AlexAnna, nuova via per Larcher su P.ta Penia in Marmolada
Alla fine di agosto Rolando Larcher (C.A.A.I.) ha concluso AlexAnna (700m, 8a+/8b, 7b obbl.) nuova via sul Pilastro Lindo della parete sud-ovest della Punta Penia (Marmolada, Dolomiti).
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Rolando Larcher alla sosta dell'11 tiro di AlexAnna
arch. R.Larcher
Non poteva certo passare inosservata la nuova realizzazione che Rolando Larcher ha portato a termini negli ultimi giorni dell’agosto scorso. Sia per la ricerca di utilizzare il più possibile protezioni naturali, sia per la difficoltà proposte: 8a+/8b, con tratti di 7b obbligatorio, ma anche e forse soprattutto per il posto “mitico” dove è stata aperta: il bellissimo Pilastro Lindo sulla parete sud-ovest della Punta Penia in Marmolada.
AlexAnna, il nuovo itinerario che prende il nome dai figli di Rolando, come lui stesso spiega: “corre tra la classica Soldà e la Larcher-Vigiani (altra top via aperta da Rolando appunto con Roberto Vigiani nel 2000 ndr); ha uno sviluppo totale di 700m per 17 tiri, di cui i primi tre sono in comune con la storica Soldà - questo perché è praticamente impossibile salire in arrampicata libera lungo gli aggettanti strapiombi iniziali”.
“Per aprirla” prosegue Larcher “ho impiegato 6 giornate: 4 l’anno scorso e 2 in quest’estate tanto travagliata meteorologicamente. L’ho salita sempre da capocordata e per queste 6 uscite devo ringraziare Michele Cagol, Michele Paissan, Francesco Mich e Roberto Pedrotti, 4 volenterosi amici che pazientemente mi hanno assicurato al freddo dei 3000m. Ma un ringraziamento va anche ad Alex ed Andrea, rispettivamente gestori del rifugio Capanna Penia e del rifugio Contrin, per il loro supporto.”
Naturalmente un posto d’onore spetta all’idea che ha partorito il tutto e al modo in cui tutto si è concretizzato. “La linea che avevo progettato” spiega Rolando “era molto ambiziosa ed incerta: gran strapiombi alternati a placche compattissime, il tutto amplificato dalla scelta di affrontarla in stile tradizionale, deciso ad arrivare in cima solo in arrampicata libera. Per farlo ho cercato di utilizzare soprattutto protezioni veloci arrendendomi solo nei tratti dove ciò era impossibile. Infatti, sulla via ho utilizzato in totale 11 spit (piantati a mano) proprio dove la roccia non presentava altra possibilità. A questi vanno aggiunti due spit per ogni sosta. E alla fine posso dire che il progetto mi è riuscito: un’incredibile e miracolosa teoria di appigli ed appoggi, mi hanno condotto fino all’uscita in vetta…”
Sul versante delle difficoltà, Rolando precisa che “sono state notevoli, ma quella predominante è stata sicuramente il freddo, dovuto alla quota e all’esposizione. Nella prima metà della via sono riuscito a salire a-vista con difficoltà sino al 7a+. Mentre la seconda mi è riuscita sempre in libera ma con dei resting, per le altissime e continue difficoltà che a mio parere raggiungono il grado 8a+/8b, con tratti di 7b obbligatorio”.
Il progetto però non è ancora concluso definitivamente perché, com’è nel suo stile, Rolando vuole chiudere il cerchio ripetendo la via Rotpunkt. Anche se precisa che, vedendo le giornate accorciarsi e le pessime previsioni meteo, per quest’ultimo tassello mancante dovrà rassegnarsi a rimandare il tutto all’estate 2009…
Intanto però è nata AlexAnna una via che, ritornando a quella descrizione di “un’incredibile e miracolosa teoria di appigli ed appoggi…”, sembra già contenere nel DNA i requisiti per diventare un riferimento per quei climber che cercano grande impegno, bellezza e anche bel stile. A proposito di stile… Larcher ci ha accennato di una fila ravvicinata di spit che ha scoperto mentre saliva l’ultimo tiro della sua via. Ma questa ovviamente è un’altra storia e anche tutto un altro stile.
AlexAnna, il nuovo itinerario che prende il nome dai figli di Rolando, come lui stesso spiega: “corre tra la classica Soldà e la Larcher-Vigiani (altra top via aperta da Rolando appunto con Roberto Vigiani nel 2000 ndr); ha uno sviluppo totale di 700m per 17 tiri, di cui i primi tre sono in comune con la storica Soldà - questo perché è praticamente impossibile salire in arrampicata libera lungo gli aggettanti strapiombi iniziali”.
“Per aprirla” prosegue Larcher “ho impiegato 6 giornate: 4 l’anno scorso e 2 in quest’estate tanto travagliata meteorologicamente. L’ho salita sempre da capocordata e per queste 6 uscite devo ringraziare Michele Cagol, Michele Paissan, Francesco Mich e Roberto Pedrotti, 4 volenterosi amici che pazientemente mi hanno assicurato al freddo dei 3000m. Ma un ringraziamento va anche ad Alex ed Andrea, rispettivamente gestori del rifugio Capanna Penia e del rifugio Contrin, per il loro supporto.”
Naturalmente un posto d’onore spetta all’idea che ha partorito il tutto e al modo in cui tutto si è concretizzato. “La linea che avevo progettato” spiega Rolando “era molto ambiziosa ed incerta: gran strapiombi alternati a placche compattissime, il tutto amplificato dalla scelta di affrontarla in stile tradizionale, deciso ad arrivare in cima solo in arrampicata libera. Per farlo ho cercato di utilizzare soprattutto protezioni veloci arrendendomi solo nei tratti dove ciò era impossibile. Infatti, sulla via ho utilizzato in totale 11 spit (piantati a mano) proprio dove la roccia non presentava altra possibilità. A questi vanno aggiunti due spit per ogni sosta. E alla fine posso dire che il progetto mi è riuscito: un’incredibile e miracolosa teoria di appigli ed appoggi, mi hanno condotto fino all’uscita in vetta…”
Sul versante delle difficoltà, Rolando precisa che “sono state notevoli, ma quella predominante è stata sicuramente il freddo, dovuto alla quota e all’esposizione. Nella prima metà della via sono riuscito a salire a-vista con difficoltà sino al 7a+. Mentre la seconda mi è riuscita sempre in libera ma con dei resting, per le altissime e continue difficoltà che a mio parere raggiungono il grado 8a+/8b, con tratti di 7b obbligatorio”.
Il progetto però non è ancora concluso definitivamente perché, com’è nel suo stile, Rolando vuole chiudere il cerchio ripetendo la via Rotpunkt. Anche se precisa che, vedendo le giornate accorciarsi e le pessime previsioni meteo, per quest’ultimo tassello mancante dovrà rassegnarsi a rimandare il tutto all’estate 2009…
Intanto però è nata AlexAnna una via che, ritornando a quella descrizione di “un’incredibile e miracolosa teoria di appigli ed appoggi…”, sembra già contenere nel DNA i requisiti per diventare un riferimento per quei climber che cercano grande impegno, bellezza e anche bel stile. A proposito di stile… Larcher ci ha accennato di una fila ravvicinata di spit che ha scoperto mentre saliva l’ultimo tiro della sua via. Ma questa ovviamente è un’altra storia e anche tutto un altro stile.
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