Never Ever Say Never, nuova via invernale di Dave Birkett sullo Scafell Buttress
Lo scorso fine settimana Dave Birkett ha salito Never Say Never Ever VIII 8 o E7 5c sulla parete est del Scafell realizzando quella che è stata definita la salita invernale più importante degli ultimi 25 anni nel Lake District inglese.
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Dave Birkett durante la prima salita di Never Ever Say Never, Scafell Buttress, Lake District, Inghilterra.
Ed Luke
Lo scorso fine settimana Dave Birkett ha salito Never Say Never Ever VIII 8 o E7 5C sulla parete est del Scafell realizzando quella che è stata definita la salita invernale più importante degli ultimi 25 anni nel Lake District inglese.
Dave Birkett, da molti anni uno dei più forti, attivi e talentuosi climbers a 360° della Gran Bretagna, ha sfruttato le strepitose condizioni di quest'inverno nel Lake District - la bellissima zona dei laghi nel nord dell'Inghilterra – per salire in due round successivi "Never Say Never Ever" (VIII 8 o E7 5c) sulla parete est dello Scafell. Una delle montagne più emblematiche di tutta l'Inghilterra ma anche, e non casualmente, la montagna a cui Birkett è più legato.
Con tutta probabilità è stato proprio questo suo intenso rapporto con lo Scafell che ha a consentito a Birkett di cogliere al volo "Never Say Never Ever". La via, infatti, sfrutta una sottile linea di ghiaccio di difficilissima formazione che, quasi "miracolosamente", quest'anno ha collegato tre diversi itinerari estivi: Gold Rush (E1), Yellow Slab (HVS) e la strapiombante Overhanging Grooves (E3). Con queste premesse va da sé che la salita su "Never Say Never Ever" proponeva un'arrampicata su ghiaccio estremamente delicata ed aleatoria, per non dire tout-court assolutamente pericolosa.
Come dicevamo Birket ha condotto e risolto il "gioco in due round successivi, legandosi a due diversi compagni. Il primo giorno con la moglie Mary Jenner ha salito i primi due tiri, per poi ritirarsi all'imbrunire. Il giorno dopo, questa volta insieme ad Andy Mitchell, si è calato dall'alto fino al punto più alto raggiunto il giorno prima. Quindi Birket ha salito due delle tre lunghezze restanti cedendo il comando a Mitchell per il tiro finale.
Su UKclimbing, Birkett ha raccontato com'è andata sui tiri superiori, confermando ancora una volta di essere un climber dai nervi saldi ma, se ce ne fosse ancora bisogno, anche l'estrema difficoltà e rischio di quest'arrampicata su ghiaccio sottilissimo: "Sono salito lentamente, squilibrando persino un exentic tra le protuberanze di ghiaccio per convincermi che avevo messo delle protezioni. Il ghiaccio era così sottile che non ho potuto batterlo più di una volta per ciascun gancio, altrimenti non ne sarebbe rimasto abbastanza per salire. Infine, appena sotto la stalattite, sono riuscito a piantare un paio di chiodi da ghiaccio che mi hanno fatto sentir molto meglio per l'ultimo tratto ripido fino in sosta. Ho assicurato Andy, poi lui ha salito l'ultimo tiro, perché io ne avevo ormai abbastanza. Andy l'ha fatto bene e ben presto siamo sbucati in cima."
Dave Birkett, da molti anni uno dei più forti, attivi e talentuosi climbers a 360° della Gran Bretagna, ha sfruttato le strepitose condizioni di quest'inverno nel Lake District - la bellissima zona dei laghi nel nord dell'Inghilterra – per salire in due round successivi "Never Say Never Ever" (VIII 8 o E7 5c) sulla parete est dello Scafell. Una delle montagne più emblematiche di tutta l'Inghilterra ma anche, e non casualmente, la montagna a cui Birkett è più legato.
Con tutta probabilità è stato proprio questo suo intenso rapporto con lo Scafell che ha a consentito a Birkett di cogliere al volo "Never Say Never Ever". La via, infatti, sfrutta una sottile linea di ghiaccio di difficilissima formazione che, quasi "miracolosamente", quest'anno ha collegato tre diversi itinerari estivi: Gold Rush (E1), Yellow Slab (HVS) e la strapiombante Overhanging Grooves (E3). Con queste premesse va da sé che la salita su "Never Say Never Ever" proponeva un'arrampicata su ghiaccio estremamente delicata ed aleatoria, per non dire tout-court assolutamente pericolosa.
Come dicevamo Birket ha condotto e risolto il "gioco in due round successivi, legandosi a due diversi compagni. Il primo giorno con la moglie Mary Jenner ha salito i primi due tiri, per poi ritirarsi all'imbrunire. Il giorno dopo, questa volta insieme ad Andy Mitchell, si è calato dall'alto fino al punto più alto raggiunto il giorno prima. Quindi Birket ha salito due delle tre lunghezze restanti cedendo il comando a Mitchell per il tiro finale.
Su UKclimbing, Birkett ha raccontato com'è andata sui tiri superiori, confermando ancora una volta di essere un climber dai nervi saldi ma, se ce ne fosse ancora bisogno, anche l'estrema difficoltà e rischio di quest'arrampicata su ghiaccio sottilissimo: "Sono salito lentamente, squilibrando persino un exentic tra le protuberanze di ghiaccio per convincermi che avevo messo delle protezioni. Il ghiaccio era così sottile che non ho potuto batterlo più di una volta per ciascun gancio, altrimenti non ne sarebbe rimasto abbastanza per salire. Infine, appena sotto la stalattite, sono riuscito a piantare un paio di chiodi da ghiaccio che mi hanno fatto sentir molto meglio per l'ultimo tratto ripido fino in sosta. Ho assicurato Andy, poi lui ha salito l'ultimo tiro, perché io ne avevo ormai abbastanza. Andy l'ha fatto bene e ben presto siamo sbucati in cima."
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