Tom Ballard libera una via di D15 in Dolomiti, il grado di drytooling più difficile al mondo

Il climber inglese Tom Ballard ha liberato A Line Above the Sky nella falesia Tomorrow's World, in Dolomiti. Se il grado di D15 viene confermato, si tratterebbe della più difficile via di drytooling al mondo.
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Tom Ballard su A Line Above the Sky D15, Tomorrow's World, Dolomiti
Riky Felderer / CAMP
D15. A quattro anni della famosa via Ironman salita da Robert Jasper ad Eptingen in Svizzera e gradata D14+, ecco che arriva la proposta di un nuovo grado nel mondo del total dry. Un universo caratterizzato da piccozze, ramponi e assenza di ghiaccio (ecco quindi il prefisso D per dry e non M per Misto) ed una roccia sempre più complicata ed ultra-strapiombante… A metterci la faccia e suggerire questo passo in avanti è Tom Ballard che al cospetto della Marmolada in Dolomiti ha coltivato il suo particolare “giardino inglese”, chiamato Tomorow’s World, di cui già a metà gennaio avevamo dato notizia. Dopo quella che lui stesso definisce “una deludente performance” in Coppa del Mondo, ora Ballard è riuscito a canalizzare le sue energie per completare l’ultimo progetto rimasto in sospeso: A Line Above the Sky, una linea sopra il cielo. 50 estenuanti metri tutti naturali che potrebbero essere la via di total dry tooing più difficile al mondo. Ora la parola passa agli eventuali ripetitori... Intanto Tom Ballard ci ha raccontato

A LINE ACROSS THE SKY di Tom Ballard

Alcuni membri della squadra inglese di arrampicata su ghiaccio sono venuti a trovarmi tra la Coppa del Mondo di Saas Fee e quella di Corvara. E, ovviamente, dovevano assolutamente visitare 'il mio tetto segreto'. La via "Real Steal" è stata ripetuta varie volte. Il forte sebbene piccolo Scott G mi ha mostrato una nuova sequenza su "The Fear Index". Will Woodhead si è tolto la maglietta (di nuovo!). Eimir McSwiggan ha scavato dentro di sé e, facendo una serie di Yaniro, è riuscita a salire "Fear Index", questa si è rivelata essere la prima ripetizione! Dimostrando quanto l'allenamento in Corea abbia dato i suoi frutti. Il croato Damir Behlic era stato lì il giorno prima e aveva centrato la prima ripetizione di "Edge of Tomorrow", confermandone il grado. Così il 'tetto' ora ha una reputazione internazionale!

Corvara è stata deludente per me, o meglio la mia prestazione lo è stata, non la gara che è stata fantastica. Era la mia ultima possibilità di riscattare i miei tre precedenti tristi risultati. Le vie si presentavano più ripide e avevano un sacco di ghiaccio, avrei dovuto eccellere visto che, teoricamente, sono un “vero” ice climber. Nelle altre gare avevo sprecato troppo tempo cercando di capire come utilizzare le prese ed avevo esaurito tutto il tempo a disposizione. Tranne in Corea dove sembrava, per chi mi guardava ma anche per me, che non avessi mai usato un paio di piccozze in vita mia. Inevitabilmente sono caduto... A Corvara non ero motivato di assistere alle finali sotto la pioggia, a prescindere di quanto fossero belle le prestazioni degli atleti, ben fatto Janez Svoljšak!

L'eroe di Ouray, Ryan Vachon, aveva sentito parlare della mia 'sorprendente grotta' ed era alloggiato nello stesso albergo del team britannico. Così, insieme ai suoi amici del Colorado Chris Snobeck e Susan Owens, mi ha dato un passaggio a 'casa'. Per un soffio Eimir non è riuscita a qualificarsi per la finale, chiudendo la gara con un impressionante nono posto, era entusiasta anche lei di ritornare in grotta. Le prime parole degli statunitensi quando hanno visto il 'tetto' sono state: "Dio mio"!

Dopo il riscaldamento sulla via di D9, sono andato a tentare l'ultimo progetto... a metà sezione chiave sono caduto... Non ero stanco, ma avevo le mani fredde. Ho sfilato la corda e sono subito ripartito... molla i piedi, molla i piedi un'altra volta, clippa la corda, un'altra volta, la fine sembrava non avvicinarsi mai, poi non mi ricordavo una presa, avevo fatto cadere il gesso quando stavo provando la via e cosi le ultime prese non erano 'segnate'. Le mie mani stavano slittando, le dita si stavano aprendo, ma in qualche modo sono riuscito a continuare fino in catena! Wow!

Tutte le vie sono state salite in puro stile DTS*, niente Yaniro quindi, e sono state gradate di conseguenza. Questa è la via più difficile che io abbia mai salito. Ci sono alcuni movimenti molto ampi di 'spalla', e devi continuare a scalare per quasi 50 metri!

Ora l'appassionato, giovane canadese Noah Beek è qui, e sta arrampicando alla grande! Ha già fatto la seconda ripetizione di "Edge of Tomorrow" e sta tentando qualcosa di più difficile...

Il grado D15 è giustificato? Credo di sì, ma qualcuno dovrà ripeterla... Venite a provarla, se pensate di esserne capaci!

*DTS, un acronimo per Dry-Tooling Style, indica che si deve arrampicare senza eseguire il movimento Yaniro (anche chiamato Figure Four). DTS richiede un buon uso dei piedi e, secondo molti esponenti del drytooling, offre una sfida maggiore e un'arrampicata più interessante, nota dell'editore.

di Tom Ballard

Tom Ballard ringrazia: C.A.M.P. Cassin, GM, S.C.A.R.P.A.,Virna Pierobon Projects, Montane

*DTS, un acronimo per Dry-Tooling Style, indica arrampicare senza eseguire il movimento Yaniro (anche chiamato Figure Four). DTS richiede un buon uso dei piedi e secondo molti esponenti del drytooling offre una sfida maggiore ed un'arrampicata più interessante, nota dell'editore.

NEWS TOM BALLARD
18/01/2016 - Arrampicando nelle Dolomiti verso il futuro
20/03/2015 - Tom Ballard completa le sei nord delle Alpi in inverno ed in solitaria
15/10/2014 - Tom Ballard, l'arrampicata nelle vene


Note:
Expo.Planetmountain
C.A.M.P.
S.C.A.R.P.A.
www
FB Tom Ballard



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