Vetta del Manaslu per Nives Meroi, Romano Benet e Luca Vuerich
Di essere così veloci forse non ci speravano neanche loro. Ma proprio ieri, a soli 13 giorni dal loro arrivo al campo base, Nives Meroi e Romano Benet insieme a Luca Vuerich hanno raggiunto la vetta del Manaslu, l'ottava tra le 14 vette più alte della terra.
E' senz'altro un successo importante per tutto il team dei “tarvisiani” e insieme una vetta “speciale” per Nives Meroi. Non solo perché la porta a quota 11 Ottomila saliti, e quindi al top della classifica delle salite femminili senza ossigeno sugli 8000, al fianco dell'austriaca Gerlinde Kaltenbrunner. Ma soprattutto perché arriva dopo l'incidente al Makalu che lo scorso autunno le costò la frattura ad una gamba e un conseguente sofferto e lunghissimo stop.
Così, mentre anche la spagnola Edurne Pasaban è arrivata ieri a quota 11 Ottomila, raggiungendo proprio la stessa cima del Manaslu. Nives Meroi, aldilà dei primati e delle “corse”, mette l'accento sul felice ritorno alle “sue” grandi montagne e sullo stile che ha sempre caratterizzato le sue esperienze insieme al compagno di cordata e vita Romano Benet.
INTERVISTA A NIVES MEROI DOPO LA SALITA DEL MANASLU
di Vinicio Stefanello (5/10/2008 - Campo base Manaslu - collegamento satellitare)
Buongiorno Nives, allora com'è andata con il Manaslu?
Beh direi che siamo stati inaspettatamente veloci. Una vera toccata e fuga. Siamo arrivati al campo base il 21 settembre, il 27 siamo saliti al C1, il 28 abbiamo proseguito fino a 6300m dove abbiamo installato un campo deposito e passato la notte. Poi ieri (4 ottobre ndr) con Romano e Luca eravamo in cima.
E ora siete al Campo base…
Sì, alle 8 di ieri sera eravamo già di ritorno al Campo base. E ora siamo nella nostra “reggia”: quest'anno al base abbiamo una tenda magnifica.
A proposito com'è l'atmofera del Campo base, quest'anno era molto affollato…
C'è l'atmosfera da Everest: se chiudi gli occhi, con tutta questa gente e tutti i rumori di questo campo base, ti sembra di essere a Lignano, in spiaggia. E' davvero un altro mondo rispetto alla solitudine che abbiamo vissuto al Makalu lo scorso autunno…
Torniamo un attimo indietro. Puoi raccontaci la salita?
Il 2 ottobre siamo partiti dal Campo base e abbiamo dormito al nostro Campo deposito a 6300m. Poi il giorno dopo abbiamo continuato con l'intenzione di arrivare al Campo 4 a 7500m. Ma poco sopra il Campo 3 eravamo “cotti”, così ci siamo fermati a 6900m. Alle due di notte del 4 ottobre (ora locale ndr) siamo ripartiti. Alle cinque del mattino eravamo al Campo 4 dove abbiamo incrociato una fila di alpinisti che saliva - molti con ossigeno supplementare. Alle 10,00 eravamo in cima: io, Romano e Luca ci siamo spinti verso la cima “vera”, un cucuzzolo una trentina di metri oltre la fine delle corde fisse. Poi la discesa: smontato il campo a 6900m abbiamo continuato direttamente verso il Campo base.
Difficoltà?
C'era molta neve e onestamente devo dire che se non ci fossero stati gli sherpa delle spedizioni commerciali sarebbe stata più dura… Comunque stavamo bene, e non ho avuto nessun problema fisico. Era prevista una finestra di bel tempo: abbiamo tentato il colpaccio e ci è andata bene. E siamo stati veloci.
E' stata un'avventura troppo veloce anche per pensare?
Avevo fatto le mie meditazioni prima, al campo base. E ora ringrazio il Manaslu: è stato generoso!
Cosa avevi chiesto al Manaslu?
Avevo chiesto alla montagna di vivere un'esperienza personale. Avevo bisogno di un'esperienza mia, e anche di una conferma dopo l'incidente al Makalu. Sono stata esaudita: siamo riusciti a muoverci in maniera “delicata”. Veloci, leggeri e senza troppo impatto sulla montagna. Anche sul Manaslu abbiamo vissuto la “nostra” esperienza. Sono davvero soddisfatta.
Sprechiamo anche il termine “felice”?
Sì in realtà lo sono. Ma lo sono sempre. Sono felice perché ho rispettato la mia natura, il mio modo di essere. Anche in quest'avventura sul Manaslu tutto ha corrisposto a come siamo noi. Al nostro modo, il mio quello di Luca e Romano, di vivere queste montagne.
A proposito di Romano Benet. Cosa ha detto questa volta tuo marito dopo la cima?
Beh, giusto due parole. Tipo: “bene, al campo base voglio una Coca”. Ma sai come sono fatti gli orsi di Fusine Laghi… ;-)
Sì, ormai ho imparato a conoscerli… Il Manaslu è stato un altro passo del vostro comune cammino. Una strada che vi porterà dove?
Non lo so. Non si può essere certi di nulla. Non ho la presunzione di dire: voglio questo o quell'altro. Quello che so è di avere la volontà e la voglia di continuare a mettere un passo dopo l'altro con tutto l'impegno, la passione e l'esperienza di cui sono capace. Poi sarà quello che sarà… Noi possiamo solo dire Inshallà.
Manaslu (2008)
Everest (2007)
Dhaulagiri (2006)
K2 (2006)
Lhotse (2004)
Gasherbrum 1 (2003)
Gasherbrum 2 (2003)
Broad Peak (2003)
Cho Oyu (2003)
Shisha Pangma (1999)
Nanga Parbat (1998)
Restano da salire:
Annapurna, Makalu, Kangchenjunga.
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