Tom Ballard e il piano B: Pizzo Cengalo e Pizzo Badile in solitaria, in una mattinata ed in inverno
Lì abbiamo incontrato uno che sembrava preoccupato. I suoi amici erano partiti quella mattina per salire la "Via Molteni" sulla parete sud del Badile, ma il suo telefono non aveva segnale. Alle 17:30, proprio quando la luce del giorno si stava spegnendo, abbiamo avvistato delle luci che brillavano in vetta! Il piccolo bivacco di emergenza è letteralmente alla fine della via, sapevamo quindi che avrebbero trascorso bene la notte. Durante la cena la stessa persona ci ha raccontato di aver incontrato un paio di alpinisti che avevano salito la "Diretta del Popolo"! E noi, quale via volevamo salire...? beh, in realtà era proprio quella! Andrea ha fatto un giro di chiamate per accertarsi che fosse vero. E quando gli è arrivata la conferma, ha illuminato il cielo con parolacce più brillanti delle stelle più scintillanti!
Durante l'avvicinamento gli avevo chiesto (visto che è lui l'autore della recente guida cartacea della zona) del bellissimo spigolo sud del Pizzo Cengalo. Mi aveva risposto che era una salita classica in una posizione eccellente ed una qualità della roccia ancora migliore. Era arrivato quindi il momento del piano B. Purtroppo però non avevamo né il tempo né l'attrezzatura per una delle altre vie più lunghe del Badile che ancora attendono una salita invernale. Andrea mi ha suggerito di partire da solo e fare una salita in solitaria, a me era venuto in mente di fare il Cengalo e il Badile in giornata... beh, in realtà in una mattinata.
Ho sempre voluto salire il Cengalo, non so bene perché. È preoccupante che enormi pezzi del suo versante nord siano franati ed ora giacciano giù in Val Bondasca. In realtà c'è anche la preoccupazione che altri pezzi possano ancora precipitare e gli svizzeri, cauti ed efficienti come sempre, stanno prendendo misure precauzionali per proteggere il vecchio villaggio di Bondo!
Alle 6 del mattino sono partito verso il Cengalo, sono salito fino all'evidente 'varco' della cresta dove ho cambiato gli scarponi da montagna con le scarpette d'arrampicata. Erano le 7:30 e c'era appena sufficiente luce per salire senza lampadina frontale. C'era un po' di vento e con le mani nude la roccia era molto fredda. Ci ho messo un po' ad entrare nel ritmo della scalata, e soltanto sul tiro chiave, gradato VI, ho iniziato a sentirmi a mio agio ed in sintonia con la roccia. A questo punto il sole aveva iniziato a lambire me e la cresta, portando con sé dei colori sorprendenti e soprattutto un po' di calore alla punta delle mie dita.
Il tiro chiave corre su un bello spigolo arrotondato con un paio di fessure discontinue, dove l'aderenza delle scarpette è fondamentale. Troppo presto però ho attraversato per uscire dallo spigolo e trovare l'erto 'Diedro Nero', pieno di prese grosse. Ma a quel punto stavo girando bene e in un battibaleno ho raggiunto nuovamente la cresta che termina sulla Punta Angela, dove è possibile calarsi lungo il fianco della montagna. Ho cambiato di nuovo le calzature e con la piccozza in mano ho arrampicato fino alla croce di vetta. Alle 9.05 ero in cima, assaporando la vista meravigliosa. Ma anche la neve, o la sua mancanza! Avevo addosso tutto l'abbigliamento per un'invernale, avevo usato la piccozza, stavo per usare i ramponi in discesa, quindi si trattava davvero di una salita invernale? Beh sì! Ufficialmente la stagione invernale va dal 21 dicembre al 21 marzo e, anche se cambi le date di alcuni giorni, tutto questo è successo nella stagione invernale!
La discesa è stata semplice fino al Colle del Cengalo, con una grande vista sulla parete che avrei voluto salire. Sembrava fredda e tutte le cenge e le fessure erano ricoperte di neve! Lì mi sarei certamente guadagnato una salita invernale! Con un po' di malinconia mi sono tolto i ramponi e di corsa sono sceso fino alla base della parete. Non so perché ho corso... per giorni l'ho sentita sulle gambe quella corsa! Ho attraversato la neve ed il ghiaccio verso la placcosa parete sud del Badile. Ho depositato del materiale: i sovrapantaloni, i ramponi, i bastoncini, la lampada frontale ecc e sono ripartito, notando una lingua di ghiaccio che più tardi avrebbe potuto sciogliersi regalandomi dell'acqua. Avevo ancora addosso i miei nuovi scarponi da 6000 metri sul passaggio tra il ghiaccio e la roccia, finché ho trovato una comoda terrazza per cambiarmi. 40 minuti più tardi, dopo aver salito 350 metri di belle placche, nel bivacco sulla cima ho cambiato nuovamente calzature! Erano le 11 e 50 e il vento freddo che soffiava sulla piramide di vetta mi ricordava che era ancora inverno, nonostante il sole e la mancanza di neve!
Sono sceso per la via normale in circa 30 minuti, sorpassando il terzetto che si muoveva lentamente dopo aver bivaccato in cima. Il ghiaccio che avevo notato si era sciolto e adesso era diventato un chiaro rivolo d'acqua che ha ristorato la mia sete. Ho bevuto e ho bevuto ancora. Tutto ad un tratto, nello stesso momento in cui avevo messo piede fuori della montagna, le preoccupazioni e l'ansia erano scomparse! Nelle solitarie, a prescindere da quanto sia facile o quanto una via stia dentro i tuoi limiti, la parte sensata del cervello fa sempre delle domande: Ma sei sicuro? Com'è il meteo, come saranno le condizioni? Sai dove stai andando? Qual è la discesa?... Di solito queste domande si fanno sentire durante l'avvicinamento, ed è per questo che tendo a raggiungere l'inizio di una via in fretta, voglio solo farla finita! Ma trovo che finché seguo il mio cuore, le cose solitamente girano per il meglio, anche se non esattamente come me le ero immaginate prima!
Ho camminato lentamente verso il rifugio dove Andrea mi ha calorosamente accolto con un: "Non sei più Tom, sei Thor!"
Abbiamo fatto gli zaini con calma, poi siamo scesi lentamente in Val Masino. Il giorno dopo, viaggiando sui treni pieni (solo sul Frecciabianca tra Milano e Verona avevo un posto a sedere!) ero felice, ma allo stesso tempo sentivo che mi mancava qualcosa. Mi sarei aspettato il freddo e la tipica sofferenza invernale, invece avevo trovato il sole e mi ero sentito completamente a mio agio con la montagna. E mi sono reso conto che Stefania non aveva torto l'anno scorso quando mi aveva chiesto perché non salivo sei pareti sud! Effettivamente è stato divertente con il sole!
di Tom Ballard
Tom Ballard ringrazia: C.A.M.P. Cassin, GM, S.C.A.R.P.A.,Virna Pierobon Projects, Montane
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