Vetta del Cho Oyu per Mondinelli e Confortola

Il 02.05.07 Silvio Mondinelli e Marco Confortola hanno raggiunto con una bella corsa durata 19 ore e, naturalmente, senza ossigeno supplementare la vetta del Cho Oyu (8201m) Himalaya, Nepal.
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Il Cho Oyu dal Campo base
arch. S. Mondinelli
Martedì 2 maggio, alle ore 9,00 (ora nepalese) Silvio Mondinelli e Marco Confortola hanno raggiunto la vetta del Cho Oyu. I due sono stati autori di un vero "colpo di mano" sfruttando alla perfezione una breve finestra di tempo accettabile. Partiti alle ore 14,00 locali del 1° maggio dai 5.600 metri del Campo base, hanno raggiunto il Campo 2 a 7000m, dove hanno passato alcune ore, per poi ripartire nel cuore della notte verso gli 8.201m della vetta, dove "Gnaro" Mondinelli ha messo piede alle 9,00 del 2 maggio, seguito poi da Marco Confortola. Il tutto in 19 ore dalla partenza dal Campo Base a cui i due hanno fatto direttamente ritorno già nel primo pomeriggio dopo la vetta.

Un bel rush dunque che fa ben sperare per il prossimo appuntamento che aspetta entrambi a giugno: il Broad Peak, ovvero l'unica vetta del club dei 14 Ottomila che manca nel (grande) curriculum himalayano di Silvio Mondinelli.
Il Cho Oyu per Confortola è il 5° Ottomila salito, dopo Everest (nel 2004) e Shisha Pangma, Lhotse, Annapurna (nel 2006). Per Mondinelli la cima del Cho Oyu, invece, è un deja-vu, visto che la sua prima volta in vetta alla "Dea del turchese" risale al 1997.

Silvio Mondinelli ha voluto dedicare questa vetta alla sfortunata spedizione al Dhaulagiri in cui era impegnato l'amico Mario Merelli. La scomparsa a pochi metri dalla vetta di Sergio Dalla Longa è stata davvero un duro colpo per tutti, e riporta, se mai ce ne fosse bisogno, alla sua dimensione più vera l'avventura (sempre difficile ed imprevedibile) sulle più alte montagne.


Dal diario online di Silvio Mondinelli

02.05.2007 - Vetta e ritorno al Campo base. Il primo tentativo alla vetta ha avuto pieno successo, con il raggiungimento della cima. Lunedì pomeriggio verso le 14.00, nonostante le condizioni atmosferiche non proprio ideali, Marco ed io abbiamo lasciato il CB, iniziando a risalire il pendio. Dopo una sosta di alcune ore al CII (7.000 metri), ospiti nelle tende di altre spedizioni, nel bel mezzo della notte siamo partiti per la vetta, molto motivati dal netto miglioramento del tempo.

Ho dovuto affrontare una via di risalita molto diversa da quella che mi si era presentata nell’autunno di 10 anni fa: in differenti periodi dell’anno cambiano la posizione dei campi alti e le condizioni delle pareti che in primavera in genere sgombre dalla neve.

Il nostro “cammino” è stato lungo e faticoso, comunque alle nove circa mi trovavo in cima. Mentre aspettavo l’arrivo di Marco, dalla vetta ho potuto ammirare in tutta la loro bellezza e maestosità l’Everest e il Lhotse.
La discesa al CB è stata diretta, se si escludono le brevissime fermate per recuperare il materiale lasciato lungo il percorso in salita. Giunto al CB nel primo pomeriggio, ho potuto finalmente mangiare un pasto caldo, mentre fuori ricominciava a nevicare.

La scelta dei tempi per il nostro tentativo alla vetta si è rivelata felice: abbiamo potuto approfittare della breve finestra di bel tempo che ci è stata concessa e fare rientro prima che riprendesse a nevicare. L’obiettivo è stato raggiunto e stasera posso dormire al caldo nelle nostre tende.

La gioia per questo successo tuttavia è stata turbata dagli eventi accaduti sul Dhaulagiri, dove la spedizione del mio compagno di tante avventure Mario Merelli è stata colpita da un lutto, la morte di un alpinista italiano avvenuta durante il tentativo alla vetta. Con il cuore e con la mente sono vicino a loro. Proprio a questo gruppo di amici che, ne sono certo, hanno lasciato una parte di loro sulle pendici della “Dea dell’abbondanza” voglio dedicare la mia vetta.

Silvio "Gnaro" Mondinelli
www.gnaromondinelli.it



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