Pizzo Cavregasco Parete Ovest, una poco conosciuta salita in alta Val Bodengo
Siamo un gruppo di amici, tra di noi ci chiamiamo leù, una ventina di ragazzi tra i 20 e i 25 anni che semplicemente condividono la passione per la montagna, cercando di viverla più o meno a 360 gradi. Questa volta siamo partiti in 11 per addentrarci in una valle che la maggior parte di noi ha potuto vivere solamente d'estate, quando, con il suo corso di acqua limpidissima attira migliaia di persone che si divertono cimentandosi in tuffi e calate tra le sue splendide pozze. Ma in Val Bodengo non esiste solo il canyoning. Di certo meriterebbe molte più visite anche da parte degli arrampicatori, che si vedrebbero ingaggiati in splendide lotte di aderenza sia su vie facili che difficili, magari intervallate da freschi tuffi nelle pozze del Boggia.
La sua sfortuna è di certo quella di essere nata vicina a valli molto più blasonate e famose, ma se d'estate risulta essere poco frequentata, l'alta val Bodengo invernale lo è ancora meno. Reperire informazioni riguardo salite nella zona è già di per sé un'impresa, come spesso accade ci troviamo quindi a salire senza sapere cosa staremo per affrontare, con la zaino pieno oltre che di cibo anche di materiale, con la speranza di poterlo tirar fuori e utilizzare. Il nostro punto di riferimento intanto, è il Bivacco Notaro, uno splendido "Chalet" di montagna che ci terrà al caldo con le sue comodità per nulla tipiche dei bivacchi a cui siamo abituati.
Il sentiero ci è stato gentilmente tracciato, con non poche difficoltà, dagli amici saliti la sera prima. La neve è la peggiore che si possa trovare in montagna, fresca con una crosta non portante bella ghiacciata da spacca stinchi, ma per fortuna, per noi la strada è già almeno parzialmente spianata... Durante la salita possiamo quindi concentrarci sulle cime e pareti che ci circondano, e la nostra attenzione viene catturata lungo tutto il percorso dalla mole, alla nostra sinistra, dell'imponente pizzo Cavregasco. Il nostro occhio però, soprattutto nell'ultima parte della salita, si rivolge continuamente verso una particolare linea di neve e ghiaccio che, logica come se ne vedono raramente, solca la parete ovest della montagna.
Come già detto, la voglia di sfruttare gli attrezzi è tanta, quindi, bastano poche parole tra me e Bruno per capire che saliremo di li, o almeno l'intento è quello di provarci... come spesso accade, quindi, la mattina il gruppo si divide solo per qualche ora per affrontare salite diverse. Il gruppone da nove salirà una cima alle spalle del Notaro, mentre noi ci dirigeremo appunto in traverso fino a raggiungere la base dello splendido canale.
La salita è stata a dir poco stupenda, una linea di circa 700 metri di dislivello che interpone a chi la affronta tratti di neve a 50/60° e stupende colate di ghiaccio che noi abbiamo affrontato con tre tiri di corda. Il vento forte del weekend ci da del filo da torcere con continui spindrift dall'alto del canale, ma la neve nei tratti facili è dura come il marmo e ci permette di essere veloci.
La parte finale di parete presenta altri salti aggirabili e ci deposita direttamente in cima con un uscita spettacolare proprio di fronte al lago di Como! È stata una sensazione stupenda potersi liberare con un grido di gioia e soprattutto sentire le risposte del gruppo dall'altra parte della valle! Sembrava di stringere la mano anche a loro su quella vetta.
La discesa, non avendo informazioni a riguardo, l'abbiamo affrontata lungo quello che ci sembrava l'itinerario più logico, e si è svolta lungo la cresta sudovest fino alla bocchetta delle streghe, e poi giù dal canalone fino a raggiungere di nuovo le nostre tracce vicino all'attacco della via.
La gioia della salita affrontata è stata davvero tanta, soprattutto per come è nata e si è svolta. Altrettanta era la voglia di scoprirne qualcosa a riguardo, certi che la linea fosse già stata salita, per la sua logicità e bellezza, senza nascondere però che la speranza di aver fatto una prima era di certo sempre lì a farci compagnia durante le ricerche che non producevano risultati. Ci sono comunque voluti dei giorni per trovare qualche informazione a riguardo, e scoprire di cosa si trattasse, a conferma che non si tratta di certo di una zona molto frequentata e conosciuta durante la stagione fredda.
La linea è una via di roccia salita da Luigi Binaghi, Carlo Cozza e Angelo Martinelli nel luglio del 1939 ed è stata salita d'inverno da Silvio Montana e Maurizio Orsi nel Febbraio del 1998, diretta e logica come è meriterebbe di certo una maggiore frequentazione, così come la meriterebbe l'intera valle!
Mola mia Leù!
di Daniele Assolari
SCHEDA: Pizzo Cavregasco Parete Ovest, Val Bodengo, Valchiavenna