Nepal nuove vie di Christopher Wright e Scott Adamson

Nel mese di ottobre gli statunitensi Scott Adamson e Christopher Wright hanno effettuato le prime salite di Open Fire (V WI5 M3 1000m) sul Lunag West e di Purgation (VI WI6+ M6 1100m) sul Pangbuk North in Nepal.
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Lunag West (6507m) con Open Fire (V WI5 M3 1000m, Scott Adamson, Christopher Wright 10/2013)
Chris Wright
Ispirati dalle salite di David Gottlieb e del compianto Joe Puryear, gli alpinisti statunitensi Scott Adamson e Christopher Wright hanno trascorso un mese nel nord-ovest della regione del Khumbu, in Nepal, e più precisamente sul ghiacciaio Lunag, dove sono riusciti ad aprire due vie, descritte da loro stessi come "vie molto interessanti", su due montagne di 6500m: Open Fire (V WI5 M3 1000m) sul Lunag West e Purgation (VI WI6+ M6 1100m) sul Pangbuk North.

Wright e Adamson sono arrivati in Nepal alla fine di settembre e hanno stabilito il campo base a 5050m il 10 ottobre. Insieme a loro c'erano i connazionali David Gottlieb e Chad Kellogg che poi avrebbero tentato, purtroppo senza successo, di salire l'inviolata cima del Lunag Ri.

Wright e Adamson però avevano altri progetti: la parete SE del Lunag West. "Ci sono un sacco di linee belle, e linee più lunghe" ha spiegato Wright "ma non ce ne sono molte così evidenti. La montagna in realtà ha soltanto un punto debole sul lato nepalese, e cioè il canalone che corre lungo tutta la parete SE, dal ghiacciaio fino alla cresta sommiate."

Dopo l' acclimatamento sulla vicina Peak 5777m e dopo aver stabilito il Campo Base Avanzato, i due sono finalmente partiti il 22 ottobre. Facile terreno di misto e neve li ha condotti ad una colata alta circa 100m, verticale e a volte leggermente strapiombante, raggiunta alle 7:00 proprio quando i primi raggi del sole hanno cominciato ad accarezzarla. I due hanno deciso di rischiare e, salendo velocemente, sono riusciti ad evitare le scariche di roccia e ghiaccio e sono arrivati quindi sul nevaio superiore. Da qui, neve e ghiaccio a 70-80° li ha portati sulla cresta dove sono stati accolti dal vento freddissimo.

All'imbrunire, già molti stanchi, sono riusciti a rifugiarsi in un crepaccio, hanno bevuto e si sono riposati per un paio d'ore prima di proseguire per la vetta che hanno raggiunto intorno alle 23:45. Wright e Adamson hanno immediatamente iniziato la scendere, arrampicando in discesa lungo tutta la cresta e facendo delle doppie su nuts o Abalakov per raggiungere il ghiacciaio alle 05:00 e il campo base avanzato alle 6:30. Wright ha riassunto queste 26 ore, dal campo base alla cima e ritorno al campo base, come una "bella salita, con solo pochi tiri difficili, ma nel complesso sempre un po' più difficile di quanto ci aspettavamo."

Dopo una settimana di riposo i due sono partiti per la parete NE del Pangbuk Nord, una cima che Wright aveva tentato senza successo l'anno precedente. Dopo la partenza per facile ghiaccio hanno raggiunto la prima fascia di roccia. Lottando contro il forte vento sono riusciti a raggiungere la sezione chiave, un tiro gradato M6 di roccia e ghiaccio verticale di brutta qualità. Questo è stato seguito da un altro tiro impegnativo, descritto da Wright come "onestamente una delle cose più terrificanti che io abbia mai fatto."

Un altro lungo tiro di WI5 li ha depositati su una piccola cengia a 50° dove hanno creato una piccola piattaforma per la tenda. Dopo una breve e scomoda notte sono ripartiti alle 08:30, salendo del ghiaccio e neve fino a 70-80°, con alcuni salti verticali. Hanno lottato duramente con la neve poco consolidata e sono sbucati in cima alle 16:00.

Descrivere la cresta come affilata è dire poco: Adamson è salito da primo in cima e ha appeso lo zaino sulla strapiombante parete sud per controbilanciare il suo peso mentre assicurava Wright sulla parete nord... Il tempo si manteneva eccellente, anche se ventoso e freddo, e dopo le rituali foto si sono calati fino al bivacco dove hanno trascorso la notte per poi scendere il giorno successivo. Wright ha concluso che "E' stato un po' come sull'altra via: solo un paio di tiri veramente selvaggi, ma quelli sono stati davvero difficili e lo sforzo complessivo è stato notevole."

Vale la pena notare che la prima salita del Pangbuk Nord è contestata. Mentre la prima salita è stata attribuita nel 2009 ad un team internazionale guidato dallo svizzero Stéphane Schaffter (la cima è poi stata chiamata Jobo LeCoultre), la descrizione imprecisa della salita stessa e la mancanza di foto convincenti hanno portato molte persone, tra cui anche Adamson e Wright, a credere che la cima non fosse stata raggiunta all'epoca. Wright ha commentato: "Nessuna delle due vie che abbiamo fatto noi, né la prima salita dell'altra montagna, sono in discussione e dato che sono delle belle linee mi piacerebbe che ci si concentrasse su quello che sicuramente abbiamo fatto noi, invece che su quello che forse non è stato fatto da altri."





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