Nel mezzo le Orobie, montagne per l'alpinismo
La partenza col buio ha sempre il suo perché, la partenza col buio vuol dire un luogo lontano, una lunga camminata, approfittare del freddo e, se tutto fila liscio, a volte anche ritornare a casa presto! Oggi ho semplicemente "copiato" un’idea altrui, una salita ripetuta pochi giorni fa da due giovani alpinisti e... sono, anzi siamo partiti, visto che legato alla corda che non abbiamo portato c'era anche Paolo, fresco dai festeggiamenti per battesimo di suo figlio Pietro.
La sveglia suona, il robot esce di casa, sale in macchina ed inizia il viaggio. L’orologio parte, il robot inizia a camminare contando i metri, respirando aria gelida e giocando con l’equilibrio sballottato dal vento. Ci sono montagne conosciute e frequentate ed altre, altrettanto belle, dimenticate, poco frequentate e fuori dalla moda... oggi niente moda!
Le scappatelle serali in Grignetta si sentono, le gambe camminano più veloci del pensiero, tutto bello, la montagna e la passione per l’alpinismo sono proprio belle!
Orobie, montagne selvagge, silenziose, spartiacque tra Bergamasca e Valtellina... sono Cime vicine e lontane allo stesso tempo.
Il Pizzo dell’Omo in alta Val d’Ambria tiene nascosto sulla sua isolata parete Ovest-Nord-Ovest un'attraente e logica goulotte, percorsa per la prima volta nell’ormai "lontano" 1994 dalla Guida Alpina Mario Vannuccini, e relazionata sulla utile guida "Ghiaccio delle Orobie" edita dal Versante Sud. Quest’oggi è la nostra meta!
Le condizioni sono ottimali, un abbassamento termico e giornate limpide hanno reso "cemento" la neve caduta, godimento garantito! Picozze, ramponi e zaino leggero, quasi leggerissimo, hanno fatto il resto.
Mentre saliamo ci scambiamo poche parole, il dialogare non serve, oggi è il giorno del Vento, le parole sarebbero sprecate, la temperatura tiene sveglio il mio movimento, altrimenti tutto si congelerebbe in poco tempo. Che luogo fantastico, dove non sei padrone di niente e proprietario di tutto, rumore di ghiaccio, di respiro, di turbini di neve... rumore di Alpinismo nostrano, amico… incerto.
Sulla cima ci stringiamo la mano, non perdiamo tempo a "nascondere" l’attrezzatura facilitati dal non averla, per scelta e voglia. Scendiamo verso valle, alcune vecchie tracce (grazie Marco) ci facilitano nel capire il giusto percorso, la stanchezza si fa sentire, la soddisfazione si fa vedere nei nostri occhi.
Le Orobie, montagne per Orobici, disposti a volte a toccare roccia infida, pareti nord e lunghe sfacchinate. Le Orobie sono luoghi del silenzio dove la "gloria" viene scambiata tra i suoi frequentatori, dove il confine con l’Alpinismo ha e sente ancora ingiustamente un muro di separazione… occidentali, orientali… nel mezzo ci sono loro le fantastiche Orobie!
Un saluto particolare agli amici incontrati, un ringraziamento a Marco Milani per avermi "stimolato", un Grazie a Mario Vannuccini per la sua linea.
Ps. Per voglia, per sensazione, dopo il muro centrale, abbiamo percorso lo stretto canale alla sinistra dell’originale.
Buona montagna
di Ivo Ferrari