Ripetuta la Diretta del Cafelate a Campolongo, un piccolo omaggio ad una grande cordata
Quando si parla di arrampicata in Val d’Astico, il primo pensiero va sicuramente alle più conosciute pareti del Cengio, del Cimoncello o del Bostel. La gialla e strapiombante parete Sud del Campolongo passa probabilmente in secondo piano, almeno per quel che riguarda la sua frequentazione. Complice forse il difficile accesso e le difficoltà che caratterizzano gli itinerari, da sempre viene considerata la zona più selvaggia, rispettata e affascinante della valle.
Nel tempo diversi nomi noti nel mondo dell’alpinismo, locale e non, hanno però lasciato la loro firma su questa imponente bastionata: Renato Casarotto, Bortolo Fontana, Franco Bertoldi, Piero Pozzo, Gippo e Milco Meneghini, i fratelli Balasso, Antonio Tazzoli, Franco Calgaro, Renato Borgo e Franco Zuccollo, solo per citarne alcuni.
Va proprio a Zuccollo il merito, nel 1985, di trasportare per primo su carta gli itinerari presenti in valle con la sua visionaria guida: 50 arrampicate sulle Prealpi venete occidentali… anche se non è California!. Proprio in questa pubblicazione venne riportata la relazione della Diretta del Cafelate, con la speranza di aguzzare l’attenzione e la curiosità di qualche ripetitore.
Per la verità occorre dire che i tentativi di una prima salita non sono mancati negli anni e con essi anche degli incidenti: forse proprio a causa di questi avvenimenti, nel corso del tempo, la via ha assunto un’anima tetra e misteriosa. Solo percorrendola, infatti, si può assaporare quale fosse il valore di questa grande cordata, a torto poco conosciuta.
Tra le svariate prime salite di questi valenti alpinisti vale la pena ricordare anche le vie Macchia Bianca e Prima sulla parete Sud del Monte Cengio, l’ardita Giovanni Paolo I sul Monte Tormeno (non ancora ripetuta), la via Giovanni Trenti sulla parete degli Stancari e la via Integrale sulla parete Nord del Fraton.
Con questa ripetizione abbiamo voluto semplicemente rendere omaggio a Franco e Renato che, come tanti altri, hanno fatto grande l’alpinismo di una piccola valle: personaggi creativi, istrionici, arditi, spesso ideatori di linee su pareti minori che hanno poco o nulla da invidiare alle più conosciute crode dolomitiche.