Alessandro Zeni ripete Thin Ice a Terlago
Il report di Alessandro Zeni che il 29/12/2015 a Terlago (Arco, TN) ha ripetuto Thin Ice, la via d'arrampicata gradata 8c e liberata da Nicolas Favresse nel 2007.
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Alessandro Zeni ripete Thin Ice 8c a Terlago
archivio Alessandro Zeni
É una bellissima giornata di sole nella valle del Sarca, forse troppo per intraprendere una scalata tanto tecnica dove la lista piu grande non supera il centimetro di grandezza... Ma non m'importa, qui sto bene e mi diverto con un grande amico, è questo ciò che conta di più.
Stringo al massimo le mie scarpette prima di partire e ripasso mentalmente ogni movimento. Mentre una leggera brezza prende forza, un'involontaria mimica delle mani mi illude di aver già iniziato la salita. Abbandono questo miraggio e con gli occhi cerco di cogliere gli ultimi segreti di questo muro, mentre stringo con forza il nodo all'imbrago.
Freddi raggi di un anemico sole invernale rimbalzano, si allungano e si frantumano tra queste piccole rughe e fanno apparire questa distesa di roccia ancora piu liscia e impenetrabile.
Mi sudano le mani ma l'impazienza prende il sopravvento. Parto con passo sicuro, avanzo lento, mi sento particolarmente leggero. Come una goccia d'acqua che scivola su una sottile lastra ghiacciata che potrebbe frantumarsi e svanire in un istante, abbandono il mio corpo l'istinto.
Tendini e muscoli sono tesi al massimo, pronti a scattare come una catapulta caricata da un filo di seta... la mente è in perfetta simbiosi con il corpo, saltella e gioca tra le proiezioni future di questa delicata danza verticale e torna nel presente a suggerirmi la prossima nota musicale. Come un cristallo di brina sorpreso dalle prime luci dell'alba sciolgo lentamente tensioni e paure. Stringo al massimo queste piccole schegge di roccia e ascolto il pulsare del mio cuore sulla punta delle dita.
Mi sento libero, ogni movimento diventa fluido ed essenziale. Ad un tratto un'improvvisa scivolata del piede destro fa breccia nella mia concentrazione, mi irrigidisco e tremo. Riempio i polmoni con un profondo respiro che come pioggia dilava questa improvvisa foschia fatta di incertezze e paure.
Proseguo in questa giungla di reglette, come un piccolo albero attratto dalla luce del sole. Lo sguardo ricerca il profilo di ogni più piccolo frammento di roccia che pian piano appare più marcato. Il respiro ritmico e costante accompagna la mia salita. In un attimo mi ritrovo su quell'ultimo movimento che la scorsa volta mi aveva respinto ad un passo dalla riuscita.
Ricerco la massima concentrazione, l'adrenalina annulla la fatica, prendo magnesio e senza pensarci troppo supero anche quest'ultima barriera.
Poco prima di passare la catena, Sky mi grida con gioia: "Grande Ale!" Guardo in basso, guardo il percorso che ho appena fatto.
Non ho salito solo una grande via, ma sono riuscito a fare una lenta e bellissima pattinata verticale. È in questo 29 dicembre che, dopo 3 giornate di tentativi (7 in totale), salgo una splendida linea liberata nel 2007 da Nicolas Favresse. Thin ice!
Grazie all'amico Riccardo Scarian "Sky" con il quale ho condiviso questo bellissimo momento. Sono passati quasi 7 anni dopo la sua prima ripetizione ed è stato bello seguire ancora una volta le sue orme. Ora si passa a nuovi progetti, nuove vie e nuovi sogni!
Stringo al massimo le mie scarpette prima di partire e ripasso mentalmente ogni movimento. Mentre una leggera brezza prende forza, un'involontaria mimica delle mani mi illude di aver già iniziato la salita. Abbandono questo miraggio e con gli occhi cerco di cogliere gli ultimi segreti di questo muro, mentre stringo con forza il nodo all'imbrago.
Freddi raggi di un anemico sole invernale rimbalzano, si allungano e si frantumano tra queste piccole rughe e fanno apparire questa distesa di roccia ancora piu liscia e impenetrabile.
Mi sudano le mani ma l'impazienza prende il sopravvento. Parto con passo sicuro, avanzo lento, mi sento particolarmente leggero. Come una goccia d'acqua che scivola su una sottile lastra ghiacciata che potrebbe frantumarsi e svanire in un istante, abbandono il mio corpo l'istinto.
Tendini e muscoli sono tesi al massimo, pronti a scattare come una catapulta caricata da un filo di seta... la mente è in perfetta simbiosi con il corpo, saltella e gioca tra le proiezioni future di questa delicata danza verticale e torna nel presente a suggerirmi la prossima nota musicale. Come un cristallo di brina sorpreso dalle prime luci dell'alba sciolgo lentamente tensioni e paure. Stringo al massimo queste piccole schegge di roccia e ascolto il pulsare del mio cuore sulla punta delle dita.
Mi sento libero, ogni movimento diventa fluido ed essenziale. Ad un tratto un'improvvisa scivolata del piede destro fa breccia nella mia concentrazione, mi irrigidisco e tremo. Riempio i polmoni con un profondo respiro che come pioggia dilava questa improvvisa foschia fatta di incertezze e paure.
Proseguo in questa giungla di reglette, come un piccolo albero attratto dalla luce del sole. Lo sguardo ricerca il profilo di ogni più piccolo frammento di roccia che pian piano appare più marcato. Il respiro ritmico e costante accompagna la mia salita. In un attimo mi ritrovo su quell'ultimo movimento che la scorsa volta mi aveva respinto ad un passo dalla riuscita.
Ricerco la massima concentrazione, l'adrenalina annulla la fatica, prendo magnesio e senza pensarci troppo supero anche quest'ultima barriera.
Poco prima di passare la catena, Sky mi grida con gioia: "Grande Ale!" Guardo in basso, guardo il percorso che ho appena fatto.
Non ho salito solo una grande via, ma sono riuscito a fare una lenta e bellissima pattinata verticale. È in questo 29 dicembre che, dopo 3 giornate di tentativi (7 in totale), salgo una splendida linea liberata nel 2007 da Nicolas Favresse. Thin ice!
Grazie all'amico Riccardo Scarian "Sky" con il quale ho condiviso questo bellissimo momento. Sono passati quasi 7 anni dopo la sua prima ripetizione ed è stato bello seguire ancora una volta le sue orme. Ora si passa a nuovi progetti, nuove vie e nuovi sogni!
Mi permetto infine di fare una piccola precisazione riguardo la difficoltà. Prima di iniziare i miei tentativi, ho saputo della rottura di un rovescio all'entrata della via (2°spit). A mio parere questa rottura non influenza la precedente gradazione (8c) ma la rende, probabilmente, solo un po' piu' "piccante".
di Alessandro Zeni
Alessandro Zeni ringrazia i suoi sponsor: Grivel, La Sportiva, Montura
Note:
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