Monte Bianco Sfida Verticale, puntata 1: tranquilli non è uno sfregio all'alpinismo
Casomai, sarebbe da ricordare, che sono ben altri i “problemi”, interni ed anche “eterni”, con cui l'alpinismo dovrebbe fare i conti. A cominciare dalla sua molte volte eccessiva mitizzazione e idealizzazione. Per non parlare poi della montagna – quella a tutte le quote – anche lei sicuramente assediata da ben altro tipo di contingenze e sfruttamento. Detto questo, è sicuro che molti dei critici non hanno cambiato né cambieranno idea. L'alpinismo è fatto così: guai ad entrare nel suo mondo senza seguire non solo le sue sante liturgie ma anche i suoi miti. Per certi versi questo è anche il suo “bello” e il suo modo del tutto particolare di essere. Insomma, per chi ne conosce le contorte e infinite dinamiche, qualsiasi “intromissione” è più che delicata. Ma, appunto, questo è un reality e, nel bene e nel male, è altra cosa. Inevitabilmente, per esempio, la sensazione di assistere a un “giochi senza frontiere” potrà sempre far capolino.
Poi, anche l'osservazione che sembrava più pertinente, quella che criticava (dal punto di vista deontologico) la partecipazione e il coinvolgimento delle guide alpine in una “gara in montagna”, alla fine non sembra – almeno nella prima puntata – trovare riscontro. Anzi. Le sette guide alpine abbinate ad altrettante “celebrity” (sic!) ci sono sembrate più che all'altezza del compito. Professionali sul campo e - specialmente all'inizio – giustamente (e teneramente) smarrite davanti alle telecamere. Nell'ultima parte poi, quella della “sfida eliminazione” tra Arisa ed Enzo Salvi sulla Cresta delle Pyramides Calcaires, le due guide, Matteo Calcamuggi e Alberto Miele, ci sono sembrate bravissime. E più che verosimili anche le difficoltà fisiche e psicologiche dei loro due compagni di cordata.
Certo, qualcuno più “tecnico”, potrà obbiettare che quella è solo una via gradata PD (poco difficile) di II° con qualche passaggio di III°. Ma forse si è dimenticato che è proprio su questo terreno “facile” che è più difficile guidare un neofita e anche di quello spaesamento psicologico che molti, poi magari diventati provetti alpinisti, provano o hanno provato nella loro prima salita. Sì, qualcosa dell'emozione, della fatica, delle difficoltà dell'andare in montagna lì s'è intravisto. E s'è visto anche qualcosa di quel rapporto contradditorio, difficile, a volte di grande solidarietà a volte anche di duro scontro che si crea in una cordata. Chiaro poi, lo ripetiamo per l'ennesima volta, che è un reality tv: le storie e le dinamiche dell'alpinismo sono ben altre. Resta il fatto però che un messaggio sembra essere passato ai neofiti: se volete andare in montagna non fatelo da soli, rivolgetevi a una guida alpina. E questo, per quanto poco, è già qualcosa.
Alla fine, per la cronaca, e per quanto possa interessare, la prima eliminata è stata la cordata di Arisa e della sua guida Matteo Calcamuggi. Di Arisa resterà una delle frasi più simpatiche della puntata, quel “Squalificate Maciste” rivolto al super muscolare campione di karaté, Stefano Maniscalco. Resterà anche quell'indefinito “Mi hai spezzato non so quale Chakra” dedicatole dalla sua guida... che poi sembrava sinceramente commosso (o esausto?) nell'abbraccio dell'addio alla trasmissione. Per il resto non tutto è stato perfetto. In ordine sparso. E' stato bravo Simone Moro a tenere il timone “tecnico”, anche se continuerà a ricevere critiche dal mondo, istituzionale e non, dell'alpinismo. Forse si può fare di più nelle riprese “panoramiche”, anche se filmare su terreno verticale è sempre molto dificile. E forse nelle prossime puntate il gruppo guide e “vip” crescerà. Per chi volesse il prossimo appuntamento è in programma lunedì, 16 novembre. Intanto, i dati auditel della prima puntata hanno registrato 1.568.000 telespettatori con uno share del 6.38%... Tanto? Poco? Non lo sappiamo... in fin dei conti è solo un reality.
di Vinicio Stefanello
09/11/2015 - Monte Bianco Sfida Verticale
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