Peter Habeler a 74 anni nuovamente sulla Nord dell'Eiger insieme a David Lama
Questo sì che è alpinismo che fa sorridere. Che ha mille storie dentro la stessa storia. La trama, grosso modo, è la seguente: l’altro giorno Peter Habeler ha salito la parete nord dell’Eiger. Già di per sé ripetere la classica Via Heckmair sulla famigerata parete svizzera è un traguardo importante, ma se a questo aggiungiamo che oggi Habeler ha 74 anni, allora le cose diventano più interessanti. Magari è un record di "anzianità" sul ragno bianco, ma questo, francamente, non ci interessa più di tanto. Quello invece che ci interessa molto è che Habeler, prima di arrivare meravigliosamente a questi 74 anni, è considerato uno degli alpinisti più forti e - per certi versi meno conosciuti - di tutti i tempi.
Habeler, non poteva essere altrimenti, aveva già conosciuto la nord dell’Eiger, nell'ormai lontano 1974. In un’altra epoca quindi, quando l’alpinismo come lo conosciamo oggi ancora non c'era. Era il 14 agosto del ’74 quando, 32enne, ha salito la parete grande Nord in un tempo record insieme ad un compagno d’eccezione, Reinhold Messner. In quell’occasione i due sono stati i primi a salire l’orco in sole 10 ore, lasciando tutti a bocca aperta e spalancando quindi le porte ad un alpinismo ancora tutto da scoprire.
L’anno successivo, nel 1975, i due hanno sperimentato questa inaudita velocità e totale leggerezza aprendo in puro stile alpino, quindi senza corde fisse, campi prestabiliti e senza ossigeno supplementare, una nuova via sul Gasherbrum I. Con i suoi 8068m si tratta dell'undicesima montagna più alta della terra, nota anche come Hidden Peak e la loro salita "by fair means" ha letteralmente sconvolto l’establishment dell’alpinismo di allora, capovolgendo (sulle tracce del mitico Hermann Buhl) il classico modo di affrontare le montagne più alte della terra. Con quella ascensione i due avevano non solo alzato notevolmente l’asticella, ma hanno anche stabilito il metro contro il quale da quel giorno in poi tutte le altre salite in alta quota sarebbero state giudicate.
Poi, ad eclissare questa salita del Gasherbrum I sono stati loro stessi, nel 1978, con un altro colpo magistrale: l’8 maggio Habeler e Messner hanno cavalcato per primi la cima dell’Everest senza ossigeno supplementare. Una salita e una successiva famosa discesa che ha dato una risposta definitiva ed inequivocabile ai dubbi del mondo intero sull’impossibilità, o possibilità, di salire in quell’estrema aria rarefatta senza le bombole d’ossigeno.
Habeler è ovviamente molto di più delle eccezionali salite del Gasherbrum I e dell'Everest. Spiccano la prima salita della parete est del Yerupaja Grande (6617 m) e del Yerupaja Chico nelle Ande, le salite del McKinley (1980), il Cho Oyu (1986), il Nanga Parbat (1985), il Kanchenjunga (1988), la prima salita europea della mitica Salathé Wall su El Capitan in Yosemite in cordata con Doug Scott (1970), le infinte salite nelle sue montagne del Tirolo, in Dolomiti e nel massiccio del Monte Bianco. Ma spicca soprattutto la sua voglia, innata e mai smorzata, di andare in montagna e di trasmettere il suo amore per il mondo verticale. È così anche che 20 anni fa questa guida alpina dello Zillertal ha "scoperto" l’allievo per eccellenza, David Lama. Allora il ragazzino aveva 5 anni. Ora è diventato anche lui uno degli alpinisti in assoluto più forti.
E’ per questo che sembra più che giusto che Peter l’altro giorno abbia scelto come compagno proprio David, tra l'altro alla sua prima volta sulla via Heckmair. Immaginiamo la loro stretta di mano sulla cima. Immaginiamo la gioia di Peter 43 anni dopo quella sua prima veloce salita. Deve essere stato un momento bellissimo. Hut ab, chapeau, al "gran signore" dell’alpinismo mondiale.
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