'Un Mondo a parte' alla Seconda Pala di San Lucano, di Martin Dejori, Titus Prinoth e Alex Walpoth

Dal 27-29 ottobre 2024 gli alpinisti gardenesi Martin Dejori, Titus Prinoth e Alex Walpoth hanno aperto 'Un Mondo a parte' alla parete sud della Seconda Pala di San Lucano (Dolomiti). Il report di Walpoth.
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L'apertura di 'Un Mondo a parte' sulla Seconda Pala di San Lucano, Dolomiti (Martin Dejori, Titus Prinoth, Alex Walpoth 27-29/10/2024)
Martin Dejori, Titus Prinoth, Alex Walpoth

Quattro anni dopo l’apertura di Guardiano dei sogni sulla Terza Pala di San Lucano, alla fine di ottobre 2024 gli alpinisti gardenesi Martin Dejori, Titus Prinoth e Alex Walpoth sono tornati nell'appartata Valle di San Lucano (Dolomiti) per aprire un’altra via di grande spessore: "Un Mondo a parte" alla Seconda Pala di San Lucano. Si tratta indubbiamente di una via impegnativa, sia fisicamente sia psicologicamente, che sale la vertiginosa parete gialla a sinistra di "Via dei Ritorni", aperta da Alex Walpoth e Titus Prinoth nel giugno 2019. Un viaggio per pochi nel cuore profondo della Pale di San Lucano.

UN MONDO A PARTE di Alex Walpoth
Il nome della nostra nuova via sulla Seconda Pala di San Lucano l’abbiamo preso in prestito dal fantastico libro di Ettore De Biasio. In quelle montagne “si entra e si esce in un mondo totalmente a parte”. In più troviamo anche un significato pensando al fatto che non abbiamo scalato insieme per tutta l’estate. Gli impegni "non alpinistici" non diventano meno con il passare degli anni, ma teniamo stretta la tradizione di vivere una bella avventura insieme in un mondo a parte, una volta all’anno.

Anche questa volta siamo fortunati col tempo. È stato un ottobre piovoso, ma il tempo migliora proprio il giorno della nostra partenza, fissato da settimane, ma poi cambiato all’ultimo momento. Il 26 ottobre ci incontriamo per definire la meta, fino a tardi valutiamo le diverse idee. L’accesso alla Seconda Pala ci scoraggia abbastanza, ma alla fine prevale la prospettiva di scalare su ottima roccia gialla al sole.

Il giorno dopo si parte presto dalla chiesetta. L’accesso lungo lo spigolo della Terza Pala non è cambiato dall’ultima volta, è ancora fortemente segnato dal terribile rogo seguito da Vaia nell’ottobre 2018. Inoltre, è bagnato dalle piogge dei giorni precedenti. Dopo mezza giornata di fatica raggiungiamo finalmente la cengia che taglia l’impressionante parete sud della Seconda Pala.

Vogliamo salire la vertiginosa parete gialla restando a sinistra della “Via dei ritorni” aperta insieme a Titus nel 2019. I primi tiri lungo belle fessure e diedri filano lisci e al calare della notte arriviamo alla cengia che sulle foto prometteva un comodo bivacco. Infatti, il posto è stupendo e ci godiamo un’ottima cena a base del solito couscous con formaggio e tonno. Dalla cengia la parete si fa decisamente più ripida e difficile. Illuminandola con le frontali sembra del tutto liscia, ma speriamo di trovare una soluzione con la luce del giorno.

All’alba Martin è pronto a partire. Trova subito una rampa seguita da una placca a buchi. La scalata è stupenda e neanche troppo difficile. Il prossimo tiro sarà quello più duro della via. Dopo alcune cadute su una clessidra, Martin supera uno strapiombo e continua su bellissime placche difficili da proteggere. Titus poi scala su uno strapiombo friabile e giunge in un bel diedro. A questo punto vediamo già gli ultimi strapiombi che di nuovo sembrano insuperabili. Un tiro più facile di stampo classico ci porta direttamente sotto e fortunatamente si delinea una soluzione. A Titus servono comunque più di due ore e quattro chiodi per venirne a capo.

Si fa buio. Mentre Titus e Martin preparano il bivacco, che sarà ancora più comodo del primo, mi concentro sullo strapiombo solcato da una fessura sopra. Si tratta di una decina di metri. Fisso la corda e mi calo per non perdere la cena.

Ci svegliamo fiduciosi. Gli ultimi tiri scorrono veloci. La densa fascia di mughi prima della cima è la principale difficoltà del giorno. La discesa sarà faticosa, ma scorre velocemente grazie a Giulia e Silvio che ci vengono incontro con le birre.

L’ultima difficoltà è lasciare quel mondo a parte che ci piace così tanto senza soffrire troppa nostalgia.

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