Nuova via sul Pilier Rouge dell'Aig. de Blatiere per Gabarrou e Marlie
Nicol'Am (7a+ max; 6c obbl.) è il nome della nuova via sul Pilier Rouge dell'Aiguille de Blatiere (Aiguille de Chamonix - M.te Bianco) aperta da Ezio Marlier e Patrik Gabarrou nel mese di agosto.
Si chiama Nicol'Am, misura 250 metri di lunghezza, oppone difficoltà fino al 7a+ (obbligatoria 6c) e corre sulla bellissima roccia del Pilier Rouge dell'Aiguille de Blatiere (Aiguille de Chamonix - M.te Bianco). E' la nuova via aperta, lo scorso agosto, da Patrik Gabarrou e Ezio Marlier che ci racconta com'è andata la "prima" e di cosa si tratta...
Il sentiero, la morena e la pietraia ci mettono subito in riga, gli zaini pesano da far paura e le mie ginocchia urlano: dovesse scoppiare una rotula, in mezzo a questa pietraia, sarebbe un impresa ritrovarla. Arrivati alla base, svuotiamo gli zaini: le tasche di Eta-Beta sembrerebbero ridicole, "Ma dove l'abbiamo fatta stare tutta sta roba?" Cerchiamo di sistemare un po' le cose e si parte. Patrik attacca per un diedro che si lascia proteggere bene e, dopo 50 metri, raggiunge la prima sosta in una comodissima nicchia di qualche metro quadrato (5+ e 2 spit indicano la via). Un diedro stapionbante, rosso fuoco, all'apparenza più difficile di quando ci scali, mi scalda a dovere e dopo 30m piazzo la la seconda sosta (6a+ uno spit sulla placca in uscita). Il terzo tiro percorre ancora un diedro camino e dopo 40m il Gab mi fa salire. Arrivo in sosta e guardo cosa ci aspetta, una placca e uno spigolo: tocca a me. La roccia è bellissima, i movimenti di più, e mi ritrovo appeso allo spit a scrutare dove andare a mettere quello dopo. Per andare dritto dovrei avere delle ventose, decido quindi di obliquare a sinistra e raggiungere lo spigolo, mi sembra di scorgere qualche asperità chissà se allo spigolo riesco a mettere qualcosa... Più facile da dire che da fare, provo, i piedi sono in aderenza lo spit si allontana, mi sembra di essere Willi Coyote, se mi slitta un piede, gli rubo la scena prendendo fuoco su questa placca. La fortuna però non abbandona gli audaci, con uno spavento trovo una reglette abbastanza buona da permettermi di tirare fuori il trapano, e mettere questa tanto sospirata protezione. Arrivo su un piccolo scalino e decido di fare sosta. (30m 6c+ 5spit). Mentre recupero Gab, guardo cosa mi aspetta sul tiro successivo, prevedo una battaglia, lo spigolo sembra difficile, molto difficile.
Attacco il tiro, e capisco che tipo di battaglia si profila all'orizzonte. Una serie di pinzate sullo spigolo in salita, e subito in discesa alla sosta per prendere coraggio mi fanno capire che una buona dose di "Larchite" (di Rolando Larcher) mi farebbe proprio comodo. Nascondo le orecchie da coniglio sotto il casco e ci riprovo, uno spavento quà e uno là, mi permettono di mettere due spit, arrivando così al passo duro. Scorgo una presa 5-6m sopra, bisogna arrivarci però! E quando ci arrivo... si rompe e prendo il brevetto di volo, con corso accelerato, di una decina di metri. Riparto. Dopo essersi rotta, la presa ha comunque mantenuto dimensioni accettabili per essere tenuta e per spittare, e una volta presa non mi avrebbero staccato da lì neanche a martellate , un'altro base jump non sarei stato in grado di accettarlo. Arrivo su un terazzino e faccio sosta (30mt 6spit 7a+), ho i piedi arrosto, la saliva cemento e un gran bisogno fisiologico. Oggi non riusciamo a terminare la via. Mancano due tiri e ci sono rimasti 3 spit. Scendiamo, Ritorniamo 3 giorni dopo e terminiamo la via percorrendo i due tiri mancanti. Il sesto, il tiro più bello della via: placca, fessura e knobs, tutto in un tiro protetto da 4 spit ma con un'ottima possibilità di aggiungere materiale. (50m 7a 5 spit). L'ultimo tiro: ancora uno spigolo e un'uscita leggermente lichenosa, che abbiamo pulito in discesa, portano alla cengia finale .(15m 2 spit 6c). Alcuni dicono che l'alpinismo è finito , che non c'è più niente da fare, a questi credo si debba solo rispondere con dei fatti. La Blatiere è percorsa da molte vie, eppure chi riesce a vedere un po' più in là del proprio naso, ha ancora la possibilità di ritagliarsi qualche bella soddisfazione personale. Se si corresse meno dietro ai numeri e un po di più sulle sensazioni, credo che, anche in una piccola pietra dietro casa, sarebbe possibile giocare all'avventuriero, perché è per questo che andiamo per montagne... o forse sbaglio?." Ezio Marlier
Nelle foto Ezio marlier in apertura di Nicol'Am Pilier rouge Aiguille de Blatiere (ph P. Gabarrou) |
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