Piolet d'or 2004, le schede delle candidature
Le schede delle sei salite del 2004 tra le quali la giuria, presieduta da Krzysztof Wielicki, dovrà conferire il prestigioso riconoscimento alpinistico promosso dalla rivistta francese Montagne Magazine.
Lo scorso dicembre erano state rese note le nomination del Piolet d'or 2004, il riconoscimento alpinistico promosso dalla rivista francese Montagnes Magazine che premia le migliori realizzazione dell'anno (vedi news del 24/12/04). Ora, a due settimane dalla cerimonia di premiazione, che si terrà a Grenoble il 25 febbraio prossimo, la redazione di Montagnes Magazine ha presentato la giuria presieduta da Krzysztof Wielicki (un nome una garanzia) e ha stilato una scheda delle singole candidature. Come sempre c'è estremo riserbo su chi vincerà la piccozza d'oro per il 2004: la giuria non si è ancora espressa ufficialmente. Ma, come da usuale copione, si sprecano i commenti del mondo alpinistico su chi poteva (o doveva) essere incluso nei sei prescelti, ma anche su chi, tra i candidati, ha più chance di spuntarla. A chi vuole partecipare al gioco del toto-vincitore gioverà leggere le schede della rivista francese. A chi non si trova perfettamente d'accordo gioverà pensare che, tutto sommato, si tratta di un premio (seppur importante) sempre parziale, soprattutto considerando i molti (e individuali) pareri che da sempre l'alpinismo ha espresso sull'etica e lo stile di una salita. Insomma, prendiamolo, il Piolet d'or, per quello che è: un premio, appunto non assoluto, su cui comunque è possibile confrontarsi, una volta all'anno, per gettare uno sguardo su quello che si è "realizzato" in alpinismo e soprattutto sulle possibili "tendenze future", anche in polemica con la teoria che esista una "the best realization". Intanto, per sapere come andrà a finire, non resta che aspettare la serata di premiazione del 25 febbraio. I CANDIDATI E LE SCHEDE DI MONTAGNES MAGAZINE Elio Orlandi (Italia), Luca Fava (Italia) e Horacio Codo (Argentina), per lapertura della via Linea di Eleganza, sulla parete nord-est del Fitz Roy (3440 m), Patagonia argentina. E la via più diretta per la cima della parete nord-est. Una delle rare ascensioni importanti di questanno (2004 ndt) in Patagonia. Questa cordata internazionale ha osato impegnarsi 8 giorni sulla montagna, beneficiando di un bel tempo sbalorditivo per questo magnifico massiccio dove sole e tempeste di neve si possono spartire la stessa giornata. Data: spedizione sul posto da metà dicembre 2003 all'8 febbraio 2004. Altezza della via: 1450m Difficoltà: VI, 6c, A3, M7 Durata dellascensione: 8 giorni in parete. 6 bivacchi in sacco a pelo. Nessuna attrezzatura da bivacco per l'ultima notte. Stile: apertura per la maggior parte in libera dei tiri nei primi 500m. poi attrezzati con corde fisse Stile a capsula nei 350m successivi dove le lunghezze sono state aperte soprattutto in artificiale. Stile alpino e scalata in libera negli ultimi 600m. Tomaz Humar e Ales Kozelj (Slovenia), per lapertura della via Johans Route, sulla parete sud dellAconcagua (6 960 m), Argentina. Tomaz Humar ha dimostrato con questa nuova salita di essere ritornato ad altissimo livello, dopo alcuni mesi passati su una sedia a rotelle a causa di un incidente domestico. Con Ales Kozelj ha salito in 5 giorni e in puro stile alpino questa immensa parete sud. Il nome della via è un omaggio a Janez Jeglic, compagno davventura di Tomaz al Nuptse nel 1997, ma portato via dal vento e scomparso sulla cresta sommitale. Data: spedizione sul posto nelle ultime due settimane del dicembre 2003. Altezza della via: 2500m Difficoltà: VI, 6b, A2, M6, glace 100°. Durata dellascensione: 6 giorni sulla montagna dal 17 al 22 dicembre. 5 bivacchi Stile: stile alpino, arrampicata in libera a parte un passaggio in artificiale. Senza utilizzo di corde fisse. Alexander Odintsov, Alexander Ruchkin, Serguey Borissov, Michka Mikhailov, Guecha Kirievsky, Mikhail Perchin, Kolia Totmianin, Alexei Bolotov, Euvgeni Prilepa, Dimitri Pavlenko (Russia), per lapertura della prima via diretta sulla parete nord dello Jannu (7 710 m), Népal. Lapertura di questa via diretta sulla partete nord dello Jannu, ha rappresentato una sfida per i migliori alpinisti del mondo dallinizio degli anni 80. La tattica russa (stile capsula, staffetta di cordate sulla parete, corde fisse) non è delle più estetiche, ma la maggior parte degli alpinisti che conoscono questa parete dicono che, al giorno doggi, per scalarla solo questo stile è concepibile... Data: spedizione sul posto dal 5 aprile al 28 maggio 2004. Altezza della via: 2100m Difficoltà: VI, 6c, A3+, glace 4, M6. Durata dellascensione: 50 giorni Stile: apertura soprattutto in scalata artificiale, installate corde fisse su tutto litinerario. Le varie cordate si sono alternate in parete, campi in parete. Stile capsula da 6900m a 7710m. Kevin Mahoney e Ben Gilmore (Stati Uniti), per lapertura della via Artic Rage, sulla parete est del Mooses Tooth (3150 m), Alaska E lascensione di ghiaccio e misto che fa rivivere tutta la passione per le grandi pareti di ghiaccio. I due alpinisti hanno tracciato questa superba linea di goulottes molto tecniche affrontando il passaggio chiave in condizioni meteo difficili, e in puro stile alpino. Prendendo in prestito la partenza di una delle due vie aperte da Bridwell sulla parete, ormai è la via più diretta di questa emblematica montagna dellAlaska. Data: spedizione sul posto dal 20 marzo al 3 aprile 2004. Altezza della via: 1500m Difficoltà: VI, A2, glace 6+. Durata dellascensione: un primo tentativo di 2 giorni dal 22 al 23 marzo, poi il secondo tentativo vincente in tre giorni dal 31 marzo al 2 aprile. Stile: stile alpino. Scalata libera salvo un passaggio in artificiale. Jean-Christophe Lafaille (Francia), per la sua ultima ascensione solitaria della parete sud dello Shisha Pangma 8046m (vetta principale), Tibet. Jean-Christophe Lafaille è il primo nella storia dellhimalaysmo ad aver salito una cima emblematica di più di 8000m in stile alpino, per un grande e bellitinerario tecnico (la via Scott/MacIntyre/Baxter-Jones con una variante dattacco da 5800m a 7000m), solo su tutta la montagna, senza ossigeno e con condizioni completamente invernali. Data: spedizione sul posto dall11 novembre al 15 dicembre 2004. Altezza della via: 2200m Difficoltà: VII - ghiaccio 80°, misto 55°. Durata dellascensione: tentativo alla cima il 9, 10, 11 dicembre. Discesa al campo base il 12 dicembre. Tre notti a 7000m. Stile: 90% in stile alpino. Scalata libera e 300m di corde fisse Light Dyneema: 200m da 7000 a 7200m, poi 100m per il primo crepaccio terminale. Solitaria integrale al 98%. Steve House (Stati Uniti), per lapertura in solitaria della via sulla parete sud-ovest del K7 (6942 m), Pakistan. Steve ha visto questa linea nel 2003 e lha tentata 4 volte questanno. E solamente al suo 3° tentativo che è riuscito a trovare il passaggio nelle difficoltà in roccia della base della parete. Fu sorpreso dalla tempesta a 6200m e ha dovuto ridiscendere. Il 17 luglio 2004 è arrivato troppo tardi a 6800m davanti alle principali difficoltà di M6+ e A2. Il 24 luglio, vi approda alle ore 11,00 e lo supera. Data: luglio 2004. 29 giorni sul posto. Più tentativi. Altezza della via: 2500m Difficoltà: VII, 6a, A2, M6+, glace 80°. Durata dellascensione: 41 ore e 45 minuti, il 24 e 25 luglio. Stile: Solitaria integrale, scalata in libera salvo una sezione di 20m in scalata artificiale senza sosta, semplicemente assicurato in permanenza su due punti. |
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