Valle di Susa e Tav, dopo le cariche
Dopo la carica notturna della polizia a Venaus, continuano le proteste in Valle di Susa contro la Tav. La testimonianza di Luca Mercalli.
Ritorniamo sulla protesta della Valle di Susa contro la TAV, dopo i fatti di Venaus dell'altra notte. Ci torniamo per la loro gravità e perchè crediamo che anche una rivista come la nostra, dedicata alla passione dell'andar per montagne, debba trattare di questi temi che sono strettamente legati all'ambiente, alla sua salvaguardia e al nostro futuro. Dall'agenzia AGI: "Un corteo sta paralizzando la circolazione sull'autostrada A32, Torino-Frejus, in protesta contro i fatti capitati ieri a Venaus, in Valsusa. La manifestazione è stata decisa dopo un'assemblea tenuta questa mattina sempre in Valsusa. Il corteo è partito da Bussoleno, a poco più di otto chilometri da Susa, raggiungendo poi l'autostrada per il traforo del Frejus. (AGI)". Dunque, dopo l'incredibile, assurda, carica della polizia (alle 3,30, in piena notte) di lunedì 6 dicembre, a Venaus in Valle di Susa. Dopo le manifestazioni (e i tafferugli) di ieri sera a Torino e Roma. Mentre tutti i partiti (con l'eccezione dei Verdi) continuano a ribadire l'importanza "strategica" della TAV e che perciò la linea ad alta capacità ferroviaria Torino-Lione 's'ha da fare'. Mentre tutto il centro sinistra condanna l'uso della forza, richiamando al dialogo con la popolazione e con i più di 40 sindaci che la rappresentano, in queste ore la lotta dei valsusini non s'è spenta, anzi... Il 15 dicembre il ministro degli interni Pisanu relazionerà al Parlamento sulle cariche di Venaus. Intanto, non resta che constatare come la corda sia sempre più tesa, mentre la "concertazione", il dialogo con le comunità e i rappresentati della Valle per trovare una via d'uscita, suona sempre più come l'ennesima parola vuota e "fuori tempo" dei politici che la invocano... Cosa si aspetta? Cosa s'è aspetatto? Possibile che quest'emergenza, questo grande problema degli abitanti della Val Susa (e non solo), sia solo una questione di forza pubblica? Come mai si è arrivati a tanto? E poi, ma è mai possibile che questa grande opera sia così fondamentale per il Paese, e che tutte le obiezioni degli abitanti della Valle di Susa siano tutte da scartare a priori come 'paure ingiustificate' o 'interessi locali'? Risposte sembrano non esserci, mentre i "tempi", le "priorità" e le "visioni" della politica continuano a restare a distanze siderali dai problemi del paese reale. Pubblichiamo di seguito la lettera aperta di Luca Mercalli (della Società Meteorologica Italiana) dopo gli scontri dello scorso 31 ottobre in Valle di Susa. Sì, perchè ieri non è stata la prima volta che la polizia è intervenuta. Evidentemente non bastava, e questa volta le cose sono andate ancora oltre... Una testimonianza dalla Valle di Susa (31/10/2005) di Luca Mercalli - Società Meteorologica Italiana "Carissimi, è stata una giornata epica qui in Val Susa. Sembrava di essere tornati nel medioevo più oscuro (anzi, ora ci siamo dentro). Non solo per il cielo cupo e nebbioso particolarmente malinconico tra i castagni ingialliti alla base del Rocciamelone. Sono appena tornato dai luoghi di guerra civile e ho la nausea. Fortunatamente non per un pugno in pancia, ho evitato i manganelli portando in giro un collega giornalista della Radio Svizzera Italiana. Ma ho il vomito per quello che ho visto, indegno di un paese civile e democratico. Oltre mille poliziotti, carabinieri antisommossa e finanzieri lanciati contro la gente comune, come se fossimo stati i peggiori delinquenti (quelli, invece, tranquilli agiscono impuniti... dove avete mai visto 1000 uomini in assetto di guerra, dico mille, fare un'operazione di polizia contro malviventi o truffatori?). Fin da ieri sera centinaia di persone, pensionati, studenti, di tutti insomma, hanno dormito nei boschi, braccati come fiere selvatiche, per essere pronti all'alba a fronteggiare le ruspe. Così è stato, in mezzo ai boschi alle sei di stamattina sono arrivati i blindati, sembrava di essere a Baghdad. I Sindaci in prima linea, rappresentanti dei cittadini regolarmente eletti, presi a sberle dai carabinieri, con frasi del tipo: "Lei chi crede di rappresentare con quella fascia tricolore?" Altri presi a cazzotti e buttati a terra, gente con le mani alzate e disarmata, che ribadiva la protesta PACIFICA, spostata di peso dai prati espropriati. Vigili urbani che proteggevano i propri concittadini ARRESTATI (e poi rilasciati) dalla polizia di stato: ma come, Stato contro Stato? Chi è più ufficiale? Un pubblico ufficiale che difende il suo territorio dall'arroganza e dalla rapacità delle lobby cementiere o gli agenti aizzati da Roma dal ministro-talpa Lunardi? Eppure le interviste che abbiamo raccolto erano di una maturità sorprendente: manifestanti maturi e competenti, gente che citava Gandhi e il picco del petrolio. Gente che si chiedeva cosa mai dovremo trasportare tra vent'anni sui questi treni super-iper-mega, quando non si fanno funzionare decentemente nemmeno quelli che abbiamo ora. Gente che chiedeva di impiegare 15 miliardi di euro non per bucare un'ennesima volta le Alpi, ma per gli ospedali, per le energie rinnovabili, per il risanamento ambientale. Tanto per fare esercizi di termodinamica della follia: 15 milioni di metri cubi di roccia estratta dalla galleria di 54 km sotto il Moncenisio non sanno dove metterli. Ecco la brillante soluzione pensata dai progettisti: l'imbocco del tunnel è a circa 600 m, a 2000 m c'è la cava dalla quale fu prelevato il pietrisco per la costruzione della diga del Moncenisio nel 1968. Dunque, riempiamo la cava con lo smarino e il gioco è fatto! Con un nastro trasportatore lungo 16 km eleviamo rocce della densità di 2500 kg/mc su 1400 m di dislivello. Solo la deriva dei continenti è capace di tanto, ma lavora con incrementi di 1 mm all'anno. Capite cosa_vuol dire il delirio dell'energia facile? E noi stiamo qui a pensare di risparmiare pochi miseri watt isolando il tetto o andando sul motorino elettrico... I vecchi della montagna, fermi di fronte ai blocchi della polizia, dicevano che sono passati solo 60 anni da quando le bande partigiane facevano gli stessi sentieri inseguite dai tedeschi. Pensate a queste cose quando tra tre mesi vi presenteranno la Val di Susa imbellettata per le olimpiadi invernali. Boh, ora sono troppo scosso per proseguire, rischio di scrivere stupidaggini. Ne riparleremo a sangue meno bollente. Grazie per i vostri messaggi di solidarietà..." Luca Mercalli
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