Nadir Maguet un mago sulle Grandes Jorasses, 3:19 andata e ritorno per la Via Normale

Intervista al 29enne atleta Nadir Maguet che lunedì 10 luglio 2023 ha stabilito un nuovo record di salita e discesa sulle Grandes Jorasses nel massiccio del Monte Bianco, percorrendo la Via Normale da Planpincieux (Courmayeur - Val Ferret) fino alla Punta Walker (4.208m) in 2:17. Dopo un breve riposo in cima è ritornato sui suoi passi, fermando il cronometro dopo 3 ore e 19 minuti. Il precedente Fastest Known Time (FKT) risale al 1993 quando Alfredo Mammoliti fermò il cronometro con il tempo di 4:03:26.
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Nadir Maguet durante la salita in velocità della via normale delle Grandes Jorasses lunedì 10 luglio 2023
Evi Garbolino

Lunedì 10 luglio l'atleta 29enne Nadir Maguet ha stabilito un nuovo, incredibile record di salita e discesa sulle Grandes Jorasses nel massiccio del Monte Bianco. Partendo alle ore 06.00 dalla località Planpincieux (Courmayeur-Val Ferret), Maguet è salito di corsa la via Normale che porta alla Punta Walker (4208m) delle Grandes Jorasses, ovvero la più alta di questa famosa cresta del massiccio del Monte Bianco.

Maguet è partito in assetto running fino in prossimità del Rifugio Boccalatte, superando i circa mille metri di dislivello in soli 40 minuti. Qui si è cambiato e, in assetto alpinistico, ha continuato in conserva con il compagno di cordata Davide Cheraz che lo ha accompagnato per circa 300 metri nel tratto più crepacciato. Poi di nuovo in solitaria, su per il canale Whymper fino in vetta alla Walker dove, dopo 2 ore e 17 minuti, ha abbracciato la guida alpina Marco Camandona prima di iniziare la discesa. 3 ore e 19 minuti dopo essere partito è ritornato a Planpincieux, segnando un nuovo Fastest Known Time (FKT) per questa via. Il precedente "record" risale al 1993, quando Alfredo Mammoliti fermò il cronometro con il tempo di 4:03:26. Ecco i dettagli direttamente da Maguet.

Nadir complimenti! Da dove nasce questa idea?
L’idea del record sulle Grandes Jorasses era nata 6 anni fa e ricordo che avevo chiesto alla guida alpina ed ex atleta di scialpinismo della nazionale Denis Trento di portarmi a vedere come fosse la Via Normale. Dopo qualche giorno mi chiamó dicendomi "andiamo, ma facciamo un’altra via e scendiamo dalla normale." Io ero stra gasato ma non essendo mai andato in montagna a fare vie alpinistiche, non sapevo a cosa andavo incontro. Quella via era la traversata delle Grandes Jorasses, la Ovest... mi ricordo che per me fu una giornata durissima e confesso che in parte me l’ero fatta un po’ nelle mutande... Finimmo il giro in giornata da Punta Helbronner in Val Ferret, e forse è per colpa di quella giornata che ho accantonato il progetto del record per tutti questi anni. Ma ripensandoci forse è andata bene così, perchè non ero ancora abbastanza maturo come atleta per affrontare questa sfida!

Ci parli della via?
Il percorso che ho fatto io parte da Planpencieux in Val Ferret, andata e ritorno fino alla cima più alta delle Grandes Jorasses, la Walker passando per la via normale. Ho fatto un paio di deviazioni (che aveva già fatto ai tempi Alfredo Mammoliti nel 1993 quando fece il record): una è un canalino a fianco del rifugio Boccalatte, e l’altra è per saltare il Reposoir restando sul ghiacciaio alla sua destra. Il tutto up & down per un dislivello postivo di circa 2600 D+ e 14km.

Quanto bene la conoscevi quindi?
Sulla normale in realtà ci sono stato due volte. La prima 6 anni fa quando con Denis siamo scesi dopo la Ovest, e l’altra volta 3 giorni prima del record. Sono stato con il mio amico Hervé Vevey a fare un giro di ricognizione su e giu per capire le condizioni del ghiacciaio. La cosa incredibile è che con questo caldo in tre giorni i cambiamenti si vedevano ad occhio, un ponte che c’era venerdì non c’era già più il giorno del record!

Sei partito alle 6. Come mai quest'ora?
Sono partito alle 6 del mattino così c’era già una buona luce e, considerando di metterci meno di 4 ore, non avrei avuto problemi nella parte più crepacciata che rimane in ombra a lungo al mattino.

Che tattica hai usato?
Sono partito in assetto running per i primi circa 1000 metri fino in prossimità del rifugio Boaccalatte, per poi cambiarmi in assetto alpinistico con scarponi, ramponi e picozza da dove iniziano i nevai e ghiacciai. Per la parte più crepacciata (circa 300 metri) alla base del Reposoir mi sono legato con Davide Cheraz, che era lì ad aspettarmi, sia in salita che discesa. Il resto l’ho fatto tutto in solitaria. Questa decisione di legarmi con lui è solamente per ridurre al minimo i rischi.

A proposito: hai rischiato? Quanto margine d'errore c'è?
Non credo di aver mai rischiato molto durante tutta la salita e discesa, nei tratti più ripidi e pericolosi sono andato più piano per concentrarmi meglio su come muovermi. Ovviamenti ci sono rischi ogettivi che non dipendo da me come caduta di sassi, distacchi di seracchi e cedimenti di ponti sui crepacci, e in questi casi uno stile fast&light puó essere sinonimo di sicurezza perchè meno tempo stai ad esempio in un canale, meno rischio hai di prendere scariche in testa.

Chiaro. Poi sei salito fino in cima. Come ti sei sentito lassù in alto, in velocità?
Arrivato in Punta mi sono sentito bene, ho avuto forti emozioni, ho potuto scollegare il cervello per qualche istante e godermi quel momento. C’era Marco Camandona ad aspettarmi, un abbraccio con lui, poi mi sono concentrato di nuovo per ripartire in discesa.

In cima eri anche con Marco Camandona
Sì, Marco era ad aspettarmi 100 metri sotto la punta. Lo prendo in giro perchè l’ho staccato ad arrivare in cima, lui che è l’uomo dei 8000! Con lui ho un ottimo rapporto e se oggi sono l'atleta che sono, è in gran parte grazie anche a lui. Poterlo abbracciare in cima è stato un bel momento di condivisone di belle emozioni.

Le condizioni?
Per il record erano perfette. In basso la neve aveva rigelato ma non del tutto, così in discesa ero molto veloce, più in alto dove c’e il ghiacciaio invece aveva rigelato bene e anche la traccia era ottima fino in vetta.

Poi sei sceso in grande velocità...
Per la discesa ho impiegato 1h02’, ma anche qui rischi non ne ho presi. Nei tratti più facili potevo correre e andare forte, nei tratti più delicati come le roccette sotto la punta e il Canale Whymper mi sono preso il giusto tempo per mettere bene i piedi e non rischiare di scivolare, ma come dicevo le condizioni erano ottime.

Cosa ne pensi del tempo che hai segnato?
Secondo me è un gran tempo, sono in un momento di grande forma dove in salita riesco a spingere forte e considerando anche che sono passati 30 anni dal vecchio record dove sicuramente le condizioni del ghiacciaio non erano le stesse di ora. Penso sia tutto andato secondo i piani, è stato tutto perfetto, forse si può abbassare di poco, ma prendendosi dei rischi inutili.

E cosa ci dici allora del tempo di Mammoliti di 30 anni fa?
Personalmente non conosco Alfredo, so che era un pioniere di questi record e di skyrunning, un buon atleta dell’epoca di Bruno Brunod. Il suo tempo di 30 anni fa mi aveva sempre incuriosito, e riuscire a migliorarlo adesso è per me un sogno che si avvera.




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