A Boulder, una lettera da Alpinismo

Mariana Zantedeschi e la sua lettera a Boulder scritta dal fratello Alpinismo, che svela l'amore per l'arrampicata che infine unisce tutti.
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A Boulder da Alpinismo
Giovanni Avesani
Si scherza e si ride, ma tra alpinisti, arrampicatori e boulderisti a volte rimane un po' di diffidenza... Mariana Zantedeschi, di cuore alpinista e arrampicatrice, è stata trascinata ad una seduta di boulder outdoor dove per lei "è stato interessantissimo scoprire quanto sia bellissimo e particolare il boulder" ma soprattutto ha potuto osservare "le stesse manie, patologie :-) e fantastiche potenzialità di chi si nutre di arrampicata!" Per questo ha pensato bene di scrivere questa lettera a "Boulder" firmata suo fratello… "Alpinismo".


Caro Boulder,

sono Alpinismo, e devo ammetterti che a volte ho avuto un po’ di retaggio eroico. Che stupido errore giudicare senza conoscere, senza provare e sperimentare…ma ieri ho capito tante cose!

Sono sceso dalle alte cime per inoltrarmi in un bosco di fondovalle… pfiu, niente di meno eroico! Eppure ho constatato che l’Essenza della Natura è la stessa in un panorama visto dall’alto e nei colori autunnali di una faggeta.

Ho avuto la possibilità di inoltrarmi nella tua deep soul perché un amico a cui piaci mi ha invitato a passare una giornata con dei tipici ragazzi boulderisti. E uno dopo l’altro mi sono caduti tanti sciocchi pregiudizi, finché nelle ultime ore prima del tramonto mi sono ritrovato ad entusiasmarmi davanti alle tue sfide più degli stessi praticanti! Il mondo si era girato, e quando è stato buio anch’io ero uno di voi, che sensazione rappacificante! Ah, se fossimo stati buoni amici fin da subito Boulder! Non avremmo forse evitato stupidi cliché e futili polemiche?

TIFO E URLA
Mi sono chiesto tante volte perché l’etere tranquillo e silenzioso della Natura dovesse essere squarciato da incitamenti come "gooo ooon man!", "you’ve got it!", "c-mon!!", da urla come "aaaaargh", "uaaaa", "rrrrrgh". E perché mai in alcune sale indoor spesso danno musica martellante?
E solo provando ed osservandoti ho capito: l’incitamento in questa attività diventa quasi una regola etica. Lo sforzo fisico è talmente intenso, e talmente concentrato in un lasso di tempo breve, che un tifo sfegatato diventa ingrediente apprezzato per la buona soluzione dell’itinerario. E se ho concluso un’uscita, con un movimento per me molto inusuale, è stato proprio perché dal basso c’erano quattro persone che mi gridavano talmente tanti incitamenti che deluderli diventava un crimine!
E quelle urla scaturite dall’intestino più profondo del boulderista nel lancio verso una presa più alta? Bè spontanee sono uscite anche dalla mia delicata bocca di silenzioso inseguitore di ascetiche vette, e senza quegli sfoghi chissà se avrei agguantato quella salvifica tacchetta…
E la musica? Così poco eroica…e che mi sembrava così cacofonica? Ebbene siamo liberi di caricarci con quello che ci sembra più adeguato, e dunque… benvenuta musica unz unz!

FRATELLANZA
Ah la cordata…che formazione poetica: un legame che unisce due persone sulla lama di una cresta affilata, che impedisce al compagno di cadere in un crepaccio, o piombare a terra! Quanta retorica…
E che dire degli amici che mi hanno parato mentre mi applicavo per la prima volta a questa nuova disciplina? E il compagno che con un placcaggio da rugbista mi ha salvato la schiena da un masso affilato? Ma questo è lo stesso concetto di una cordata! Ma pensa un po’…e io che pensavo di essere unico. Ed a chi dirà che sei una disciplina da individualisti dirò che non lo sei più di me!

PERFEZIONE E PIGNOLERIA
Per me solo una cosa deve essere perfetta: la protezione, perché ne va della mia vita. Ma perfetta quella, per gran parte dei miei praticanti il movimento può essere anche un po’ sgraziato, l’importante è arrivare in sosta tutti interi. E su gradi medi se una presa non mi piace è probabile che la roccia me ne offra un’altra che mi soddisfa di più.
Ma in te boulder, per riuscire bene, tutto deve essere perfetto. Tutto. E se tutto lo sarà, agli occhi dello spettatore l’ascensione parrà una poesia. Ecco la perfezione più bella!
Tutto è racchiuso in una piccolissima area, e per muoversi in uno spazio così angusto ogni cosa deve tendere alla perfezione: il movimento è quello lì, solo quello: "piede lì e mano là, poi giri il bacino così, e prendi quella presa, eh no mi dispiace non quella lì, se no ti trovi sbilanciato! Questa, ecco giusto!". Le poche speranze obbligano alla perfezione di movimento o non si passa!
Eh ma i tuoi praticanti boulderisti sono maniaci! "Ma che vi importa se non avete tutta quella quantità di magnesite sulle mani, e che vi importa se non è quella liquida! Addirittura vi costruite un bastone e ci attaccate in cima uno spazzolino per pulire le tacchette più alte?! Ma tacete e salite su quel sasso!!". Eppure la strada per arrivare in cima è proprio questa: il particolare perfetto. I tuoi praticanti, Boulder, sono degli ottimi Samurai: perfetti perfezionisti fino alla vittoria.

PSICOLOGIA
Pensavo di avere più testa: gli alpinisti devono rimanere concentratissimi per svariate centinaia di metri. Ma dopo aver provato a salire su un sasso ho capito che voi siete come succhi di frutta concentrati! I boulderisti mettono in campo la stessa concentrazione dello scalatore, con la differenza che la concentrano in quattro/cinque metri ed in poco più di un minuto di tempo. Insomma la loro testa è una potente bomba ad orologeria, abbinata ad un fisico altrettanto esplosivo.
"I boulderisti son femminucce", mi dispiace Boulder se a volte ho parlato con questi termini (per di più così scioccamente sessisti). Sappi che io, piuttosto di affrontare in parete un passaggio che si avvicina ad una difficile mossa boulder, per la fifa mi calo in doppia e torno a casa, sebbene magari sia su una via sportiva ed abbia la sicurezza della corda!

ESTETICA
Un giorno un signore mi disse: "Veder arrampicare è come vedere un danza", ebbene ora risponderei: "E’ vero, ma non hai ancora visto il Boulder". Lì se non danzi con armonia, e non ti muovi con fluidità ed agilità non porti a casa il sasso…se l’arrampicata sta alla danza il Boulder sta alla danza classica russa, la più raffinata.

NUCLEO
Il problema, penso di aver capito caro Boulder, è che alcuni alpinisti di vecchio retaggio ti vedono ancora come un surrogato dell’arrampicata… ma tu ti sei emancipato ormai da decadi! Tu sei una disciplina a sé stante, e cammini con le tue gambe e le tue peculiarità.
Abbiamo avuto una partenza in comune, la stessa madre, Roccia, che poi ci ha cresciuti liberi di prendere le nostre strade! Io sono pieno di fronzoli: corde, protezioni, magheggi meccanici, imbraghi, caschetti, zaini. Tu invece sei essenziale, tu sei il nucleo primordiale dell’arrampicata: il movimento. Mi hai lasciato le cime e ti sei tenuto la perfezione!

Tuo fratello Alpinismo




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