Traversata Lhotse-Everest
Denis Urubko, dopo la cima del Lhotse tenta di completare la traversata con la salita all'Everest. Il suo compagno Simone Moro stanco per il salvataggio di un giovane alpinista inglese ha dovuto rientrare al Campo base.
Le ultime notizie (23/05) dalla 'The Lhotse Everest Traverse Expedition 2001 danno Denis Urubko al Colle Sud pronto a tentare la salita all'Everest, per chiudere così, dopo la salita al Lhotse effettuata ieri, la grande traversata tra la 4a e la 1a montagna della terra. E Simone Moro? Simone ora è al Campo base, non ce l'ha fatta a salire il Lhotse: si è arrestato a 8300m, stremato dal soccorso notturno e solitario ad un giovane alpinista inglese di 19 anni volato proprio sulla parete del Lhotse. E questa è un'altra (bella) storia che merita di essere riportata così come l'alpinista bergamasco l'ha raccontata: 23/05/2001 "Ho preferito mettere l'uomo davanti all'alpinista..." "Due giorni fa, io e Denis siamo saliti a 8000 metri direttamente dal campo 2, eravamo in piena notte nella nostra tenda. Un alpinista inglese ha lanciato una richiesta di soccorso per il suo compagno che è volato giù dalla parete del Lhotse. Era sotto shock, ci ha spiegato a grandi linee dove si trovava e ci ha detto che non si muoveva più. Io e gli altri alpinisti che bivaccavano con noi ci siamo scambiati delle silenziose occhiate a lungo. Era notte e faceva un freddo cane, il posto dove sembrava essere fermo l'alpinista caduto era veramente un posto impestato, pericoloso da raggiungere e dove non restare anche un secondo. Non sopportavo l'idea di lasciare morire una persona senza nemmeno fare un tentativo, anche inutile, di salvargli la vita. Allora ho detto a Denis di tenermi d'occhio che sarei andato a cercare di recuperarlo. Quando l'ho raggiunto ho capito subito che salvarlo sarebbe stato una brutta faccenda. Era in un posto pericolosissimo per le valanghe, senza guanti, senza pila e cosa ancor più grave senza ramponi. Mi ha detto di andarmene e di lasciarlo li a morire. In dialetto bergamasco gli ho risposto che con tutta la fatica che avevo fatto per arrivare fino a li, me lo sarei portato via anche in groppa. E così ho fatto. Era senza ramponi e messo male, per cui non c'era a altra alternativa che caricarselo in spalla e trascinarlo. Senza ossigeno l'ho riportato alla mia tenda, salendo per circa duecento metri di dislivello prima di rientrare alla mia tenda per evitare un tratto troppo pericoloso per le valanghe.E' stato uno sforzo tremendo. Poi una volta in tenda io e Denis gli abbiamo dato il nostro sacco da bivacco per tenerlo al caldo, per cui per tutta la notte ho patito un freddo pazzesco. Questa mattina io e Denis siamo partiti verso la vetta del Lhotse, ma io a 8300 metri ero troppo stanco, ho speso troppo. Non sarei stato in grado di compiere la traversata con un margine di sicurezza accettabile, così ho detto a Denis di proseguire da solo." Denis voleva rientrare con me, ma io l'ho convinto a proseguire, c'era altra gente nel canale verso la vetta, almeno nove persone. Così mentre io scendevo verso il campo base, lui è salito in vetta al Lhotse..." Simone Moro Il racconto completo della spedizione su: www.freeridespirit.com Informazioni Emilio Previtali Acerbis Italia spa tel +39 035 756123 cell. +39 0335 6243916 emilio.p@acerbis.it www.freeridespirit.com www.acerbis.com Team The North Face http://www.thenorthface.com/ (Nelle foto,verso il campo 3 dell'Everest; in basso tenda al campo 3) |
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