Odyssey e Iliad, due nuove vie di ghiaccio e misto nelle Revelation Mountains in Alaska

Un team di giovani alpinisti composto da Lise Billon, Pedro Angel Galan Diaz, Jeremy Stagnetto e Jérôme Sullivan ha aperto due nuove vie di ghiaccio e misto nelle Revelation Mountain in Alaska: The Odyssey (M7, 6b, A1, 90 °, 1100 m) sul Pyramid Peak e The Iliad (TD + 900m) sul Mount Boucansaud, entrambe cime inviolate.
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Odyssey & Iliad, due nuove vie su Pyramid Peak e Mount Boucansaud (Lise Billon, Pedro Angel Galan Diaz, Jeremy Stagnetto, Jérôme Sullivan)
archive Jérôme Sullivan
Forte del loro successo sul Cerro Murallón in Patagonia a fine 2012, a metà marzo di quest'anno un team internazionale di alpinisti composto dai francesi Lise Biglione (25 anni), Jeremy Stagnetto (28 anni), Jérôme Sullivan (30 anni) e dallo spagnolo Pedro Diaz (35 anni) si è recato per la prima volta in Alaska per aprire due belle nuove vie sopra il ghiacciaio Revelation. La prima è stata chiamata l'Iliade ed è stata aperta il 23 aprile in 20 ore di scalata sulla cima da loro chiamata Mount Boucansaud, mentre la seconda via, l'Odissea, sale la parete ovest della finora inviolata Pyramid Peak. Tre bivacchi sono stati necessari per affrontare difficoltà fino a M7, 6b, A1, 90°.


DUE NUOVE VIE NELLE REVELATION MOUNTAINS
di Jerome Sullivan

Clint Helander, alpinista molto attivo nelle Revelation Mountains e autore di numerose prime salite, ci aveva mostrato alcune incredibili foto di cime inviolate e di progetti ancora da realizzare in questo massiccio dell'Alaska. Fino ad ora poche spedizioni si sono recate in questa zona isolata, probabilmente per via del famigerato brutto tempo e per il fatto che il Denali è molto più vicino e più facile da raggiungere. Il Pyramid Peak però ci aveva subito affascinato; la montagna era inviolata è aveva una verticale ed imponente parete ovest.

Il 17 marzo siamo volati a Talkeetna e siamo rimasti nelle Revelation Mountains fino al 2 di aprile. Quest'anno l'inverno in Alaska è stato insolitamente caldo e secco ed eravamo piuttosto preoccupati per le condizioni che avremmo trovato. Fortunatamente però questo strano inverno sembra aver giocato a nostro favore, infatti abbiamo trovato molto più ghiaccio di quanto segnalato dalle spedizioni precedenti.

Il nostro primo obiettivo è stato quello di salire una linea piuttosto diretta sul Pyramid Peak, ma dopo due giorni di sforzi, dopo aver superato sottili strisci di ghiaccio difficili da proteggere, la nostra linea si è rivelata un vicolo cieco, a soli 200 metri dal suolo... Il più delle volte le fessure erano chiuse e trovare una linea logica si è rivelato complicato. In passato Clint aveva tentato un'evidente linea a sinistra, ma la goulotte era protetta in alto da grossi funghi di neve e da un enorme tetto .

Per tirarci su di morale abbiamo salito l'evidente linea dell'Iliade. Questa prominente spalla sul contrafforte meridionale è stata nominata da noi Mt Boucansaud, in onore di Jean-Marc Boucansaud, nostro amico e guida alpina di Chamonix scomparso lo scorso inverno. Ci sono volute 20 ore complessive, dal campo base fino in cima e ritorno al campo base, per salire la sorprendente colata di ghiaccio che corre lungo la sua parete est. La salita presentava arrampicata semplice su ghiaccio abbastanza semplice, con due incredibili tiri chiavi su ghiaccio sottile.

Abbiamo poi scoperto la linea dell'Odissea. Abbiamo bivaccato tre volte in parete e solitamente non siamo mai partiti troppo presto a causa delle basse temperature. La via presenta diversi difficili tiri di misto, neve verticale (poco ghiaccio) ed un paio di facili tiri su neve, per un totale di 18 verticali lunghezze seguite da trecento metri di cresta che consentono di raggiungere la vetta. I tiri chiave sono stati un camino strapiombante con funghi di neve strapiombanti ed un delicato traverso per raggiungere un diedro sempre strapiombante, mentre il resto della difficoltà si aggira attorno al M5 - M6. Siamo scesi per la parete Nord-ovest con 9 doppie per raggiungere un grande canalone che ci ha riportato sul ghiacciaio. Molti dei tiri erano run-out per via delle protezioni piuttosto scarse.




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