Via degli Angeli, nuova via nelle Dolomiti di Brenta
Si tratta della Via degli Angeli - dedicata alla famiglia Angeli per la grande ospitalità e generosità offerta in questi anni - che sale la strapiombante parete nord della Punta di Campiglio su una roccia fantastica ed unica in tutti i tiri tranne nel secondo dove è presente una fascia di roccia marcia dove bisogna prestare attenzione.
VIA DEGLI ANGELI di Silvestro Franchini
La parete si vede da casa, il desiderio di salirla quindi è quasi quotidiano, è da quasi due anni che abbiamo questo progetto e finalmente sembra sia giunta l'ora. La sfida si fa interessante ed incute un pò di timore, su quella parete è presente solo una via ed è la più strapiombante del gruppo del Brenta.
Per vari motivi non riusciamo ad essere al rifugio la sera, attacchiamo quindi la parete in tarda mattinata. Con grande rammarico notiamo che la fessura che volevam salire è già chiodata, decidiamo allora di attaccare più a sinistra, la via sarà ancor più dura del previsto.
Finalmente inizia il gioco, è questo che in fondo stiamo facendo, e come tutti i giochi ci sono delle regole: per questa via le nostre sono tre. Obbligatori spit alle soste, vietati spit sui tiri, arrampicata libera, possibilmente clean.
Pari e dispari, cominicia Tomas, lentamente, senza piantare chiodi, si protegge e avanza, di molto. Il tiro seguente i primi metri sono un incubo, si prova a destra, poi a sinistra, la roccia si disfa come ghiaia, paura, dopo un bel chiodo però si trova il modo di passare raggiungendo finalmente la roccia compatta.
Per il terzo tiro ci aspetta un muro di 35°, per fortuna la roccia è strepitosa e le clessidre sono incredibilmente tante, ma infilarle è un lavoro duro, ci si riposa, si provano i passaggi avanti e indietro, le braccia si induriscono subito, dopo un chiodo e alcuni friend si è in sosta, tiro incredibile.
La parete adesso è meno strapiombante ma la roccia è più compatta e infida, Silvestro piazza un friend discreto, 3 metri dopo le braccia si stanno aprendo appena in tempo per piazzare un cliff in una fessurina verticale, riposo, poi si cerca di arrivare ad un buco che sempra buono, sembra, buchi non ce ne sono, si torna sul cliff. Tomas mi chiede se voglio mettere uno spit, non voglio farmi venir voglia allora parto deciso prendo il buco che è una tacca svasa, accoppio e arrivo a un rovescio dove piazzo un friend, altri 10 metri e sono in sosta.
Se partivamo prima forse ucivamo in giornata ma è tardi e scendiamo, ma per rimanere in parete dobbiamo rinviare ogni metro, la parete butta troppo in fuori e, siccome materiale non ne abbiamo lasciato così tanto dobbiamo unire le corde e nel vento facciamo una delle calate più lunghe ed esposte della nostra carriera. Per cena siamo al rifugio, gran bella mangiata...
Il giorno seguente siamo ancora qui, proviamo ad andar dritti ma la parete è ancor difficile e in più è un pò bagnata, le protezioni non entrano. Stavolta sono io a chiedere a Tomas se vuole mettere uno spit ma così non si rispettano le regole, l'arrampicata per noi non è uno sport è qualcosa in più, è rispetto, della natura, e degli alpinisti che verranno e di quelli che ci hanno preceduto. Il tiro finale della via dritto lo lasciamo quindi a qualcun altro più forte di noi, traversiamo fino a un diedro che con arrampicata splendida ci porta fuori dalla parete ed il sogno per oggi finisce qui: si ritorna alla vita comune, Vera, la segretaria dell'Ufficio Guide ha chiamato: serve una guida per far canyoning, giù di corsa e due ore dopo si è già al lavoro.
Mercoledì 29 agosto, la libera che dedichiamo al nostro amico Danilo Tomaselli, tragicamente scomparso in montagna questo 23 agosto. Danilo, ti pensiamo sempre, specialmente quando siamo in montagna facendoci essere più prudenti, grazie di tutto quello che ci hai dato, eterno riposo.
SCHEDA: Via degli Angeli, Brenta