L'arrampicata ai tempi del Covid-19
Difficile non arrampicare. Anzi è proprio impossibile, per un climber, accettare di fermarsi. Stiamo pensando soprattutto a chi abita nelle cosiddette “zone rosse”, vecchie e nuove. Ma non solo a loro. Il fatto è che in questo momento, oltremodo difficile e complicato, bisognerebbe attingere a quanto di meglio l’arrampicata ci ha insegnato. Sui nostri limiti. Sull’impegno che ci vuole per superarli. Sulla calma e quella comprensione di noi stessi, fondamentale per non perdersi e per andare oltre. Bisognerebbe far tesoro di tutto questo e applicarlo aldilà della scalata. E anche di quel saper rinunciare che viene dall'alpinismo.
I più bravi poi, non necessariamente quelli più forti nella scalata, cercheranno anche un equilibrio nel tutto. Perché sanno che può essere anche un’ossessione la loro. Ma sanno anche che le difficoltà non si devono nascondere. Bisogna conoscere gli ostacoli. E occorre affrontare le proprie paure per vincerle. Per sfuggire all’isteria e alle ossessioni. Per darsi dei limiti. Per impegnarsi a superarli.
Dobbiamo crederci. Possiamo farcela. Come sanno andare oltre, i climber. A volte anche tutti assieme. Cercando di guardare avanti. Con responsabilità. Con fiducia, anche. Oltre quel necessario metro che fa da confine ai tempi del Coronavirus.
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Opera Vertical Patrick Edlinger