John, è stato un onore. E come si dice in inglese, cheerio, ciao.
25/01/2013 - Climbers against cancer, l'intervista a John Ellison
A day with John Ellison - founder of Climbing Against Cancer