Addio a Tom Frost, leggenda dell'età d’oro dell'arrampicata nello Yosemite
È deceduto ieri il visionario climber statunitense Tom Frost all'età di 81 anni. Nato nel 1937 a Hollywood, Frost si era laureato in ingegneria presso la Stanford University nel 1958, lo stesso anno in cui ha visitato per la prima volta la Yosemite Valley. Le immense pareti di granito sarebbero diventate formative per l’evoluzione personale di Frost che poi, insieme a climber come Royal Robbins, Chuck Pratt e Yvon Chouinard, ha ben presto incarnato il periodo conosciuto come l'età d'oro dell’arrampicata nello Yosemite degli anni ’60 e ’70 .
Già nel 1960 Frost ha lasciato il segno con la prima ripetizione di The Nose in soli 7 giorni insieme a Joe Fitschen, Chuck Pratt ed uno dei suo grandi compagni di scalata, Royal Robbins, mentre nel 1961 ha alzato l’asticella con la prima salita della Salathé Wall. Un nuovo standard in termini di stile per le future generazioni, Frost, Pratt e Robbins hanno aperto la seconda via su El Capitan in soli nove giorni e mezzo, con corde fisse soltanto nel primo terzo della via prima di avventurarsi verso l’incognita in alto per i successivi sei giorni. In più, sono stati utilizzati soltanto 13 chiodi ad espansione, in risposta ai 125 utilizzati durante il 47 giorni della prima salita di The Nose effettuata da Warren Harding, Wayne Merry e George Whitmore tra il 1957 e 1958. Lo stile impeccabile della salita ha reso la Salathé Wall un autentico monumento dell’arrampicata big wall.
Tre anni più tardi Frost si è legato nuovamente a Robbins e Pratt e, questa volta, anche ad un altro grande compagno di cordata, Yvon Chouinard, per effettuare una nuova rivoluzionaria prima salita, la North America Wall su El Capitan. Dal 22 al 31 Ottobre 1964 i tre hanno salito l’inviolata parete sud-est di El Cap, creando una delle più difficili vie al mondo per l’epoca, perlopiù in una spinta unica dal basso. Frost non era tutto Yosemite però e aveva viaggiato molto, lasciando le sue “poche tracce” anche in Canada, nelle Alpi ed in Himalaya. Salite da non tralasciare includono il Pilastro Nascosto del Freney nel massiccio del Monte Bianco nel 1963, la prima ascensione del Monte Kangtega in Himalaya con Edmund Hillary nello stesso anno, Lotus Flower Tower nel Cirque of the Unclimbables in Canada nel 1968, ed un ruolo fondamentale nella prima salita della parete sud dell’Annapurna nel 1970.
L’importanza di Frost per il mondo verticale non si limita però alle sue innumerevole vie. Alla fine degli anni '90, ad esempio, ha giocato un ruolo fondamentale nel salvataggio del storico campeggio per i climbers dello Yosemite, il Camp 4, anche se probabilmente sarà ricordato soprattutto per le sue bellissime foto in bianco e nero, scattate con la sua fedele Leica, di quel periodo pionieristico sulle pareti dello Yosemite. Frost ha anche applicato le sue abilità ingegneristiche allo sviluppo del materiale per l’arrampicata e insieme a Yvon Chouinard ha inventato i RURPS e gli stopper Hexentrics.
Probabilmente però l’eredità più grande che Frost ci lascia è la sua difesa per uno stile ed un’etica pulita. Frost e Chouinard hanno spiegato la loro visione nel rivoluzionario e famoso testo "Una parola”, apparso nel catalogo di Chouinard del 1972. Frost ha ampliato la sua tesi ulteriormente per il convegno nel 2002 di Innsbruck sul futuro dei sport di montagna, e per molti aspetti quelle idee a favore del “clean climbing” in particolare e la sostenibilità e l'ambientalismo in generale appaiono più rilevanti e pressanti oggi di quanto lo fossero quando scritte quasi cinquant’anni fa. Il suo motto, "How you do anything is how you do everything” ovvero, “come fai una cosa conta sopra ogni cosa” continuerà ad ispirare generazioni.
La fotografia di Tom Frost
Yvon Chouinard su Tom Frost
Tommy Caldwell su Tom Frost