Master Internazionale di 2° livello in Medicina di Montagna, al via la seconda edizione
Viviamo un’epoca di grandi cambiamenti, di grave crisi economica, ma anche culturale ed etica in cui, stanchi della depressa quotidianità, si aspira ad un mondo diverso, più pulito, capace di regalarci emozioni, di coinvolgerci, di farci ritrovare il senso più profondo della vita di tutti i giorni. Si assiste ad una nuova scoperta della montagna, dell’ambiente alpino incontaminato, talvolta vicino a casa, e spesso trascurato perché spinti verso mete lontane, famose e pubblicizzate. La riscoperta della frequentazione della montagna, già evidente negli anni scorsi e diventata ancora più importante negli ultimi mesi, si è affiancata alla ricerca della wilderness, della cima come affermazione di se stessi, dell’esplorazione nella ricerca dell’aria sottile, ed anche della prestazione sportiva estrema come solo l’ambiente alpino può offrire. Ma questo approccio alla montagna risulta poi spesso, poco consapevole, superficiale e incurante delle proprie condizioni fisiche e privo di ogni forma di cultura e preparazione sull’auto protezione e sulla sicurezza.
E’ nata quindi l’idea di creare una nuova figura di medico altamente specializzato, che sappia essere guida e tutore durante le grandi spedizioni, o anche le semplici escursioni, ma che sappia anche rispondere ai quesiti clinici più semplici posti da chi in montagna si reca per divertimento o, ed anche questo è un fenomeno in forte crescita, per motivi professionali. La scarsa consapevolezza delle proprie condizioni cliniche, che si rapportano all’altezza ed alla fatica, sempre più spesso diventa causa di incidenti o di chiamate al soccorso alpino, non sempre appropriate ed indicate.
La prima edizione del Master penso abbia saputo creare questa nuova figura, e l’entusiasmo dei partecipanti, supportato dalla professionalità dei docenti nell’aula ma anche sul campo, ha ripagato degli sforzi fatti per la realizzazione del corso, che ricordo, nella sua espressione e realizzazione è unico al mondo. L’esperienza appena trascorsa ha indotto ad alcune modifiche che rendono questa seconda edizione ancora più attraente e coinvolgente. Verrà incrementata infatti, la parte pratica sul campo; non bisogna dimenticare che un buon medico alpino non può ignorare le basilari norme di sicurezza, non può ignorare le basi alpinistiche e di arrampicata, pena diventare lui stesso il “problema”.
Ci sarà poi, una settimana intera dedicata al soccorso in elicottero svolta tra le più importanti organizzazioni svizzere del settore: Air Zermatt, REGA ed Air du Glaciers. Sarà implementato il tempo dedicato alla conoscenza della cultura della montagna e della storia dell’alpinismo, così come verranno confermate le lezioni dedicate alla conoscenza diretta dei problemi alpinistici più importanti, grazie alla collaborazione dei più grandi e famosi, perché di grande esperienza, alpinisti del momento.
Nei prossimi giorni sarà pronto il programma quasi definitivo che naturalmente potrà essere di volta in volta leggermente modificato per motivi logistici.
Prima delle considerazioni finali mi preme aggiungere ancora alcune osservazioni. Nel giorno 22 ottobre 2013 il Master sarà ospitato per una giornata intera all’interno dell’International Mountain Summit di Bressanone, la manifestazione più importante a livello mondiale nel campo della cultura della montagna e dell’alpinismo in particolare. Questo rappresenta un segno di grande prestigio e va nella direzione indicata dal Master: quella di una maggiore integrazione tra mondo medico e professionale della montagna, la sola in grado di recare un apporto importante e fondamentale nella prevenzione e nell’incremento dei valori di sicurezza.
Il secondo aspetto che mi preme evidenziare è al collaborazione tra Università dell’Insubria di Varese e l’Institute of Mountain Emergency Medicine, diretto da Hermann Brugger che fa capo ad EUR.AC di Bolzano e, da quest’anno, con l’Università di Torino, rappresentata dal Dipartimento di Neuroscienze diretto dal Prof. F. Rossi. Questa unione ideale tra città alpine così distanti, ma in realtà così simili, penso sia valore aggiunto per un Master che quest’anno ancora di più, cerca di essere punto di riferimento in Italia ed all’estero.
Un grazie va inoltre a quelle istituzioni pubbliche e private, così come agli sponsor, che hanno creduto in questo progetto, che rappresenta, io credo, un nuovo modo di vivere e valorizzare la montagna. Un grazie in particolare al Club Alpino Italiano e al suo Presidente Martini che fin dall’inizio mi ha incoraggiato in questa grande e, se vogliamo, un po’ folle avventura.
La grave crisi economica e politica e sociale che sta attraversando il nostro paese, può far pensare che questo sia un Master marginale, per giunta economicamente pesante, dedicato a persone che cercano di fuggire la realtà, nel pensiero che la montagna sia argomento di ben altro spessore rispetto ai problemi della vita di tutti i giorni che attanagliano il nostro paese, o di fronte ai problemi etici e di valori, che ci accomunano con altri paesi a noi vicini.
Credo invece che la novità, la voglia di mettersi in gioco, la voglia di pulizia, la voglia di dimostrare che nel nostro tanto bistrattato paese, possa nascere una iniziativa di così alto valore culturale e medico, la voglia di entusiasmarsi, di emozionarsi, associata all’alta professionalità dei docenti, rappresenti un messaggio importante e possa farci tornare alle radici del nostro essere cittadini italiani, ma soprattutto cittadini del mondo. Credo anche che la cultura e la cultura dell’ambiente e della montagna in particolare, rappresenti opportunità diversa ed unica ed anche fonte di lavoro se si sapranno valorizzare le risorse umane ed ambientali del nostro paese. La forte presenza straniera e svizzera in particolare, confermata dal patrocinio dato dalle diverse società mediche e del soccorso elvetiche così come dal Club Alpino Svizzero e soprattutto dall’Ente Ospedaliero Cantonale Ticinese, un grazie particolare al Dott. Barazzoni, rappresenta un atto di fiducia nei confronti dell’Italia, e mi auguro che il Master spossa essere attrattivo nei confronti anche dei colleghi medici svizzeri ed europei e perché no americani, che, pur nel grande rispetto dei corsi di questo tipo realizzati in giro per il mondo, si trovano ad affrontare un percorso diverso ed unico in un campo destinato ad essere sempre meno di nicchia e sempre di più alla portata del grande pubblico.
Luigi Festi - Direttore Master 2° livello in Medicina di Montagna
Riferimenti su: www.mastermedicinadimontagna.com, e ulteriori indicazioni via mail:
luigi.festi@ospedale.varese.it.
PER INFO E ISCRIZIONI ENTRO IL 10 MAGGIO 2013: www.uninsubria.it