Nuove vie invernali in Scozia
Il tutto è successo l'11 gennaio scorso quando Nick Bullock, Greg Boswell, Callum Johnson, Uisdean Hawthorn, Simon Richardson, Guy Robertson, Will Sim e Iain Small si sono dati appuntamento alla Terrace Wall a Creag an Dubh Loch, indubbiamente la parete più imponente dei Cairngorms per cogliere queste condizioni "super". Come ci ha confermato anche Richardson "sì, il meteo di dicembre ha fatto sì che Creag an Dubh Loch erano in condizioni come si vedono una volta nella vita. Venti freddi da sud avevano riportato neve da dietro la montagna, seguito poi da una serie di geli e disgeli. Nessuno di noi aveva mai visto così tanto ghiaccio in questa parete!"
Le quattro vie aperte dal gruppo si chiamano Take te Thron (VII,6), Defence of the Realm, The Cure (VIII,8) e Hustle (VII,7) e vale la pena evidenziare che per arrivare alla parete ci vogliono tre ore ldi avvicinamento. Oppure solo due se la strada è abbastanza pulita da essere praticabile fino a metà con la bici...
Due giorni più tardi Bullock e Robertson hanno aperto Slenderhead un'altra interessante nuova via a Stob Coire Nan Lochan. Anche questa ha uno sviluppo di circa 100m. E anche questa - come The Cure - ha difficoltà complessiva di VIII/8, un grado che non molti anni fa era considerato il non-plus-ultra dell'arrampicata invernale scozzese e che ora comincia ad essere ripetuto, e aperto, sempre più spesso. Proprio per questo motivo, e per capire qualcosa di più sulla particolarità di queste nuove vie, abbiamo chiesto delucidazioni a Bullock.
"Per quanto riguarda il grado di VIII/8 salito sempre più frequentemente credo sia simile all'arrampicata su roccia: le barriere vengono infrante, poi la gente segue grazie ad una conoscenza migliore, un allenamento più specifico e anche grazie all'attrezzatura migliore. In realtà non credo siano in moltissimi quelli che salgono l' VIII/8 regolarmente, ma il grado potrebbe rappresentare il livello di quello che un arrampicatore allenato e motivato riesce a fare adesso. L'apertura di una nuova via di questa difficoltà è una storia diversa, con nessuna conoscenza preventiva o descrizione, salire su terreno sconosciuto è una sfida mentale non indifferente. Diciamo che le difficoltà tecniche sono soltanto una parte della sfida.
Entrambe le mie vie sono state aperte a-vista, dal basso con nessuna conoscenza preventiva. Questo approccio "dal basso" fa parte di una lunga lista di complicati aspetti legati all'arrampicata invernale scozzese e credo che questo sia un aspetto importante visto che le nostre pareti sono così "basse". Salire dal basso aggiunge un altro piano all'arrampicata e fa sì che una via corta sembri molto più lunga, aggiunge quindi un aspetto psicologico molto importante nell'apertura di nuove vie. Slenderhead è un bel esempio: c'è stato un momento sul primo tiro in cui mi sono trovato con ghiaccio brutto, altrettanto brutte protezione e non sapevo cosa mi aspettava sopra. Era una grossa sfida mentale, e se avessi buttato giù una corda dall'alto avrei sottratto moltissimo dell'esperienza. In qualche modo avrei abbassato la via ad un livello che molti sarebbero stati felici di provare. Questo suono elitario, ma l'arrampicata è di per sé un'attività elitaria che è resa memorabile unicamente dalle sfide che si presentano quando si applicano determinate regole. Potrebbe sembrare che ciò sia contrario a quello che l'arrampicata dovrebbe essere, ma lo stile è molto importante e se l'unica cosa che conta è raggiungere il top di una via, in qualsiasi maniera, allora potremmo raggiungere la cima di tutte le montagne della Gran Bretagna a piedi."
Creag an Dubh Loch
Le nuove vie da sinistra a destra
Take te Thron (VII,6) - Uisdean Hawthorn e Callum Johnson
Defence of the Realm (VII,7) - Guy Robertson e Greg Boswell
The Cure (VIII,8) - Will Sim e Nick Bullock
Hustle (VII,7) - Iain Small e Simon Richardson