Tre Cime di Lavaredo, alla Cima Grande Simon Gietl e Vittorio Messini aprono Das Erbe der Väter
Sulla celeberrima parete nord della Cima Grande di Lavaredo è stata aperta una nuova via che senz’altro merita un approfondimento. La nuova via Das Erbe der Väter - l'eredità degli antenati - di Simon Gietl e Vittorio Messini ha in comune lo zoccolo iniziale con la famosa Comici - Dimai, la via “simbolo” dell’arrampicata in Dolomiti aperta tra il 12 e 14 agosto 1933 da Emilio Comici e i fratelli Giovanni e Angelo Dimai. Poi però corre autonoma e parallela fino in cima. La nuova linea è stata aperta senza spit e, incredibilmente per l’affollata Cima Grande, non incrocia nessuna altra via. Gietl e Messini hanno iniziato a salire la via dal basso nell’autunno del 2015 e la prima libera è arrivata a fine luglio 2016, dopo aver superato difficoltà fino all’ IX-.
Simon, ci parli di come è nata la nuova via sulla Nord della Cima Grande di Lavaredo?
Ogni volta che da guida alpina portavo un cliente a ripetere la famosa Via Comici, guardavo verso destra e mi chiedevo: "Che vie passano di lì? Alla fine la mia curiosità è diventata così grande che ho voluto andare a vedere di persona. Pochi giorni dopo ho incontrato il mio amico Vittorio Messini. Di fronte ad una birra gli ho parlato della mia idea e lui si è messo a ridere: “Avevo in mente la stessa identica cosa" mi ha risposto. Così un paio di giorni più tardi eravamo insieme sulla parete nord.
Vista dalla foto la linea sembra molto logica. Perché non era stata salita fino ad ora?
È una buona domanda, ce lo siamo chiesti anche noi :-) La nostra linea è indipendente, e il punto più vicino alla Via Comici dista circa 10, 15 metri.
Andiamo dunque dritti al sodo: qual è la particolarità di questa via?
Il nostro obiettivo era quello di realizzare una linea naturale, senza l'utilizzo di spit e senza incrociare un’altra via. Ci siamo riusciti.
Come?
Abbiamo iniziato nell'autunno del 2015. In quattro giorni, molto freddi, abbiamo aperto i primi quattro tiri e abbiamo lasciato una corda fissa. Nella primavera 2016 siamo tornati e in altri quattro giorni, il 28 giugno, siamo arrivati fino alla cengia, arrampicando sia in libera, sia in artificiale. Il nostro obiettivo era come ho già detto quello di non utilizzare degli spit, e se fossimo arrivati ad un punto dove non fossimo riusciti a salire senza spit, allora ci saremmo calati.
Qual è stata la cosa più difficile?
Sicuramente il tiro chiave, il quinto, abbiamo impiegato moltissime ore a salire quei 40m. Lì la roccia è molto compatta, è difficile piantare dei chiodi. In più, non era facile valutare quanto fossero solide alcune lame, se potevamo prenderle in mano senza che si staccassero. Poi nel settimo tiro volevamo salire un diedro giallo ma in alto abbiamo trovato della roccia friabile, non riuscivamo a passare. Così ci siamo calati per 6 metri e abbiamo traversato verso destra per altri 10 metri per raggiungere un altro diedro, che si è rivelato quello giusto.
Dopo l’apertura, mancava la prima libera
Sì, e quindi dopo altri 2 giorni di pulizia e di tentativi ero pronto per la prima libera. Il 25 luglio, insieme a Martin Niederkofler, ho iniziato il mio primo tentativo, ma dopo 5 tiri siamo stati costretti a ritirarci a causa della pioggia. Il 27 sono tornato con il mio buon amico Andrea Oberbacher e ho salito in giornata tutta la via in libera.
È andata bene?
Anche il 27 ha cominciato a piovere, dopo il sesto tiro. A volte un po' di più, a volte un po' di meno. Ma ci volevo provare a tutti i costi. Ho messo tutte le protezioni mobili mentre salivo e verso le 16:00 siamo sbucati in cengia. Stanchi ma felicissimi.
La via si chiama Das Erbe der Väter, l'eredità degli antenati…
Siamo riusciti ad aprire una nuova via sulla più famosa parete nord delle Dolomiti, siamo felici ed orgogliosi di esserci riusciti senza spit. Ma non possiamo non pensare a Comici, ai fratelli Dimai, a Cassin, a Ratti… alle loro enormi prestazioni, con il materiale dell'epoca! Abbiamo un enorme rispetto ed ammirazione per quello che hanno fatto in stile classico sulle ripide pareti gialle delle Tre Cime. Pensare ad un nome per la nostra via è stato semplice. Volevamo onorare con la nostra creazione chi in questo stile è riuscito ad aprire delle vie all’inizio del 20° secolo. Così è nata Das Erbe der Väter.
Ricapitolando: una nuova via, del tutto indipendente e senza spit sulla parete Nord della Cima Grande di Lavaredo, alle Tre Cime... cosa significa?
Beh significa molto per me. È qui che ho iniziato ad arrampicare e ovviamente mi piace sempre tornare. Poter lasciare le proprie impronte sulla nord della Cima Grande è qualcosa di speciale e ancora adesso fatico a crederci che siamo riusciti ad aprire questa splendida linea, è come un sogno che si è avverato!
Simon Gietl ringrazia: Salewa, Neolit, Grivel, Komperdell, Evolv, Keaxl-Board, Hotel Schwarzenstein, Julbo, Lyo-Foot
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