Arrampicata: Bimbaluna per Manolo

Intervista a Maurizio Manolo Zanolla dopo la salita del 20/01 di Bimbaluna 9a/9a+ a Saint Loup, in Svizzera.
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Nel bosco sotto la falesia di Bimbaluna
arch. Manolo

Dunque il “vecchiaccio” l’ha rifatto. Che Manolo avesse classe da vendere (a proposito quella anagrafica data 16 febbraio 1958: auguri!) nessuno l’ha messo mai in dubbio. Sarà un caso ma lo chiamano appunto il “Mago”. Ciò nonostante non poteva passare, e non è passata, inosservata questa sua nuova realizzazione su Bimbaluna in quel di Saint Loup, in Svizzera. Stessa falesia dove nel 2006 Manolo aveva salito Baing de sang, altra via storica nell’elenco delle top in odore di grado 9 – come si sa niente è più imprecisato nell’arrampicata della gradazione a “fine scala”.

Come in molti ricorderanno Bimbaluna fu salita nel marzo 2004 da François Nicole, fratello maggiore del forse più famoso Nicole. Il grado suggerito dall’apritore è 9a/9a+, confermato poi da Josune Bereziartu che ne ha fatta la prima ripetizione nel 2005. Ora però, come leggerete in questa intervista-conversazione post Bimbaluna, Manolo non si lascia prendere troppo dal grado…

Manolo, com’è iniziata la tua “storia” con Bimbaluna?
E’ una storia lunga e non so se può interessare… l’anno scorso il mio amico Walter aveva qualche giorno di vacanza e l’idea era di scalare a Cornalba dove avevo un progetto, ma la meteo era implacabilmente piovosa. Allora perché non andare a Saint Loup? Al dil à delle Alpi?

Dunque hai puntato su Bimbaluna…
In realtà non era mia intenzione provare Bimbaluna. Pensavo di non avere il livello per quel boulder (dicevano che aveva un boulder di 8a/b) ma una volta sotto non ho resistito: sembrava proprio la via per me

Cioè, com’è questa via?
Ha una prima parte facile, un buon recupero prima di una sezione dura e delicata e poi…ancora facile. Era proprio per me, e al secondo giorno ero già riuscito a concatenare la via top rope.

Sembrava una soluzione in libera da trovare in breve tempo…
Sembrava. Ma prima l’influenza, poi la fatica a trovare compagni per un viaggio così lungo (da casa mia sono quasi 800 km) con il rischio del meteo spesso contrario… insomma tutto era scivolato in primavera. Poi quel brutto incidente alla spalla che mi ha messo in stop… e Bimba luna era scivolata, insieme a tante altre cose, fuori dai sogni di tutti i cassetti.

Invece cosa è successo?
Quando in autunno il fisioterapista mi ha detto che era ora di provare a scalare sul serio pensavo che scherzasse perché avevo davvero paura di rompermi… ma ho provato ad ascoltarlo e a rimettermi in pista. E’ stato piuttosto frustrante non tenermi da nessuna parte, poi per fortuna ho trovato una falesia nuova e questo è stato motivante per ricominciare con entusiasmo.

Ed è ritornato il pensiero di Bimbaluna…
Ma… non avevo nessun riferimento quando ho deciso di ritornare in Svizzera per capire se ero ancora in grado di poter scalare su quelle cose…

Comunque hai ripreso la strada per la Svizzera…
Sì, ancora con Walter, il giorno dopo Natale abbiamo attraversato le Alpi…

Com’è andata questa seconda sessione di prove?
Il primo giorno ho cercato di riprendere le misure alla via. Al secondo sono caduto proprio alla fine emozionato e sorpreso di arrivare tanto facilmente così in alto. Al terzo non avevo più pelle sulle dita, ma stranamente restava ancora un briciolo di energia per un ottimo tentativo. Tutto questo era incoraggiante: forse potevo davvero farmi un bel regalo per il mio cinquantesimo compleanno…

Quindi è arrivato il terzo viaggio…
Sì, mi sentivo bene ma il meteo era orrendo, le previsioni svizzere davano un respiro di mezza giornata: era una follia attraversare l’Italia sotto la pioggia e la neve per poche ore di possibilità, ma sono partito ugualmente. Guido mi attendeva a Courmayeur e al di là del tunnel il tempo era buono. Ma al mattino presto la pioggia ha cominciato a cadere, la via era impraticabile e siamo fuggiti sotto un diluvio alla faccia della precisione svizzera. Il rientro è stato ancora più terribile dell’andata, ed è cominciato subito con tre ore di fila al tunnel seguita poi dalla neve fino a casa.

Il quarto tour quando arriva?
La settimana dopo: avevo una conferenza a Sestriere e poteva essere una buona occasione di passare per St Loup. Guido era libero e gentilmente mi ha accompagnato.

Bene, com’è andata?
La meteo era perfetta ed anche la fibra. Mi sentivo bene ma sono scivolato tre volte all’ultimo movimento… Il giorno dopo era ancora bello ma io non ne avevo proprio più: meglio scappare. Purtroppo a Curmayeur inciampo in una banda di matti e credo che ci sarebbe voluto il pallottoliere per contare le bottiglie. Il viaggio a Sestriere è terribile le strade sono orrende, e la testa mi sembra di averla dentro al motore.

Ma la storia evidentemente non è ancora finita…
Non riuscivo a dimenticarla... Ho impiegato una settimana a rimettermi ma non riuscivo a togliermi dalla testa quelle scivolate all’ultimo movimento. Non trovavo nessuno per ritornare e Guido aveva solo un giorno di tempo; mi sembrava esagerato rischiare ancora una volta ma alla fine sono ripartito…

Allora siamo (ancora, per la 5° volta) a St Loup e…
Il cielo è stellato e le civette cantano alla luna nel bosco… ho pensato: forse è un buon segno. Mi alzo al buio per 20 minuti di corsa, giusto il tempo per lasciare a Guido il modo di fondermi la caffettiera. Poi via di corsa per un paio ti tiri di riscaldamento: volo sul 6b, alla faccia delle civette.

E Bimbaluna?
Bimbaluna è ricoperta di magnesite (sicuramente il giorno prima qualcuno l’ha provata) faccio un giro per pulire e rivedere i movimenti poi parto, tremendamente emozionato… e mi ritrovo con estrema facilità all’ultimo passo ma, invece di alzare la mano verso l’appiglio più grande del boulder, alzo un piede: è come se mi si fosse spento il cervello e sono ancora giù. Mi arrabbio davvero non mi era mai successo di farmi prendere così da una via…

Il Manolo arrabbiato… com’è andata?
Guido mi incoraggia a scendere, a recuperare per mezzora e calmarmi. A terra mi tolgo le scarpe e comincio a pulirle maniacalmente, poi decido di partire immediatamente… quando passo, il terzo rinvio stà ancora dondolando, salto anche un appoggio ma questa volta mi tengo davvero e sono fuori… grido come un bambino. Poi via di corsa: sono appena passate le 10 e voglio approfittarne per non infilarmi nell’ennesima nebbia padana di notte.

Ora la domanda fatidica… i “numeri” di Bimbaluna: 9a/9a+?
No, non chiedermi il grado... non saprei rispondere. E’ indubbiamente un terreno a me congeniale e forse più che una via potrebbe essere un boulder, ma io non ne faccio e quindi non ho competenza. La rapidità con la quale l’ho risolta e la comparazione con altre vie che ho salito potrebbe sicuramente farmi pensare ad un grado eccessivo; ma non mi permetto assolutamente di andare oltre: per queste cose ormai lascio la mano.

Ma riesci a fare un raffronto tra Bain de sang e Bimbaluna, visto che le hai salite entrambe?
Sono molto diverse, pur correndo fianco a fianco sullo stesso muro leggermente strapiombante. Bain è meno compressa e un po’ meno boulderosa. Bimba è una via che praticamente si racchiude in 10 movimenti e può essere semplice per un bravo scalatore, ma se ti prende la testa può diventare velenosa, e questo può succedere. Con il senno di poi, credo più che mai che Bain sia molto simile a Solo per vecchi guerrieri mentre Bimba, almeno per me, è completamente diversa e tutto sommato nemmeno tanto aleatoria… se ti tieni. In più su questo tipo di vie dopo averle risolte si ha la sensazione che siano “semplici”, ma appunto succede solo dopo averle risolte.

Beh, allora non puoi esimerti dal dirci cosa ha significato per te questa Bimbaluna…
Questa via mi ha travolto per vari motivi e credo di aver sofferto più mentalmente che fisicamente: è stata davvero una strana esperienza.

Bimbaluna per festeggiare i tuoi 50anni a chi la dedichi?
non lo faccio mai ma questa volta devo davvero ringraziare molti… La Sportiva con la quale collaboro praticamente da sempre e onestamente anche se dovessi comprarmi le scarpe comprerei le loro. Roberto Giordani di “Montura” che mi ha dato la serenità per recuperare. Guido Azalea che mi ha fatto ridere anche all’ultimo movimento. François Nicole che ha aperto questa bellissima via. E, perché no, anche la mia famiglia che continua a sopportarmi. Ma soprattutto, davvero un enorme grazie a Marco Morelli che mi ha miracolosamente recuperato la spalla.





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