Norvegia Express: le cascate di ghiaccio del grande Nord
Elio Bonfanti e Claudio Casalegno presentano le cascate di ghiaccio Sabotørfossen, Fossekjerringa e Grabeinsisen attorno a Rijukan in Norvegia.
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Cascate di ghiaccio in Norvegia: Fossekjerringa (II/WI 5, 100m)
archivio Elio Bonfanti
Già nel 2008 mi era balenata l’idea che fosse possibile andare a fare cascate di ghiaccio in Norvegia utilizzando il breve tempo concesso da un fine settimana un po’ stiracchiato. Rijukan in fondo è abbastanza vicina ad Oslo e le strade per raggiungerla sono decisamente scorrevoli. Così agganciati al fine settimana, il venerdì ed il lunedì siamo partiti alla volta delle fredde lande del Nord.
L'incombente primavera italiana ci ha depositato agli abituali meno 13 C° meno 14 C° ma in fondo era quello che cercavamo per prolungare ancora un po’ una stagione di cascate già ricca di soddisfazioni. La valle che si dispiega alla volta della nostra meta è letteralmente tappezzata su entrambi i versanti, di colate che vanno dai 60 ai 600 metri lasciandoci stupefatti. In auto i progetti si accavallano al punto che forse non ci sarebbe bastato nemmeno un mese di permanenza per salirne un po’, altro che quattro giorni!
Il gruppo, questa volta ridotto all’ osso, comprendeva il sottoscritto ed un nuovo e simpatico amico Claudio Casalegno che con la sua dirompente simpatia ha provveduto ad animare tutto il viaggio ed a stringere nuove amicizie. Ma cominciamo dalle brutte notizie. Lipton (il vero obbiettivo del viaggio) non c’è, l’esultanza di Claudio rasenta il tifo da stadio in quanto non era poi così convinto di volerla salire. Va beh, ci consultiamo con il gestore dell’ostello per sapere meglio cosa fare e scopriamo che Haugfossen (altro obbiettivo) secondo lui non è salibile in quanto nei giorni precedenti un ondata di caldo anomalo ne aveva danneggiato la struttura. Ed avendo questa un importante debito d’acqua era secondo lui a rischio crollo. Bene, tanto per cominciare due ceffoni del tutto inattesi che mi fanno pentire di essere salito sino a quassù e non aver approfittato della vicina Kandersteg dove tutto era in perfette condizioni.
Ma va bene! Poco male, iniziamo con la classicissima Trappfossen che in una giornata di freddo siderale e non essendo tracciata ci impegna più che a sufficienza. La cosa ci fa desistere dal tentare la più difficile Jouvsᴓyla in quanto con quelle temperature e dopo il caldo dei giorni precedenti il candelone finale non è che ci ispirasse moltissimo. Passiamo a Nye wermorkfoss che a dispetto di quanto precedentemente relazionato, se salita diretta è un solido grado 5 su ghiaccio, difficile e da pulire. Il giorno successivo ci attende Sabotorfossen la cui foto sulla copertina del libro provoca un moto di repulsione da parte dell’amico Claudio il quale, una volta convintosi, la sale quasi tutta da primo regalandomi il solo candelone di uscita.
Le piscine di Rijukan con un idromassaggio a temperatura lavica giorno per giorno ci fanno recuperare dal freddo preso ma l’ ultima giornata ci accoglie con un meno 14 C° condito da una leggera brezza che ci fa cambiare immediatamente obbiettivo e quindi dall’ ombrosa Svaddenfossen ci spostiamo dall’ altro lato della valle. Dove completamente al sole nella Fossenkallen area saliamo Fossekjerringa e Grabeinsisen.
Missione conclusa e mi viene da dire che con questa formula, con la grande varietà d’itinerari che ci sono lassù del riscaldamento del pianeta ce ne possiamo fare un baffo (si fa per dire)… Poi è certamente vero che il terreno per i “big” è un po’ limitato ma per coloro i quali abbiano voglia di scalare divertendosi senza particolari ambizioni, lassù c’è un parco giochi di ineguagliabili dimensioni e cascate di grado 4 e di grado 5 ce ne sono a dozzine.
Buone scalate a tutti.
Elio Bonfanti
Un ringraziamento a: AKU - CAMP - Montura
SCHEDA: Fossekjerringa, Norvegia
SCHEDA: Grabeinsisen, Norvegia
SCHEDA: Sabotørfossen, Norvegia
2008 - Ice climbing in Norvegia
L'incombente primavera italiana ci ha depositato agli abituali meno 13 C° meno 14 C° ma in fondo era quello che cercavamo per prolungare ancora un po’ una stagione di cascate già ricca di soddisfazioni. La valle che si dispiega alla volta della nostra meta è letteralmente tappezzata su entrambi i versanti, di colate che vanno dai 60 ai 600 metri lasciandoci stupefatti. In auto i progetti si accavallano al punto che forse non ci sarebbe bastato nemmeno un mese di permanenza per salirne un po’, altro che quattro giorni!
Il gruppo, questa volta ridotto all’ osso, comprendeva il sottoscritto ed un nuovo e simpatico amico Claudio Casalegno che con la sua dirompente simpatia ha provveduto ad animare tutto il viaggio ed a stringere nuove amicizie. Ma cominciamo dalle brutte notizie. Lipton (il vero obbiettivo del viaggio) non c’è, l’esultanza di Claudio rasenta il tifo da stadio in quanto non era poi così convinto di volerla salire. Va beh, ci consultiamo con il gestore dell’ostello per sapere meglio cosa fare e scopriamo che Haugfossen (altro obbiettivo) secondo lui non è salibile in quanto nei giorni precedenti un ondata di caldo anomalo ne aveva danneggiato la struttura. Ed avendo questa un importante debito d’acqua era secondo lui a rischio crollo. Bene, tanto per cominciare due ceffoni del tutto inattesi che mi fanno pentire di essere salito sino a quassù e non aver approfittato della vicina Kandersteg dove tutto era in perfette condizioni.
Ma va bene! Poco male, iniziamo con la classicissima Trappfossen che in una giornata di freddo siderale e non essendo tracciata ci impegna più che a sufficienza. La cosa ci fa desistere dal tentare la più difficile Jouvsᴓyla in quanto con quelle temperature e dopo il caldo dei giorni precedenti il candelone finale non è che ci ispirasse moltissimo. Passiamo a Nye wermorkfoss che a dispetto di quanto precedentemente relazionato, se salita diretta è un solido grado 5 su ghiaccio, difficile e da pulire. Il giorno successivo ci attende Sabotorfossen la cui foto sulla copertina del libro provoca un moto di repulsione da parte dell’amico Claudio il quale, una volta convintosi, la sale quasi tutta da primo regalandomi il solo candelone di uscita.
Le piscine di Rijukan con un idromassaggio a temperatura lavica giorno per giorno ci fanno recuperare dal freddo preso ma l’ ultima giornata ci accoglie con un meno 14 C° condito da una leggera brezza che ci fa cambiare immediatamente obbiettivo e quindi dall’ ombrosa Svaddenfossen ci spostiamo dall’ altro lato della valle. Dove completamente al sole nella Fossenkallen area saliamo Fossekjerringa e Grabeinsisen.
Missione conclusa e mi viene da dire che con questa formula, con la grande varietà d’itinerari che ci sono lassù del riscaldamento del pianeta ce ne possiamo fare un baffo (si fa per dire)… Poi è certamente vero che il terreno per i “big” è un po’ limitato ma per coloro i quali abbiano voglia di scalare divertendosi senza particolari ambizioni, lassù c’è un parco giochi di ineguagliabili dimensioni e cascate di grado 4 e di grado 5 ce ne sono a dozzine.
Buone scalate a tutti.
Elio Bonfanti
Un ringraziamento a: AKU - CAMP - Montura
SCHEDA: Fossekjerringa, Norvegia
SCHEDA: Grabeinsisen, Norvegia
SCHEDA: Sabotørfossen, Norvegia
2008 - Ice climbing in Norvegia
Note:
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