Una giornata nelle Dolomiti con Ivo Ferrari: la Frisch-Renzler al Sass dla Crusc
E sì che da bambino aiutavo in chiesa, ero un chierichetto, uno di quelli che i vecchi preti ricordano bene... Mentre salgo, in compagnia di Maurizio e Daniele la ripida strada che porta alla base del Sasso della Croce, il pensiero cerca di ricordare di quante fermate è composta la via Crucis visto che l'ultima è al rifugio prima tappa di oggi.
E' da parecchio che non torno al Sass dla Crusc, anni, molti anni, e oggi è l'occasione. Il bellissimo panorama mattutino scompare alla quattordicesima fermata, davanti alla Croce. Una nebbia fitta ricopre tutto e l'umidità si mischia al sudore, saliamo alla cieca seguendo la "normale" e sperando di capire il "bivio" giusto, quello che ci depositerà alla base della Frisch-Renzler, la nostra meta.
Dopo più di mille e cento metri dall'auto iniziamo ad avere seri dubbi, vaghiamo appiccicosi lungo una enorme cengia dalla pendenza accentuata, un vero ghiaione verticale pronto a scendere a valle in nostra compagnia... ma questo è il famoso zoccolo dell'altrettanto famosa montagna.
"Mi sa che oggi si torna con un nulla di fatto", scoraggiati diamo un ultimo sguardo nebbioso verso i pochi metri quadrati visibili quando Daniele, che porta gli occhiali, nota un ometto, piccolo e timidamente eretto... quasi nascosto. E' fatta, trovata! Subito il motto odierno diventa "non dire gatto se non ce l'hai nel sacco".
Parte Daniele, lui l'ha trovata, lui deve smazzarsi le prime lunghezze di roccia a volte poco simile alla roccia. Il cielo tutto d'un fiato si apre e l'azzurro torna in bella mostra... Meglio! Quattro lunghezze dopo è la volta di Maurizio che ha leggermente più fortuna con la qualità della materia arrampicabile. Pochi segni di passaggio e un ambiente spettacolare... degno di tanta storia alpinistica.
Io, il "vecio" come mi chiama Daniele, mi godo letteralmente il monolitico diedro finale, ovviamente prima di partire mi ero guardato bene nel suddividere le lunghezze per tre (non si invecchia per niente). Esco sul pianoro, a pochi centimetri dal sentiero, una bella ragazza teutonica, mi saluta con un raggiante sorriso, la storia del Sass dla Crusc, la roccia inizialmente in decomposizione (bravo Daniele) la nebbia e tutto il resto si dissolvono nel sorriso della donzella... Il resto lo fanno i miei occhi ;-)
Bella giornata, linea dal sapore antico, compagnia perfetta e luogo magico. Arrivederci fotogenica montagna e buona arrampicata a tutti, belli e brutti!
Ivo Ferrari
Via Frisch-Renzler al Sass dla Crusc (Val Badia, Dolomiti)
prima salita: Hans Frisch e K.Renzler nel 1970
lunghezza: 300m
difficoltà: V°/VI°
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