5 vie tra Piz Ciavazes e Prima Torre del Sella
Cinque vie di arrampicata sul Piz Ciavazes e sulla Prima Torre del Sella presentate dalla Guida alpina Alberto De Giuli e risistemate l'estate scorsa dalla Guida alpina Renato Bernard e dallo stesso De Giuli.
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L'impressionante Piz Ciavazes, Gruppo del Sella, Dolomiti
Planetmountain.com
Presentiamo quattro belle vie sul Piz Ciavazes e una sulla Prima Torre del Sella. Sono cinque itinerari che hanno tutti una piccola storia da raccontare. La più recente è quella di "Non c'è due senza te", aperta nel nuovo millennio da Renato e Petra Bernard a spit. Le altre invece, la Roberta 83, Giovanni Paolo II, la combinazione Baci da Honolulu + ALFA e Icterus (l'unica sulla Prima Torre del Sella), risalgono agli anni '70 ed '80 ed erano state aperte con una serie variegata di protezioni, dai chiodi normali ai chiodi a pressione, ai fix.
Per essere precisi, Roberta 83 era stata aperta nel 1983 a fix da Roberto Platter e Luigi Felicetti. La Giovanni Paolo II risale invece al 1978 ad opera di Bepi de Francesch e Fiorenzo Vanzetta che avevano usato un misto di chiodi normali e a pressione, mentre sulla combinazione Baci da Honolulu + Al.Fa aperte da Mauro Roversi e Ornella Calza, Aldo Leviti e Fabio Longo, c'erano già degli spit. Infine Icterus, aperta nel 1983 da Hanspeter Eisendle e Gerhard König, era stata salita con chiodi e protezioni veloci tranne il primo tiro che, dopo un tentativo di Eisendle in stile trad arrestatosi dopo 12m, è stato spittato successivamente all'apertura (Eisendle e König avevano concluso la via in poche ore raggiungendo la sosta alla base del 2° tiro dalla via Rossi).
L'estate scorsa Renato Bernard, guida alpina e gran conoscitore del Sella, insieme al suo collega Alberto De Giuli hanno richiodato e risistemato a spit queste 5 vie. Il loro lavoro è partito dal concetto che occorreva rispettare il più possibile gli obiettivi originali dei primi salitori ma anche riproporre queste vie andate in disuso. Il che si è tradotto soprattutto nella sostituzione dei vecchi spit e/o dei vecchi chiodi con spit, e solo raramente nell'aggiunta (come su "Non c'è due senza te" e "Giovanni Paolo II") di qualche spit sui tiri. Anche in questi casi però le vie rimangono con spit distanziati e sempre impegnative, nonché - è sempre bene ricordarlo - in un ambiente che necessita una preparazione e un'attenzione particolari.
Alla storia di questi itinerari è stata quindi aggiunta una nuova pagina. Noi di PlanetMountain crediamo che, se fatte in maniera mirata ed intelligente, azioni come queste possano essere positive. Ma attenzione, questo ovviamente non significa che si possano rispittare tutte le vie tout-court, anzi. Tutte le vie hanno appunto la loro storia da analizzare e rispettare, un bagaglio culturale enorme ed importante che arricchisce l'immenso bacino dell'alpinismo nelle Dolomiti e le Alpi.
Condividiamo dunque il pensiero di Hanspeter Eisendle, apritore di Icterus con Gerhard König, che rispondendo ad una email di Alberto De Giuli proprio sulla nuova versione della sua via ha così sintetizzato il suo pensiero:
Caro Alberto, per il momento ho pochissimo tempo per commentare le cose, devo soltanto agire. Nonostante ciò sono riuscito anch'io a ripetere il mutante (ndr: Icterus nella nuova versione) e anch'io mi sono divertito. Ti ho già scritto che il valore più alto che troviamo in montagna è la possibilità di viverla da anarchici e selvaggi. In questo senso non credo che la via sia mia o di qualcun altro. Io ho soltanto avuto la mia esperienza privata e irripetibile - adesso ancora di meno. Ora però tutti trovano che la via è divertente (anch'io appunto). Prima richiedeva un grande impegno e una sfida (apprezzati e accettati da pochi). Dipende tutto dal punto di vista. In generale penso che una soluzione sarebbe da un lato chiodare vie divertenti su pareti nuove, come segno di questo tempo, e dall'altro ripetere le vie Trad con i mezzi moderni trad, segni di un altro tempo in maniera da distinguere il pesce dalla carne.
Ma fino a quando c`è soltanto una cordata che richioda a spit una via di un'altra cordata non vedo nessun problema; tra persone colte e amichevoli non esiste la polemica. Ma pensa cosa potrebbe succedere se grandi organizzazioni, come il CAI o l`Alpenverein tedesco (820.000 soci) o l`AGAI o Gardaland o Autogrill, incominciassero a risanare sistematicamente le vie più in voga delle Dolomiti o delle Alpi... non penso che potremo divertirci ancora da selvaggi e anarchici. Ed è questa l`unica cosa che temo, quando i veri affaristi ci metteranno le mani dove andremo a scoprire, noi 5 coglioni, i 1000 effetti delle diverse paure. Questo è anche il mio commento... E speriamo che prima o poi ci incontreremo veramente!
Ciao Hanspeter
ESTATE 2009 di Alberto De Giuli
"Tra la fine della primavera e metà estate dell'anno scorso, in compagnia della guida alpine Renato Bernard e qualche amico abbiamo richiodato due vie stupende sul Piz Ciavazes, andate in disuso. Si tratta di vie in placca un po' fuori moda, dove l'uso dei piedi (soprattutto su Baci da Honolulu) è fondamentale. In 10 minuti dal parcheggio si è all'attacco, le pareti sono al sole tutto il giorno e si può godere questa arrampicata fantastica anche in tarda stagione, quando il caos che gravita intorno al Ciavazes se n'è finalmente andato.
Qualcuno si è domandato se c'era un'idea di "risanamento" delle vie, un progetto nulla di tutto ciò. Avevo in mente di richiodare la Roberta e Renato si è subito reso disponibile per questa operazione. Gabriele Bonanno del Rifugio Carlo Valentini ci ha messo a disposizione tasselli e placchette attraverso il Val di Fassa Climbing, e il nostro tempo libero in quei 2-3 mesi l'abbiamo passato su quella parete, perché finita Roberta siamo passati su Baci da Honolulu, poi AlFa, e infine i 2 tiri bellissimi di Tabasco.
"Non c'è due senza te" e "Giovanni Paolo II" sono due vie divertenti sempre a spit, ad opera di Renato Bernard e compagni, che hanno ripreso in parte vecchi itinerari in parte a chiodi a pressione, la Aldo Moro e la Giovanni Paolo II. La chiodatura anche qui non è ravvicinata, nonostante abbiamo aggiunto (sempre l'estate scorsa) uno spit qua e là lungo i tiri, dove ci sembravano un po' troppo lunghi. Poi infine c'è anche Icterus, la bellissima via di Hanspeter Eisendle e Gerhard König che abbiamo richiodata con spit non sempre vicini, e raddrizzata nel terzo tiro dove presentava una traversata a corda.
Per tutte queste vie c'è da dire che nonostante il fatto che siano chiodate interamente a spit, si tratta sempre di itinerari di montagna di un certo impegno, poiché le distanze tra le protezioni sono rimaste più o meno uguali all'origine."
Per essere precisi, Roberta 83 era stata aperta nel 1983 a fix da Roberto Platter e Luigi Felicetti. La Giovanni Paolo II risale invece al 1978 ad opera di Bepi de Francesch e Fiorenzo Vanzetta che avevano usato un misto di chiodi normali e a pressione, mentre sulla combinazione Baci da Honolulu + Al.Fa aperte da Mauro Roversi e Ornella Calza, Aldo Leviti e Fabio Longo, c'erano già degli spit. Infine Icterus, aperta nel 1983 da Hanspeter Eisendle e Gerhard König, era stata salita con chiodi e protezioni veloci tranne il primo tiro che, dopo un tentativo di Eisendle in stile trad arrestatosi dopo 12m, è stato spittato successivamente all'apertura (Eisendle e König avevano concluso la via in poche ore raggiungendo la sosta alla base del 2° tiro dalla via Rossi).
L'estate scorsa Renato Bernard, guida alpina e gran conoscitore del Sella, insieme al suo collega Alberto De Giuli hanno richiodato e risistemato a spit queste 5 vie. Il loro lavoro è partito dal concetto che occorreva rispettare il più possibile gli obiettivi originali dei primi salitori ma anche riproporre queste vie andate in disuso. Il che si è tradotto soprattutto nella sostituzione dei vecchi spit e/o dei vecchi chiodi con spit, e solo raramente nell'aggiunta (come su "Non c'è due senza te" e "Giovanni Paolo II") di qualche spit sui tiri. Anche in questi casi però le vie rimangono con spit distanziati e sempre impegnative, nonché - è sempre bene ricordarlo - in un ambiente che necessita una preparazione e un'attenzione particolari.
Alla storia di questi itinerari è stata quindi aggiunta una nuova pagina. Noi di PlanetMountain crediamo che, se fatte in maniera mirata ed intelligente, azioni come queste possano essere positive. Ma attenzione, questo ovviamente non significa che si possano rispittare tutte le vie tout-court, anzi. Tutte le vie hanno appunto la loro storia da analizzare e rispettare, un bagaglio culturale enorme ed importante che arricchisce l'immenso bacino dell'alpinismo nelle Dolomiti e le Alpi.
Condividiamo dunque il pensiero di Hanspeter Eisendle, apritore di Icterus con Gerhard König, che rispondendo ad una email di Alberto De Giuli proprio sulla nuova versione della sua via ha così sintetizzato il suo pensiero:
Caro Alberto, per il momento ho pochissimo tempo per commentare le cose, devo soltanto agire. Nonostante ciò sono riuscito anch'io a ripetere il mutante (ndr: Icterus nella nuova versione) e anch'io mi sono divertito. Ti ho già scritto che il valore più alto che troviamo in montagna è la possibilità di viverla da anarchici e selvaggi. In questo senso non credo che la via sia mia o di qualcun altro. Io ho soltanto avuto la mia esperienza privata e irripetibile - adesso ancora di meno. Ora però tutti trovano che la via è divertente (anch'io appunto). Prima richiedeva un grande impegno e una sfida (apprezzati e accettati da pochi). Dipende tutto dal punto di vista. In generale penso che una soluzione sarebbe da un lato chiodare vie divertenti su pareti nuove, come segno di questo tempo, e dall'altro ripetere le vie Trad con i mezzi moderni trad, segni di un altro tempo in maniera da distinguere il pesce dalla carne.
Ma fino a quando c`è soltanto una cordata che richioda a spit una via di un'altra cordata non vedo nessun problema; tra persone colte e amichevoli non esiste la polemica. Ma pensa cosa potrebbe succedere se grandi organizzazioni, come il CAI o l`Alpenverein tedesco (820.000 soci) o l`AGAI o Gardaland o Autogrill, incominciassero a risanare sistematicamente le vie più in voga delle Dolomiti o delle Alpi... non penso che potremo divertirci ancora da selvaggi e anarchici. Ed è questa l`unica cosa che temo, quando i veri affaristi ci metteranno le mani dove andremo a scoprire, noi 5 coglioni, i 1000 effetti delle diverse paure. Questo è anche il mio commento... E speriamo che prima o poi ci incontreremo veramente!
Ciao Hanspeter
ESTATE 2009 di Alberto De Giuli
"Tra la fine della primavera e metà estate dell'anno scorso, in compagnia della guida alpine Renato Bernard e qualche amico abbiamo richiodato due vie stupende sul Piz Ciavazes, andate in disuso. Si tratta di vie in placca un po' fuori moda, dove l'uso dei piedi (soprattutto su Baci da Honolulu) è fondamentale. In 10 minuti dal parcheggio si è all'attacco, le pareti sono al sole tutto il giorno e si può godere questa arrampicata fantastica anche in tarda stagione, quando il caos che gravita intorno al Ciavazes se n'è finalmente andato.
Qualcuno si è domandato se c'era un'idea di "risanamento" delle vie, un progetto nulla di tutto ciò. Avevo in mente di richiodare la Roberta e Renato si è subito reso disponibile per questa operazione. Gabriele Bonanno del Rifugio Carlo Valentini ci ha messo a disposizione tasselli e placchette attraverso il Val di Fassa Climbing, e il nostro tempo libero in quei 2-3 mesi l'abbiamo passato su quella parete, perché finita Roberta siamo passati su Baci da Honolulu, poi AlFa, e infine i 2 tiri bellissimi di Tabasco.
"Non c'è due senza te" e "Giovanni Paolo II" sono due vie divertenti sempre a spit, ad opera di Renato Bernard e compagni, che hanno ripreso in parte vecchi itinerari in parte a chiodi a pressione, la Aldo Moro e la Giovanni Paolo II. La chiodatura anche qui non è ravvicinata, nonostante abbiamo aggiunto (sempre l'estate scorsa) uno spit qua e là lungo i tiri, dove ci sembravano un po' troppo lunghi. Poi infine c'è anche Icterus, la bellissima via di Hanspeter Eisendle e Gerhard König che abbiamo richiodata con spit non sempre vicini, e raddrizzata nel terzo tiro dove presentava una traversata a corda.
Per tutte queste vie c'è da dire che nonostante il fatto che siano chiodate interamente a spit, si tratta sempre di itinerari di montagna di un certo impegno, poiché le distanze tra le protezioni sono rimaste più o meno uguali all'origine."
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Note:
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