Vanessa François e il bivacco sul Grande Gendarme dell'Arête des Cosmiques
Questo è sicuramente quello che ha spinto l'alpinista belga Vanessa François a trascorrere la notte in un piccolo portaledge sotto la cima del Grande Gendarme dell'Arête des Cosmiques assieme alla amica Liv Sansoz. Una cosa che a prima vista potrebbe sembrare per nulla particolare, ma se aggiungiamo che Vanessa François è disabile ed è costretta a muoversi solitamente in sedia a rotelle, allora si capisce che il suo è un sogno, ancora più vero e grande.
La "nottata" della François è cominciata alcuni mesi fa, dopo la sua salita di Zodiac su El Capitan a Yosemite, ma quest'estate il progetto non è mai decollato a causa del continuo tempo instabile che ha colpito l'intero arco alpino. Poi invece, la settimana scorsa, finalmente è arrivata una previsione meteo buona ed improvvisamente si è messa in moto una macchina organizzativa di grande livello che, con circa 11 persone (4 uomini del soccorso alpino CNEAS, le 2 guide alpine Bruno Sourzac e Manu Roberty, 3 giovani alpinisti di supporto, Vanessa François, Liv Sansoz, un team di 4 persone per le riprese) e quasi 1000m di corda, è riuscita ad avverare il sogno di Vanessa François.
"Il progetto" ci ha spiegato la Sansoz, "era di prendere la funivia dell'Aiguille du Midi e poi, con due traversate alla tirolese rispettivamente di 20m e 80m, raggiungere la base del Gendarme. Lì avrebbe trovato una corda fissa, installata da me dalla cima e usando lo stesso sistema da lei sperimentato in Yosemite sarebbe salita fino al portaledge dove avremmo dormito." Questi erano i piani e grazie all'aiuto di tutti l'avventura è filata liscia: le due traversate alla tirolesi sono state superate in velocità, François ha salito il tiro e assieme a Sansoz ha poi trascorso la notte prima di affrontare il rientro, per niente facile, il giorno seguente.
"La preoccupazione maggiore di Vanessa era il freddo, perché non sente più le gambe" racconta sempre la Sansoz. "Eravamo quasi a 3800m, avevamo con noi sacchi a pelo pesanti, abbigliamento da spedizione insomma. Ci siamo anche messe la sveglia ogni due ore, per verificare la temperatura delle sue gambe, ma visto che alle 11 erano belle calde, abbiamo saltato le successive sveglie e alle 5.00 stava ancora bene." All'alba le due hanno iniziato i preparativi, sono scese e rientrate alla funivia utilizzando ancora le due tirolesi senza intoppi.
"La nostra non è stata una grande salita, non è certo come fare la parete nord delle Grandes Jorasses o qualcosa di simile, ma non si sa mai cosa può esserci dietro l'angolo. Ci possono essere mille ostacoli da superare, problemi che diventano molto più grandi, ed è per questo che siamo così felici" ha concluso la Sansoz, aggiungendo "L'esperienza è stata pazzesca, qualcosa di davvero bello. Due cose in particolare mi hanno colpito: l'altissimo livello tecnico gli uomini del soccorso alpino che hanno piazzato la tirolese, molto efficienti e veloci, e poi l'energia positiva. Eravamo quasi una ventina di persone, tutti lì ad aiutare, tutti che davano qualcosa di se stessi e tutti chi si nutrivano di questa energia positiva. Bellissimo!"