Per Cristina Castagna
Il 18 luglio la 31enne alpinista vicentina Cristina Castagna è precipitata a circa a 7000m di quota mentre scendeva dalla cima del Broad Peak (Karakorum, Pakistan). La conferma è arrivata dal suo compagno di cordata, il vicentino Giampaolo Casarotto.
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Cristina Castagna al Makalu nel 2008
arch. C. Castagna
Anche Cristina ci ha lasciati e non tornerà mai più dal suo Broad Peak. Ormai troppo spesso ci ritroviamo così. Senza parole. Soli con i nostri pensieri. Come vuoti. Anche se quel vuoto verrebbe da squarciarlo con un urlo. Con un no! Ma tutto, in questi momenti, continua a sembrarci inutile e futile. Come cercare di capire le dinamiche dell'incidente. Con tutti quei perché, quei se, e quei ma che lasciano sempre ancora il niente. Un vuoto inseguito da parole che sembrano solo un trito rituale. Già visto. Già fin troppo scritto. Triste e insieme inutile.
Cristina però non era una donna inutile. Non era una donna triste. Lei aveva un cuore che brillava in quei suoi grandi occhi. Aveva la passione di chi insegue e crede nella vita. Penso ai suoi malati, quelli che ogni giorno curava come infermiera al pronto Soccorso dell'Ospedale di Vicenza. Sono sicuro che per loro è una grandissima perdita. Perché Cristina aveva un modo tutto suo per essere vicina alle persone. E aveva una gran dote, sapeva ascoltare. E mai il suo essere una alpinista degli Ottomila traspariva. Erano altre cose che colpivano di lei.
Preferiva spendere poche parole su se stessa. Preferiva scherzare presentandosi come “El Grio, il grillo, di Valdagno”, piuttosto che raccontere dei suoi 4 Ottomila a cui si aggiunge questo che le è stato fatale. Preferiva sorridere e la sua allegria era sempre contagiosa. Anche se credo soffrisse di quel modo di essere dell'alpinismo che lei, con la sua sensibilità, non riusciva a comprendere. Quel mondo degli alpinisti che giudicano aldilà dell'uomo e della donna. Ne usciva ferita, Cristina. Per certi versi non sembrava nemmeno un'alpinista. Oppure, se volete, sembrava un'alpinista per caso catapultata in un mondo che non era il suo, che mancava della sua sensibilità.
Cristina da donna e da alpinista ha voluto affrontare un suo percorso. Ha avuto un gran coraggio prendendosi, specialmente all'inizio, tutte le responsabilità di questa scelta. Sempre con quella leggerezza e quel sorriso che la contraddistingueva. Da piccola grande donna partendo da Valdagno ha esplorato il mondo dell'aria sottile. Un mondo che l'ha fatta sorridere e piangere, esattamente come la vita. Un mondo a cui lei ha donato il suo grande cuore.
Gli 8000 di Cristina Castagna
Shisha Pangma 2004
Gasherbrum ii 2005
Dhaulagiri 2007
Makalu 200
Cristina Castagna in PlanetMountain
Cristina però non era una donna inutile. Non era una donna triste. Lei aveva un cuore che brillava in quei suoi grandi occhi. Aveva la passione di chi insegue e crede nella vita. Penso ai suoi malati, quelli che ogni giorno curava come infermiera al pronto Soccorso dell'Ospedale di Vicenza. Sono sicuro che per loro è una grandissima perdita. Perché Cristina aveva un modo tutto suo per essere vicina alle persone. E aveva una gran dote, sapeva ascoltare. E mai il suo essere una alpinista degli Ottomila traspariva. Erano altre cose che colpivano di lei.
Preferiva spendere poche parole su se stessa. Preferiva scherzare presentandosi come “El Grio, il grillo, di Valdagno”, piuttosto che raccontere dei suoi 4 Ottomila a cui si aggiunge questo che le è stato fatale. Preferiva sorridere e la sua allegria era sempre contagiosa. Anche se credo soffrisse di quel modo di essere dell'alpinismo che lei, con la sua sensibilità, non riusciva a comprendere. Quel mondo degli alpinisti che giudicano aldilà dell'uomo e della donna. Ne usciva ferita, Cristina. Per certi versi non sembrava nemmeno un'alpinista. Oppure, se volete, sembrava un'alpinista per caso catapultata in un mondo che non era il suo, che mancava della sua sensibilità.
Cristina da donna e da alpinista ha voluto affrontare un suo percorso. Ha avuto un gran coraggio prendendosi, specialmente all'inizio, tutte le responsabilità di questa scelta. Sempre con quella leggerezza e quel sorriso che la contraddistingueva. Da piccola grande donna partendo da Valdagno ha esplorato il mondo dell'aria sottile. Un mondo che l'ha fatta sorridere e piangere, esattamente come la vita. Un mondo a cui lei ha donato il suo grande cuore.
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