Arrampicata: nuova via per Bugada, Pedeferri e Vago sulle Gole di Todra (Marocco)
A marzo Cesare Bugada, Simone Pedeferri e Marco Vago dei Ragni di Lecco hanno aperto "Le berbere et la gazelle" (7c+ max, 7a obbl., 200m), nuova via sulle Gole di Todra (Marocco). Il 23/03 Pedeferri e Vago hanno effettuato la prima libera della via.
Nel mese di marzo si è concluso, sulle Gole di Todra (Marocco), il primo tour del progetto dei Ragni di Lecco che mira ad un percorso-viaggio, in libera, sulle grandi pareti del mondo. Da questa prima esperienza “in libera per il mondo”, Cesare Bugada, Simone Pedeferri e Marco Vago sono tornati a casa con "Le berbere et la gazelle" una nuova via di 200m sul grande muro di Poisson Sacret, una parete di 200m di altezza (e 500m di larghezza) che si trova a pochi chilometri dall'imbocco delle Gole e che conta altre sei vie. "Le Berbere", da parte sua, misura sette lunghezze con difficoltà massima di 7c+ (7a obbl.) che i tre Ragni hanno aperto dal basso con l'uso del trapano. Poi, il 23 marzo, mentre Cesare 'Cece' Bugada era dovuto tornare a casa per ”scadenza del tempo a sua disposizione”, Simone Pedeferri e Marco Vago hanno completato l'opera, liberandola. In mezzo a tutto ciò non sono mancate quelle esplorazioni (anche in falesia) di altre pareti e altre esperienze, nonché quegli incontri che sono il 'sale' di questo progetto, come scrive Marco Vago nel suo report su ragnilecco.com. Si dice spesso (tra gli arrampicatori) che questa passione vale molto del più del gesto atletico e dell'esperienza “fisica”. “L'arrampicata dà di più” si dice. Non è solo “grado” l'arrampicata, si sente ripete spesso. E' molte altre cose: è viaggiare, è stare assieme, è cercare esperienze importanti. Forse è questo che caratterizza il progetto dei Ragni: un grande viaggio tra arrampicata e vita… e vita da arrampicata MAROCCO, ARRAMPICATA E VITA pensieri a margine di "Le berbere et la gazelle" (Gole di Todra, Marocco) di Simone Pedeferri "Si... pronto...”, "Ciao Marco...", "Ciao Simo, guarda che Vinicio ci mette la notizia sul sito ma vuole che gli mandi qualche tua impressione...". "Ok ci penso ciao" Cosa mi ha lasciato il Marocco per farmi sognare? Chiudo gli occhi e mi perdo nei pensieri... Marocco qual è la cosa più incredibile? Forse la corsa di quei dieci ragazzi organizzata da Marco e Mimoun alla falesia di Imeter per dare un premio a tutti e loro hanno corso per 200 mt su per la collina piena di ghiaia a piedi nudi come se fosse la cosa più naturale del mondo, incredibile vederli arrivare con il sorriso sulle labbra, felici della nostra presenza, discreti nel guardarci loro sono il vero volto di quel paese e sotto i loro occhi ho salito un tiro che il Marocco ha voluto regalarmi. Pensare che quattro mesi prima mi ero rotto un tendine alla mano sinistra e quel tiro mi è passato tra le dita incredulo di poterlo salire, Marco a Imeter mi ha dovuto convincere a provarlo perché mi sembrava troppo per il mio dito malandato, e quando sono uscito il mio pensiero è stato per Marco che aveva creduto nelle mie possibilità mentre io mi sarei dato per vinto. Un'altra bella lezione dell'arrampicata, il corpo che sale gli ultimi metri della via col respiro affannato che cerca un ritmo, lo sforzo per schiacciarsi all'uscita dello strapiombo su quella canna svasa e la placca successiva sono momenti fantastici di questo viaggio. Non so… ma era da tempo che avevo bisogno di scalare con la testa leggera senza problemi, solo salire provare e al massimo cadere, per questo il Marocco è stato importante per ritrovare la leggerezza nell'arrampicata. I complimenti dei bambini, quando ho raggiunto la catena, e che subito dopo sono tornati a giocare fra campi verdi e terra brulla mi fanno capire che l'arrampicata è un attimo poi c'è la vita... Ma se l'arrampicata durasse una vita...? di Simone Pedeferri
Nella foto in alto: Marco Vago su "Le berbere et la gazelle" Nelle foto a sx, dall'alto:Simone Pedeferri su "Le berbere et la gazelle"; Marco Vago, Simone Pedeferri; Marocco, tra oasi e deserto. |
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