Caucaso 2011: i risultati della seconda spedizione del progetto
Quattro ghiacciai principali esaminati, venti fotografie di confronto realizzate dalla medesima prospettiva di quelle ottenute dai primi pionieri oltre centoventi anni fa, numerose paline ablometriche posizionate, due data logger installati, tre ricognizioni in elicottero, due anni di studi preliminari e di organizzazione logistica e oltre un mese di attività sul campo. Il tutto ripreso da una troupe televisiva specializzata per la realizzazione del documentario, che verrà presto distribuito a livello internazionale. Questi i numeri della spedizione “Caucaso 2011”, la seconda del progetto “Sulle Tracce dei Ghiacciai”. A pochi giorni dal termine della spedizione, possono essere già evidenziati i primi risultati del lavoro eseguito, sulla base dei confronti fotografici e delle osservazioni scientifiche effettuate: i ghiacciai della catena del Caucaso mostrano forti arretramenti delle loro fronti, nonché sensibili perdite del loro spessore, come ad esempio il ghiacciaio Chalaat, che ha perso 200 m di spessore e la cui fronte si è arretrata di oltre 3 km.
Il Caucaso è una catena montuosa che si estende per circa 1200 km tra il Mar Nero e il Mar Caspio, e che, come poche altre, riassume in sé tante peculiarità naturalistiche, con territori che ospitano le vette più alte d'Europa, e ghiacciai importanti per le loro caratteristiche fisiche e geologiche. Il Caucaso è stato scelto quale meta significativa della seconda spedizione prevista dal progetto "Sulle Tracce dei Ghiacciai", per compiere misurazioni glaciologiche ed ottenere immagini fotografiche ad alta definizione in grado di osservare l'evoluzione dei ghiacciai a più di cento anni di distanza dalle ricerche compiute dai primi esploratori storici.
Il team della spedizione, coordinato da Fabiano Ventura, ideatore del progetto "Sulle Tracce dei Ghiacciai" e capo-spedizione, ha percorso una regione pressoché incontaminata e inesplorata a nordovest della Georgia, caratterizzata dalle maggiori vette caucasiche, comprese fra i 3000 e i 5000 metri. Scopo principale della spedizione è stato quello di rieffettuare le fotografie storiche dal medesimo punto di vista, di valutare le variazioni di superficie dei ghiacciai locali tramite indagini geomorfologiche e di misurare la velocità di fusione dei ghiacciai locali grazie all'installazione di paline ablometriche, per mettere in relazione lo spessore del detrito galleggiante sul ghiaccio, il tasso di fusione dello stesso e il potere riflettente (albedo) delle diverse superfici.
Sul campo, insieme a Fabiano Ventura, hanno operato i glaciologi Prof. Kenneth Hewitt e Dott. Riccardo Scotti, e la troupe televisiva composta dal regista Marco Preti e dal cameraman Luca Venchiarutti, intenta a realizzare un documentario prodotto e distribuito da SD Cinematografica, che sarà presto in onda sulle principali televisioni nazionali ed internazionali. Fabiano Ventura ha curato la ripetizione degli scatti fotografici storici, individuando, grazie agli studi precedenti la spedizione, le posizioni di ripresa utilizzate dai primi fotografi/esploratori oltre un secolo fa. In particolare, la missione "Caucaso 2011" ha ripercorso i tracciati fotografici di: Vittorio Sella (1889, 1890 e 1896), Mor von Dechy (dal 1884 al 1902), Mario Piacenza (1910), Vittorio Ronchetti (durante gli anni ’10 e ’20 del secolo scorso) e Andrea Pollitzer (1929), nonché quelli dei grandi pionieri stranieri come Hermann Woolley, Albert Frederik Mummery, Douglas William Freshfield.
Importante è stato il ritrovamento del punto fotografico dal quale Mor von Dechy, 127 anni fa, realizzò una storica immagine della fronte del ghiacciaio Tviberi, nonché il raggiungimento della vetta del monte Banguriani (3885 metri), da cui Vittorio Sella, 121 anni fa, ottenne una spettacolare sequenza panoramica estesa per oltre 180°, unendo ben sette lastre fotografiche 12x20 cm.
Di grande importanza per i risultati della spedizione è stato l’aiuto dell’Ambasciata Georgiana in Italia e di quella Italiana in Georgia che, lavorando a stretto contatto con il Ministero della Difesa georgiano, hanno messo a disposizione del team un elicottero militare, grazie al quale sono state condotte per la prima volta importanti ricognizioni dei ghiacciai della regione.
Durante la spedizione è stato possibile constatare come in particolare il ghiacciaio Chalaat, la cui fronte raggiunge la quota più bassa dell’intera Georgia, sia fortemente arretrato negli ultimi cento anni (circa 3 km in lunghezza e 200 m in spessore). Nonostante le difficili condizioni meteorologiche, che hanno a più riprese rallentato le attività del team, è stata anche individuata la posizione del punto in cui Vittorio Sella realizzò la sua magistrale immagine del Lardaadi Adishi, uno dei più spettacolari ghiacciai della Svanetia. Importante, ai fini dell'osservazione glaciologica, è stato il raggiungimento della fronte del ghiacciaio, che ha permesso di effettuare interessanti rilievi delle sue parti latero-frontali, le quali hanno testimoniato il dinamismo e la reattività ai cambiamenti climatici di questo imponente complesso glaciale.
Come testimoniato dal grande successo del documentario realizzato in occasione della prima spedizione, le riprese effettuate durante "Caucaso 2011" saranno un importante strumento per sensibilizzare il grande pubblico nei confronti delle tematiche trattate dal progetto, raccontando le attività della spedizione sul campo e l’analisi dei risultati conseguiti. Nella realizzazione delle riprese è stato inoltre evidenziato come le popolazioni locali, ancora così legate al territorio, stanno avvertendo i cambiamenti climatici e le mutazioni che l'ambiente sta subendo di conseguenza.
Anche la mostra fotografica itinerante, organizzata con i risultati della prima spedizione, sarà ampliata con le nuove immagini di confronto realizzate in occasione di questa seconda missione.
Il progetto “Sulle Tracce dei Ghiacciai” si avvale di un apposito Comitato Scientifico, che ha seguito il lavoro del team ed è composto da: Claudio Smiraglia, Professore Ordinario presso la Facoltà di Scienze dell'Università Statale di Milano, Kenneth Hewitt, Professore Emerito di Geografia e Studi Ambientali e Ricercatore Associato del Cold Regions Research Centre della Wilfrid Laurier University a Waterloo-Ontario in Canada, Christoph Mayer, membro dell'Accademia delle Scienze di Monaco di Baviera e membro della Commissione Glaciologica Tedesca, e Stefano Urbini, Ricercatore presso l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma.
Sul sito web dell’associazione, www.macromicro.it, il team all’opera sul campo ha pubblicato i resoconti delle attività, descrivendo la maggior parte dei risultati raggiunti durante la spedizione con un ricco ed appassionante diario di viaggio, corredato di immagini e video. Per illustrare le attività svolte nell'ambito della spedizione di quest'anno, è prevista, per il 20 ottobre p.v., una conferenza stampa presso la sede centrale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia a Roma.
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