Master 2° livello in Medicina di Montagna, la relazione di fine corso del dott. Luigi Festi
Mancano solo la discussione della tesi e la consegna dei diplomi per la conclusione del 1° master di 2° livello in Medicina di Montagna dell'Università dell'Insubria. Un progetto, unico e innovativo, nato come una vera scommessa, che ha visto la partecipazione di 14 medici provenienti da tutta Italia e che ha unito la preparazione tecnica e paratica sul campo con la cultura di montagna. Un'esperienza che continuerà da maggio 2013 con la 2a edizione, come ci scrive nella sua relazione finale il Direttore del Master dott. Luigi Festi.
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Il dott. Luigi Festi - Direttore Master 2° livello in Medicina di Montagna, in vetta al Cevedale la Cima raggiunta da tutti i partecipanti del Master
archivio Master Medicina di Montagna
Lo scorso 24 ottobre con la lezione-dibattito che ha visto protagonisti Simone Moro, Ueli Steck e Hervè Barmasse insieme al padre Marco, seguiti nel pomeriggio dalla presentazione della REGA, il soccorso alpino svizzero più prestigioso, e da una lezione molto coinvolgente sul paziente diabetico in alta quota, si è chiuso il Master in Medicina di Montagna. Rimane ora, solo la discussione della tesi e la consegna dei diplomi, riconosciuti a livello universitario e a livello internazionale dall’UIAA, previsti in due sessioni, i prossimi 30 novembre a Bolzano presso EURAC e il 15 febbraio 2013 a Varese all’Università dell’Insubria.
Ancora oggi a distanza di poco più di una settimana e ancora pieno delle emozioni regalate da grandi alpinisti ma soprattutto da grandi uomini come hanno confermato di essere Simone, Ueli, Hervè e Marco, persona con la quale rimarresti a parlare di montagna e di vita all’infinito, non riesco a rendermi conto di essere riuscito a realizzare non solo un sogno, ma un progetto importante ed unico al mondo che aveva già respinto molti in passato. Essere riuscito ad unire per la prima volta, credo, esperti nel campo medico di fama internazionale, con scrittori, giornalisti, registi, operatori del soccorso, personalità del Club Alpino Italiano ed alpinisti di fama ed esperienza mondiale, non solo ha consentito ai 14 medici provenienti da tutta Italia di acquisire una preparazione teorica e pratica sul campo, così come in sala operatoria o in pronto soccorso o in ambulatorio di medicina di montagna, con pochissimi riscontri a livello internazionale, ma ha unito, professionalità diverse, spesso poco dialoganti, in nome della cultura della montagna, vera ispiratrice del nostro progetto.
Consentitemi di ringraziare per primi i partecipanti al Master, con i quali si è creato un rapporto di stima reciproca, di amicizia, di collaborazione continua, che mi ha personalmente arricchito e incoraggiato nei momenti di difficoltà, pochi per fortuna, e che, nella cena conclusiva mi ha portato ad una commozione profonda, non so quanto mascherata. Grazie a Giulia, Francesca, Adalgisa, Alessandra, Maria, Alessandro e Alessandro, Nicola e Nicola, Paolo, Franco, Lucio, Luigi e Luciano per la loro pazienza e sopportazione del sottoscritto! Ci saranno altre edizioni del Master, le richieste per l’anno prossimo sono già molte, ma voi sarete sempre i “primi”, coloro che hanno consentito, come dicevo, la realizzazione di un sogno, tanto più difficilmente inseguito in un momento di grave crisi economica, culturale ed etica.
Desidero inoltre, dalle pagine prestigiose di Planetmountain, ringraziare ancora una volta tutti coloro che ci hanno creduto, che si sono messi in gioco, come ed insieme al sottoscritto. Il signor Spadaro di Mountain Hardwear, Milani di Scarpa, Balzarini di AgustaWestland, Poli di Beta80, e ancora Johnson&Johnson, partner nell’attività quotidiana di chirurgo, Stefano e Moise di DOS che hanno curato la pagina web, Renato della Proline che si è occupato delle riprese cinematografiche e, nella parte finale e quindi ancora più apprezzato, il signor Bruno di Balmelli Sport di Lugano che entusiasta si è aggiunto tra i promotori di questo evento. Ed ancora il grande aiuto da parte di North Face, un grazie a Marianna, che ha consentito la partecipazione di alcuni tra i più forti atleti del team, diventati per un giorno, ma per sempre nella loro vita alpinistica, “professori”, dei veri professori competenti ed autorevoli. Mi scuso se forse ho annoiato citandoli tutti ma ripeto, senza il loro aiuto fondamentale, un grande progetto culturale e medico non si sarebbe potuto realizzare. Spero che continueranno a darmi una mano anche nelle future edizioni, così come spero che anche altri, spinti dalla stessa passione e dallo stesso coraggio e consapevoli dell’importanza, soprattutto negli anni a venire, di questa formazione medica e culturale, si aggiungano.
L’anno prossimo, con inizio a fine maggio ci sarà la seconda edizione del Master di 2° livello in Medicina di Montagna. Farò tesoro dell’esperienza acquisita dando ancora maggiore risalto alla parte pratica sul campo in montagna, anche se i 10 giorni totalizzati quest’anno non sono pochi, ed ulteriormente ampliando la rete di collaborazione confermando il tirocinio presso i soccorsi alpini esteri come REGA ed Air du Glacier… e spero Air Zermatt.. oltre che con la Guardia di Finanza che già è stata partecipe in questa edizione insieme al Soccorso Alpino del CAI, CNSAS..
Nelle premesse della presentazione del Master si faceva riferimento all’andare in montagna e al farlo nella massima sicurezza. Gli eventi di questi ultimi mesi, alcuni tragici, hanno confermato la necessità di una maggiore prevenzione e sicurezza sul campo. Si è evidenziato un approccio all’ambiente alpino sempre più di “massa” ma privo di adeguata cultura, preparazione e conoscenza e consapevolezza delle proprie condizioni fisiche. Ritengo quindi che il Master come altri corsi di perfezionamento, così come una adeguata preparazione sanitaria di chi accompagna in montagna da laico, mi riferisco ai titolati ed istruttori del CAI ed alle guide alpine ect, sia fondamentale e irrinunciabile e possa essere determinante nell’incrementare la tempestività ed appropriatezza dei soccorsi.
Il medico dunque che si vuole porre come leader aggiunto al capo-spedizione, come punto di riferimento necessario e forse insostituibile, come hanno confermato raccontando le loro esperienze Simone ed Ueli. In tempi di telemedicina, alla quale è stata dedicata una lezione a cura di Oriana Pecchio, di medicina a distanza, ritengo sia certamente fondamentale la presenza attiva del medico sul campo, capace di agire con occhio clinico ed autorevolezza.
Questi che saranno medici di spedizione o banalmente sapranno rispondere al quesito più comune: “dottore posso andare in montagna? E fino a che altezza? Dottore devo andare in Nepal come devo prepararmi o quali sono i possibili problemi, sa io sono broncopatico?!, rappresenteranno il futuro medico dell’andare per monti, e lo faranno con una conoscenza adeguata ed approfondita non solo della medicina, ma dei problemi alpinistici più complessi, così come della manovre di assicurazione, forti dell’esperienza di chi frequenta la montagna in modo professionale; un grazie particolare va ancora a Silvio Gnaro Mondinelli e a Matteo Piccardi dei Ragni di Lecco oltre alla prestigiosa Scuola di Alpinismo del piccolo CAI Malnate. Le loro indicazioni e consigli garantiranno agli allievi medici la preparazione e quindi l’autorevolezza necessaria per una corretta gestione ed osservanza delle regole fondamentali del gruppo.
Ancora due aspetti mi preme sottolineare. Per primo l’ampio spazio dato alla cultura della montagna: Il medico che agisce nell’ambiente alpino non può esserne un corpo estraneo, non può non percepire quel sottile spirito, l’aria sottile descritta da Krakauer, che non è solo l’aria degli 8000, ma è anche l’aria delle nostre montagne, delle nostre Alpi ed Appennini, è quell’aria che si respira nella libertà , nella consapevole libertà che ritroviamo ogni volta che ci avventuriamo per monti, tra il verde, il sole, il gelo, nella neve, sul ghiaccio, appoggiando le dita sulla roccia, ascoltando il silenzio o il progredire dei ramponi, o il tintinnare della ferraglia… o anche solo contemplando un tramonto. Un medico senza anima non può essere un buon medico o un buon chirurgo, a maggior ragione se agisce in un ambiente particolare ed unico come il “nostro”.
L’ultimo aspetto che mi piace ricordare e del quale vado orgoglioso, è l’appoggio pieno dato al Master dall’Università dell’Insubria, e dal Magnifico Rettore uscente Prof. Renzo Dionigi, mio maestro di chirurgia, e dall’European Academy, EURAC, di Bolzano, in particolare da Hermann Brugger. Essere riuscito ad unire due entità culturali apparentemente distanti, ma così simili perchè unite da spirito di innovazione e ricerca, così come l’essere riuscito a coinvolgere nei miei sogni fino all’amicizia, una personalità come Hermann, punto di riferimento a livello mondiale, penso sia la mia gioia più bella.
Grazie ancora a tutti.
Luigi Festi - Direttore Master 2° livello in Medicina di Montagna
Riferimenti su: www.mastermedicinadimontagna.com, e ulteriori indicazioni via mail:
luigi.festi@ospedale.varese.it.
Ancora oggi a distanza di poco più di una settimana e ancora pieno delle emozioni regalate da grandi alpinisti ma soprattutto da grandi uomini come hanno confermato di essere Simone, Ueli, Hervè e Marco, persona con la quale rimarresti a parlare di montagna e di vita all’infinito, non riesco a rendermi conto di essere riuscito a realizzare non solo un sogno, ma un progetto importante ed unico al mondo che aveva già respinto molti in passato. Essere riuscito ad unire per la prima volta, credo, esperti nel campo medico di fama internazionale, con scrittori, giornalisti, registi, operatori del soccorso, personalità del Club Alpino Italiano ed alpinisti di fama ed esperienza mondiale, non solo ha consentito ai 14 medici provenienti da tutta Italia di acquisire una preparazione teorica e pratica sul campo, così come in sala operatoria o in pronto soccorso o in ambulatorio di medicina di montagna, con pochissimi riscontri a livello internazionale, ma ha unito, professionalità diverse, spesso poco dialoganti, in nome della cultura della montagna, vera ispiratrice del nostro progetto.
Consentitemi di ringraziare per primi i partecipanti al Master, con i quali si è creato un rapporto di stima reciproca, di amicizia, di collaborazione continua, che mi ha personalmente arricchito e incoraggiato nei momenti di difficoltà, pochi per fortuna, e che, nella cena conclusiva mi ha portato ad una commozione profonda, non so quanto mascherata. Grazie a Giulia, Francesca, Adalgisa, Alessandra, Maria, Alessandro e Alessandro, Nicola e Nicola, Paolo, Franco, Lucio, Luigi e Luciano per la loro pazienza e sopportazione del sottoscritto! Ci saranno altre edizioni del Master, le richieste per l’anno prossimo sono già molte, ma voi sarete sempre i “primi”, coloro che hanno consentito, come dicevo, la realizzazione di un sogno, tanto più difficilmente inseguito in un momento di grave crisi economica, culturale ed etica.
Desidero inoltre, dalle pagine prestigiose di Planetmountain, ringraziare ancora una volta tutti coloro che ci hanno creduto, che si sono messi in gioco, come ed insieme al sottoscritto. Il signor Spadaro di Mountain Hardwear, Milani di Scarpa, Balzarini di AgustaWestland, Poli di Beta80, e ancora Johnson&Johnson, partner nell’attività quotidiana di chirurgo, Stefano e Moise di DOS che hanno curato la pagina web, Renato della Proline che si è occupato delle riprese cinematografiche e, nella parte finale e quindi ancora più apprezzato, il signor Bruno di Balmelli Sport di Lugano che entusiasta si è aggiunto tra i promotori di questo evento. Ed ancora il grande aiuto da parte di North Face, un grazie a Marianna, che ha consentito la partecipazione di alcuni tra i più forti atleti del team, diventati per un giorno, ma per sempre nella loro vita alpinistica, “professori”, dei veri professori competenti ed autorevoli. Mi scuso se forse ho annoiato citandoli tutti ma ripeto, senza il loro aiuto fondamentale, un grande progetto culturale e medico non si sarebbe potuto realizzare. Spero che continueranno a darmi una mano anche nelle future edizioni, così come spero che anche altri, spinti dalla stessa passione e dallo stesso coraggio e consapevoli dell’importanza, soprattutto negli anni a venire, di questa formazione medica e culturale, si aggiungano.
L’anno prossimo, con inizio a fine maggio ci sarà la seconda edizione del Master di 2° livello in Medicina di Montagna. Farò tesoro dell’esperienza acquisita dando ancora maggiore risalto alla parte pratica sul campo in montagna, anche se i 10 giorni totalizzati quest’anno non sono pochi, ed ulteriormente ampliando la rete di collaborazione confermando il tirocinio presso i soccorsi alpini esteri come REGA ed Air du Glacier… e spero Air Zermatt.. oltre che con la Guardia di Finanza che già è stata partecipe in questa edizione insieme al Soccorso Alpino del CAI, CNSAS..
Nelle premesse della presentazione del Master si faceva riferimento all’andare in montagna e al farlo nella massima sicurezza. Gli eventi di questi ultimi mesi, alcuni tragici, hanno confermato la necessità di una maggiore prevenzione e sicurezza sul campo. Si è evidenziato un approccio all’ambiente alpino sempre più di “massa” ma privo di adeguata cultura, preparazione e conoscenza e consapevolezza delle proprie condizioni fisiche. Ritengo quindi che il Master come altri corsi di perfezionamento, così come una adeguata preparazione sanitaria di chi accompagna in montagna da laico, mi riferisco ai titolati ed istruttori del CAI ed alle guide alpine ect, sia fondamentale e irrinunciabile e possa essere determinante nell’incrementare la tempestività ed appropriatezza dei soccorsi.
Il medico dunque che si vuole porre come leader aggiunto al capo-spedizione, come punto di riferimento necessario e forse insostituibile, come hanno confermato raccontando le loro esperienze Simone ed Ueli. In tempi di telemedicina, alla quale è stata dedicata una lezione a cura di Oriana Pecchio, di medicina a distanza, ritengo sia certamente fondamentale la presenza attiva del medico sul campo, capace di agire con occhio clinico ed autorevolezza.
Questi che saranno medici di spedizione o banalmente sapranno rispondere al quesito più comune: “dottore posso andare in montagna? E fino a che altezza? Dottore devo andare in Nepal come devo prepararmi o quali sono i possibili problemi, sa io sono broncopatico?!, rappresenteranno il futuro medico dell’andare per monti, e lo faranno con una conoscenza adeguata ed approfondita non solo della medicina, ma dei problemi alpinistici più complessi, così come della manovre di assicurazione, forti dell’esperienza di chi frequenta la montagna in modo professionale; un grazie particolare va ancora a Silvio Gnaro Mondinelli e a Matteo Piccardi dei Ragni di Lecco oltre alla prestigiosa Scuola di Alpinismo del piccolo CAI Malnate. Le loro indicazioni e consigli garantiranno agli allievi medici la preparazione e quindi l’autorevolezza necessaria per una corretta gestione ed osservanza delle regole fondamentali del gruppo.
Ancora due aspetti mi preme sottolineare. Per primo l’ampio spazio dato alla cultura della montagna: Il medico che agisce nell’ambiente alpino non può esserne un corpo estraneo, non può non percepire quel sottile spirito, l’aria sottile descritta da Krakauer, che non è solo l’aria degli 8000, ma è anche l’aria delle nostre montagne, delle nostre Alpi ed Appennini, è quell’aria che si respira nella libertà , nella consapevole libertà che ritroviamo ogni volta che ci avventuriamo per monti, tra il verde, il sole, il gelo, nella neve, sul ghiaccio, appoggiando le dita sulla roccia, ascoltando il silenzio o il progredire dei ramponi, o il tintinnare della ferraglia… o anche solo contemplando un tramonto. Un medico senza anima non può essere un buon medico o un buon chirurgo, a maggior ragione se agisce in un ambiente particolare ed unico come il “nostro”.
L’ultimo aspetto che mi piace ricordare e del quale vado orgoglioso, è l’appoggio pieno dato al Master dall’Università dell’Insubria, e dal Magnifico Rettore uscente Prof. Renzo Dionigi, mio maestro di chirurgia, e dall’European Academy, EURAC, di Bolzano, in particolare da Hermann Brugger. Essere riuscito ad unire due entità culturali apparentemente distanti, ma così simili perchè unite da spirito di innovazione e ricerca, così come l’essere riuscito a coinvolgere nei miei sogni fino all’amicizia, una personalità come Hermann, punto di riferimento a livello mondiale, penso sia la mia gioia più bella.
Grazie ancora a tutti.
Luigi Festi - Direttore Master 2° livello in Medicina di Montagna
Riferimenti su: www.mastermedicinadimontagna.com, e ulteriori indicazioni via mail:
luigi.festi@ospedale.varese.it.
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