Cascate di ghiaccio: si apre la stagione
Inizia la stagione dell'arrampicata sulle cascate di ghiaccio. E' tempo di preparare l'attrezzatura e di fare qualche considerazione generale prima di lanciarsi piccozze in mano alla ricerca dei flussi gelati.
Con il casco in testa e bardati di tutto punto, anche quest'anno ci ritroviamo assiepati alle griglie di partenza, pronti a distruggere quello che in queste prime notti di inverno, il gelo ha pazientemente costruito. Tenere e precoci trine di cristallo che la natura ha posto per impreziosire grigi e freddi strapiombi di roccia aspettano di sostenere le audaci evoluzioni di qualcuno di noi e mentre i colonnati stalattitici vanno pian piano consolidandosi qualche uscita con magari un po' di dry tooling servirà a farci carburare le braccia.
Prima però, un po' perché siamo ad inizio stagione e un po' perché non fa mai male, è bene fare una sorta di check-in, pratico ma anche mentale. Il tutto partendo dal concetto che fare bene le cose aiuta a divertirsi ancora di più, anche in cascata. Almeno qui da noi nell' ovest, per esempio, abbiamo ancora negli occhi l' immagine di chiusura della scorsa stagione: quel crollo della candela di “Baiser de Lune” in cui ha perso la vita una giovane ma esperta guida Francese. Da questo incidente vorrei trarre spunto per ricordare a tutti (me compreso) che l'arrampicata su cascate di ghiaccio è un attività con insiti una serie di rischi che vanno amplificandosi in funzione della difficoltà e della struttura che affrontiamo. Ma soprattutto che le stalattiti vivono di una vita propria, fatta di equilibri e tensioni che talvolta possono collassare di colpo.
Qualche tempo fa scrissi di raccogliere i “Frutti di stagione” seguendo il progredire del tempo unitamente al migliorare della forma allenando anche l'occhio ed il naso a capire quando e se è il momento di fare il “colpaccio”. Sopravvalutarsi non è permesso come non è concesso sottovalutare una giornata di vento caldo o una recente nevicata. In sostanza se volete divertivi non abbiate paura di avere paura.
Detto questo, vi invito a non trascurare, di buttare un occhio anche al vostro materiale e specificatamente alle corde per le quali la regola, “su ghiaccio uso quelle vecchie che non uso più su roccia” non va assolutamente bene! Perché? Beh, giusto perchè una corda bagnata ha dei valori di tenuta che si possono approssimare al 40% in meno di quelli di una corda asciutta. Una corda ghiacciata poi è inservibile. Per cui: non usate corde repellenti ma corde idrorepellenti.
Sul versante delle piccozze e delle viti da ghiaccio ognuno di noi ha il suo materiale che proprio perché è il suo è perfetto ed insuperabile ma che deve essere affilato rigorosamente a mano e con molta cautela per non rovinarne la tempra. Su questo occorre ribadire ancora una volta che le case normalmente declinano ogni responsabilità in presenza di modifiche, bricolage o quant'altro la nostra fantasia possa aver applicato agli attrezzi per “migliorarne” o personalizzarne le caratteristiche.
Considerato poi che ormai l'arva, la pala e la sonda devono far parte del corredo di ogni cascatista, provvedete di avere uno zaino abbastanza capace dove far entrare oltre ai guanti da “prestazione” anche un paio di caldi guanti di ricambio e se dovete fare un avvicinamento lungo almeno una maglietta di ricambio. Poi, nonostante la scelta di un adeguato abbigliamento sia oramai talmente vasta da avere l'imbarazzo della scelta, come linea guida è sempre bene essere vestiti a “cipolla” in modo da frapporre tra il nostro corpo ed il freddo il maggior numero possibile di intercapedini.
Seguendo quindi la regola dei “frutti di stagione” e tanto per togliersi la ruggine di dosso, negli ultimi anni, va ricordato che in molte vallate alpine, sono nate delle strutture naturali che magari “aiutate” da sapienti mani sono diventate vere e proprie palestre di arrampicata su ghiaccio. Dove si può imparare, crescere e perché no migliorare provando gesti che non dappertutto avremmo il coraggio di sperimentare.
Per cui il piccolo elenco che trovate di seguito, pur non essendo certamente esaustivo anzi sicuramente incompleto, magari può servire ad indirizzare qualcuno in località che non conosce ma che possono, specialmente in questo inizio di stagione, fare al caso suo. Un'altra raccomandazione, l'ultima: se siete dei neofiti l'unica strada per voi è rivolgervi a una guida alpina o iscrivervi ad uno dei tanti corsi delle varie sezioni Cai. Ghiacciatore fai da te ? Ahi ahi ahi.
Buona arrampicata a tutti
Elio Bonfanti
Francia Brianconnaise
Freissinieres: Settore de Couennes difficoltà dal 3+ al 6 unitamente ad alcuni tiri di Dry Tooling. Bibliografia: Glace en cascade R. Borgis P. Turin
Cervieres: Difficoltà dal 4+ al 6+ con alcuni tiri di dry. Bibliografia: Glace en cascade R. Borgis P. Turin
Svizzera Engadina
Pontresina: Canyon di pontresina difficoltà dal 2 al 5
Passo del Bernina: Ice Diavolezza difficoltà dal 3 al 5
Tirolo Stubai
Pinnistal: Pinnisalm Anfiteatro difficoltà dal 4 al 6
Piemonte
Val Varaita: Anfiteatro di Castello difficoltà dal 2 al 5
Val Pellice: Gorgia del Brunel difficoltà dal 3 al 5
Valle di Susa: Falesia delle scale del Moncenisio Vortice di stalattiti diff 4+
Valle dell'Orco: X- Ice falesia dei mutanti difficoltà dal 4 al 6 e alcuni tiri di dry tooling
Val Formazza: Palestra di S. Michele difficoltà dal 2 al 4+. Bibliografia : Giardini di Cristallo
Passo del Sempione: Cascata della palestra del Passo difficoltà 3 Bibliografia : Giardini di Cristallo
Valle d'Aosta
Valeille: Cascata di Lillaz
Valnontey: Cascata di Patri
Val Savarenche: Placche di Rovenod
Lombardia
Val Daone: Lago di Campo difficoltà dal 2 al 3. Bibliografia: Ghiaccio Verticale alpi orientali Vol 1
Val Brenta: Scale di Brenta dove troviamo diversi settori tali da soddisfare tutti i palati. Bibliografia: Ghiaccio Verticale alpi orientali Vol 1
Veneto
Sappada: Lo specchio di Biancaneve difficoltà dal 3 al 4 ed anche l'orrido dell' Acquatona. Bibliografia Ghiaccio verticale Alpi orientali Vol 2
Serrai di Sottoguda: Cattedrale di destra con difficoltà dal 4 al 6
Altopiano di Asiago: Settore Scuola e settore parco giochi difficoltà dal 2 al 4 con alcuni tiri di dry tooling. Bibliografia Ghiaccio verticale Alpi orientali Vol 2
Prima però, un po' perché siamo ad inizio stagione e un po' perché non fa mai male, è bene fare una sorta di check-in, pratico ma anche mentale. Il tutto partendo dal concetto che fare bene le cose aiuta a divertirsi ancora di più, anche in cascata. Almeno qui da noi nell' ovest, per esempio, abbiamo ancora negli occhi l' immagine di chiusura della scorsa stagione: quel crollo della candela di “Baiser de Lune” in cui ha perso la vita una giovane ma esperta guida Francese. Da questo incidente vorrei trarre spunto per ricordare a tutti (me compreso) che l'arrampicata su cascate di ghiaccio è un attività con insiti una serie di rischi che vanno amplificandosi in funzione della difficoltà e della struttura che affrontiamo. Ma soprattutto che le stalattiti vivono di una vita propria, fatta di equilibri e tensioni che talvolta possono collassare di colpo.
Qualche tempo fa scrissi di raccogliere i “Frutti di stagione” seguendo il progredire del tempo unitamente al migliorare della forma allenando anche l'occhio ed il naso a capire quando e se è il momento di fare il “colpaccio”. Sopravvalutarsi non è permesso come non è concesso sottovalutare una giornata di vento caldo o una recente nevicata. In sostanza se volete divertivi non abbiate paura di avere paura.
Detto questo, vi invito a non trascurare, di buttare un occhio anche al vostro materiale e specificatamente alle corde per le quali la regola, “su ghiaccio uso quelle vecchie che non uso più su roccia” non va assolutamente bene! Perché? Beh, giusto perchè una corda bagnata ha dei valori di tenuta che si possono approssimare al 40% in meno di quelli di una corda asciutta. Una corda ghiacciata poi è inservibile. Per cui: non usate corde repellenti ma corde idrorepellenti.
Sul versante delle piccozze e delle viti da ghiaccio ognuno di noi ha il suo materiale che proprio perché è il suo è perfetto ed insuperabile ma che deve essere affilato rigorosamente a mano e con molta cautela per non rovinarne la tempra. Su questo occorre ribadire ancora una volta che le case normalmente declinano ogni responsabilità in presenza di modifiche, bricolage o quant'altro la nostra fantasia possa aver applicato agli attrezzi per “migliorarne” o personalizzarne le caratteristiche.
Considerato poi che ormai l'arva, la pala e la sonda devono far parte del corredo di ogni cascatista, provvedete di avere uno zaino abbastanza capace dove far entrare oltre ai guanti da “prestazione” anche un paio di caldi guanti di ricambio e se dovete fare un avvicinamento lungo almeno una maglietta di ricambio. Poi, nonostante la scelta di un adeguato abbigliamento sia oramai talmente vasta da avere l'imbarazzo della scelta, come linea guida è sempre bene essere vestiti a “cipolla” in modo da frapporre tra il nostro corpo ed il freddo il maggior numero possibile di intercapedini.
Seguendo quindi la regola dei “frutti di stagione” e tanto per togliersi la ruggine di dosso, negli ultimi anni, va ricordato che in molte vallate alpine, sono nate delle strutture naturali che magari “aiutate” da sapienti mani sono diventate vere e proprie palestre di arrampicata su ghiaccio. Dove si può imparare, crescere e perché no migliorare provando gesti che non dappertutto avremmo il coraggio di sperimentare.
Per cui il piccolo elenco che trovate di seguito, pur non essendo certamente esaustivo anzi sicuramente incompleto, magari può servire ad indirizzare qualcuno in località che non conosce ma che possono, specialmente in questo inizio di stagione, fare al caso suo. Un'altra raccomandazione, l'ultima: se siete dei neofiti l'unica strada per voi è rivolgervi a una guida alpina o iscrivervi ad uno dei tanti corsi delle varie sezioni Cai. Ghiacciatore fai da te ? Ahi ahi ahi.
Buona arrampicata a tutti
Elio Bonfanti
Francia Brianconnaise
Freissinieres: Settore de Couennes difficoltà dal 3+ al 6 unitamente ad alcuni tiri di Dry Tooling. Bibliografia: Glace en cascade R. Borgis P. Turin
Cervieres: Difficoltà dal 4+ al 6+ con alcuni tiri di dry. Bibliografia: Glace en cascade R. Borgis P. Turin
Svizzera Engadina
Pontresina: Canyon di pontresina difficoltà dal 2 al 5
Passo del Bernina: Ice Diavolezza difficoltà dal 3 al 5
Tirolo Stubai
Pinnistal: Pinnisalm Anfiteatro difficoltà dal 4 al 6
Piemonte
Val Varaita: Anfiteatro di Castello difficoltà dal 2 al 5
Val Pellice: Gorgia del Brunel difficoltà dal 3 al 5
Valle di Susa: Falesia delle scale del Moncenisio Vortice di stalattiti diff 4+
Valle dell'Orco: X- Ice falesia dei mutanti difficoltà dal 4 al 6 e alcuni tiri di dry tooling
Val Formazza: Palestra di S. Michele difficoltà dal 2 al 4+. Bibliografia : Giardini di Cristallo
Passo del Sempione: Cascata della palestra del Passo difficoltà 3 Bibliografia : Giardini di Cristallo
Valle d'Aosta
Valeille: Cascata di Lillaz
Valnontey: Cascata di Patri
Val Savarenche: Placche di Rovenod
Lombardia
Val Daone: Lago di Campo difficoltà dal 2 al 3. Bibliografia: Ghiaccio Verticale alpi orientali Vol 1
Val Brenta: Scale di Brenta dove troviamo diversi settori tali da soddisfare tutti i palati. Bibliografia: Ghiaccio Verticale alpi orientali Vol 1
Veneto
Sappada: Lo specchio di Biancaneve difficoltà dal 3 al 4 ed anche l'orrido dell' Acquatona. Bibliografia Ghiaccio verticale Alpi orientali Vol 2
Serrai di Sottoguda: Cattedrale di destra con difficoltà dal 4 al 6
Altopiano di Asiago: Settore Scuola e settore parco giochi difficoltà dal 2 al 4 con alcuni tiri di dry tooling. Bibliografia Ghiaccio verticale Alpi orientali Vol 2
Note:
Planetmountain | |
arch. Elio Bonfanti | |
Cascate di ghiaccio | |
www | |
Scuola Gervasutti |
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