Magic Line al Grignone di Ivo Ferrari
Ivo Ferrari, l'inverno, la scalata solitaria e la Magic Line la magica via aperta da Benigno Balatti con Massimo Poletti il 13 Dicembre 2003 sulla parete Nord ovest del Grignone (Grigna settentrionale)
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Magic LIne - Grignone
archivio Ivo Ferrari
Forse qualcuno si domanderà perché continuo a scrivere! Molti mi hanno scritto in privato quasi dispiaciuti che “racconti” di salite già super conosciute, talmente classiche che a volte, andrebbero dimenticate! È vero, questo “inizio giro”, chiamiamolo così, è partito col conosciuto, col facile da raggiungere e sicuro da rientrare. Dovrei scusarmi! Prima però devo passare a fare benzina e ricordarmi di andare a letto presto, perché domani mattina ho una bella serie di “vecchi” caloriferi in ghisa da pulire... faccio l’idraulico. E poi pensare a che gioco giocherò stasera con i bambini...
Sicuramente, se il lavoro me lo permetterà tornerò nella terra che mi ha rapito il cuore, la Sicilia. Anzi le terre, le regioni. Sì, perché è l’Italia fatta di roccia che sta nella mia testa e nel mio cuore, Amici compresi!
La mia macchina è un diesel, un po’ vecchia e gibollata, mi assomiglia, fa fatica ad accendersi, mi aiuta nella perdita di punti e nello svuotarmi il portafoglio (aiuto mio malgrado diversi comuni). Ma, quando si mette in moto, va accompagnandomi nei sogni e nella storia, alla ricerca di quel qualcosa che sappiamo tutti, impossibile da trovare. Ecco “forse” accontentati gli amici con la m maiuscola, e prima di spegnere il motore per guardare se si trova un bel volo economico diretto al Sud, mi piacerebbe portarvi in un bellissimo posto sopra casa, stupendo d’estate ma “unico” d’inverno. Sì, quella stagione che molti disprezzano e tanti aspettano! L’inverno...
MAGICA LINEA
Canali! Una bellissima serie di superbi e attraenti canali, quasi “nati” per soddisfare i vari stili e le numerose esigenze di noi “viziati” d’alpinismo. Sì, sulla Grigna in inverno, l’imbarazzo della scelta non manca: neve dura, misto semplice e... da far scintille!
Poi, il ghiaccio, quello dai diversi colori, quello della “leggerezza”, l’effimero pronto a frantumarsi al primo colpo deciso e trasformarsi in acqua al primo sbalzo termico. Non siamo di certo al Monte Bianco, la quota bassa e i laghi sottostanti impongono di “cogliere l’attimo” rendendo il tutto ancora più eccitante! (io ci vado perché si cammina poco e... niente crepacci).
Girando intorno alla gruppo delle Grigne le possibilità non mancano, dall’austera ed imponente parete nord del Pizzo della Pieve, comunemente chiamata Fasana, che tiene in serbo “canali da urlo”, lunghi e complessi, facili e difficili (Suerte è considerata la linea di misto più dura del gruppo), alla Grignetta, che d’inverno si riempie di neve, regalando agli amanti del “rampone” una lunga serie di canali e canalini.
Poi c’è il Re del gruppo, con i suoi 2400 metri di altezza, il Grignone è visibile da molto lontano, non si contano le persone che durante la stagione fredda salgono lungo “la via invernale”, itinerario classico e panoramico.
Ma io amo la parete ovest. Lì si scalda sul classico “Canalone ovest” e ci si impegna lungo canali esigenti. Benigno Ballatti, accademico del Cai e apritore di numerose linee invernali, nel 2003 con degli amici, inventa il canale più bello, dove bisogna saper aspettare ed essere veloci. La “Magic Line”, che io ingiustamente, visto l’ignoranza in lingue straniere identifico sempre come “Linea Magica” (chiedo scusa all’apritore). Non sempre in condizioni, la via sale diritta verso le cornici terminali che formano un bellissimo tetto all’apparenza sicuro...
DOPPIA “SOLITARIA”
L’idea di ripetere la Magic mi frulla nella testa da parecchio tempo, dopo la salita del “Ben”, le ripetizioni si contano sulle dita di una mano, la mano del mio Amico Paolo che usava vecchie circolari... Parto presto, sono curioso e eccitato, nessuno ha realmente saputo descrivermi questa misteriosa via, e “forse” il tutto rende i miei ormoni ancora più elettrizzati! Lungo il sentiero incontro un Amico, solo e silenzioso si sta dirigendo verso? ...Affare fatto! Che bello, in due “da soli” lungo la stessa via, ognuno con i suoi attrezzi, ognuno con i suoi pensieri... non mi era mai capitato. Saliamo veloci, le condizioni sono ottimali, nessuno all’orizzonte e giornata fredda e limpida … saliamo, anzi! Salgo, perché le orecchie non sentono altri rumori, sono solo concentrato in compagnia del mio egoismo, la prima parte è veloce e scorrevole, un muretto di roccia verticale fa lavorare gli attrezzi.
Ed eccomi, eccoci, perché oltre all’egoismo, ora c’è Lorenzo (Lorenzo Festorazzi n.d.r.) accanto a me, entrambi guardiamo l’effimera ed esile colata di ghiaccio,lunghezza chiave della via. Entrambi siamo indecisi, guardo verso l’alto e verso il basso, le orecchie mi si abbassano, il mio “nessun problema” si nasconde all’interno dello zaino lasciandomi nell’indecisione. Il tempo passa, provo! Salgo qualche metro e tutto il mio mondo si verticalizza, sento picchiare sulla spalla, mi giro... è la paura che mi sta parlando. Non sono sordo, ritorno sui miei passi, giù deciso e diretto al caldo della mia macchina. Lorenzo, forse “colpito” dalla mia velocità nel seguire l’istinto, scende con me.
La settimana dopo sono di nuovo sotto il “chiave”, porta d’accesso al Magico Grignone, e Lorenzo è accanto a me! Sfogliando i manuali di “sicurezza in montagna” ho avuto l’illuminazione (per fortuna non fumo erba, altrimenti chissà!) pianto un chiodo e lego all’imbragatura un spezzone di corda lungo dieci metri. L’idea superba, e sicura solo nella mia testa, è “Se cado sul verticale, il chiodo dovrebbe fermarmi e una volta superato il muro, mi slego e lascio cadere la corda “ (verrei cacciato sicuramente ad un corso guide). Ma la testa di un solitario ha molte sfaccettature... va capita sul momento, altrimenti è una lingua indecifrabile e per niente spiegabile.
Parto deciso, la colata di ghiaccio sempre più trasparente è larga poco più di cinquanta centimetri,ai lati roccia liscia e slavata, pianto le punte degli attrezzi, pianto o meglio appoggio, perché altrimenti viene giù tutto!
Sono attimi veloci nel tempo e lunghissimi nella testa, salgo con il fiato chiuso nei polmoni, ma la fortuna “bacia in fronte i belli” e... modestamente “piacqui!”. Appena la pendenza torna respirabile, la corda finisce, mi slego e la “impresto” a Lorenzo che aspetta il suo turno... la giornata poi fila via veloce, entrambi siamo stati fortunati e ora ci divertiamo lungo le varie placchette ricoperte di neve dura e ghiaccio solare. La cima ci accoglie con i suoi meravigliosi colori invernali, l’orizzonte è ricco di stupende montagne.
Ora la “magica linea” è diventata una classica, ogni inverno chi “coglie l’attimo” gode della sua bellezza, il chiodo non c’è più e lo spezzone di corda è ritornato a casa... mi aiuta a trasportare legna.
Ora posso solo “invitarvi” in un posto non mio, un bellissimo mondo fatto di tanti “accoglienti” canali, canalini e bestemmie! Se d’inverno vi sentite gasati e vi va di venire nelle Grigne, magari ci si incontra! Io ci vado perché si cammina poco e non ci sono i crepacci!
Buone arrampicate a tutti!
Ivo Ferrari
Sicuramente, se il lavoro me lo permetterà tornerò nella terra che mi ha rapito il cuore, la Sicilia. Anzi le terre, le regioni. Sì, perché è l’Italia fatta di roccia che sta nella mia testa e nel mio cuore, Amici compresi!
La mia macchina è un diesel, un po’ vecchia e gibollata, mi assomiglia, fa fatica ad accendersi, mi aiuta nella perdita di punti e nello svuotarmi il portafoglio (aiuto mio malgrado diversi comuni). Ma, quando si mette in moto, va accompagnandomi nei sogni e nella storia, alla ricerca di quel qualcosa che sappiamo tutti, impossibile da trovare. Ecco “forse” accontentati gli amici con la m maiuscola, e prima di spegnere il motore per guardare se si trova un bel volo economico diretto al Sud, mi piacerebbe portarvi in un bellissimo posto sopra casa, stupendo d’estate ma “unico” d’inverno. Sì, quella stagione che molti disprezzano e tanti aspettano! L’inverno...
MAGICA LINEA
Canali! Una bellissima serie di superbi e attraenti canali, quasi “nati” per soddisfare i vari stili e le numerose esigenze di noi “viziati” d’alpinismo. Sì, sulla Grigna in inverno, l’imbarazzo della scelta non manca: neve dura, misto semplice e... da far scintille!
Poi, il ghiaccio, quello dai diversi colori, quello della “leggerezza”, l’effimero pronto a frantumarsi al primo colpo deciso e trasformarsi in acqua al primo sbalzo termico. Non siamo di certo al Monte Bianco, la quota bassa e i laghi sottostanti impongono di “cogliere l’attimo” rendendo il tutto ancora più eccitante! (io ci vado perché si cammina poco e... niente crepacci).
Girando intorno alla gruppo delle Grigne le possibilità non mancano, dall’austera ed imponente parete nord del Pizzo della Pieve, comunemente chiamata Fasana, che tiene in serbo “canali da urlo”, lunghi e complessi, facili e difficili (Suerte è considerata la linea di misto più dura del gruppo), alla Grignetta, che d’inverno si riempie di neve, regalando agli amanti del “rampone” una lunga serie di canali e canalini.
Poi c’è il Re del gruppo, con i suoi 2400 metri di altezza, il Grignone è visibile da molto lontano, non si contano le persone che durante la stagione fredda salgono lungo “la via invernale”, itinerario classico e panoramico.
Ma io amo la parete ovest. Lì si scalda sul classico “Canalone ovest” e ci si impegna lungo canali esigenti. Benigno Ballatti, accademico del Cai e apritore di numerose linee invernali, nel 2003 con degli amici, inventa il canale più bello, dove bisogna saper aspettare ed essere veloci. La “Magic Line”, che io ingiustamente, visto l’ignoranza in lingue straniere identifico sempre come “Linea Magica” (chiedo scusa all’apritore). Non sempre in condizioni, la via sale diritta verso le cornici terminali che formano un bellissimo tetto all’apparenza sicuro...
DOPPIA “SOLITARIA”
L’idea di ripetere la Magic mi frulla nella testa da parecchio tempo, dopo la salita del “Ben”, le ripetizioni si contano sulle dita di una mano, la mano del mio Amico Paolo che usava vecchie circolari... Parto presto, sono curioso e eccitato, nessuno ha realmente saputo descrivermi questa misteriosa via, e “forse” il tutto rende i miei ormoni ancora più elettrizzati! Lungo il sentiero incontro un Amico, solo e silenzioso si sta dirigendo verso? ...Affare fatto! Che bello, in due “da soli” lungo la stessa via, ognuno con i suoi attrezzi, ognuno con i suoi pensieri... non mi era mai capitato. Saliamo veloci, le condizioni sono ottimali, nessuno all’orizzonte e giornata fredda e limpida … saliamo, anzi! Salgo, perché le orecchie non sentono altri rumori, sono solo concentrato in compagnia del mio egoismo, la prima parte è veloce e scorrevole, un muretto di roccia verticale fa lavorare gli attrezzi.
Ed eccomi, eccoci, perché oltre all’egoismo, ora c’è Lorenzo (Lorenzo Festorazzi n.d.r.) accanto a me, entrambi guardiamo l’effimera ed esile colata di ghiaccio,lunghezza chiave della via. Entrambi siamo indecisi, guardo verso l’alto e verso il basso, le orecchie mi si abbassano, il mio “nessun problema” si nasconde all’interno dello zaino lasciandomi nell’indecisione. Il tempo passa, provo! Salgo qualche metro e tutto il mio mondo si verticalizza, sento picchiare sulla spalla, mi giro... è la paura che mi sta parlando. Non sono sordo, ritorno sui miei passi, giù deciso e diretto al caldo della mia macchina. Lorenzo, forse “colpito” dalla mia velocità nel seguire l’istinto, scende con me.
La settimana dopo sono di nuovo sotto il “chiave”, porta d’accesso al Magico Grignone, e Lorenzo è accanto a me! Sfogliando i manuali di “sicurezza in montagna” ho avuto l’illuminazione (per fortuna non fumo erba, altrimenti chissà!) pianto un chiodo e lego all’imbragatura un spezzone di corda lungo dieci metri. L’idea superba, e sicura solo nella mia testa, è “Se cado sul verticale, il chiodo dovrebbe fermarmi e una volta superato il muro, mi slego e lascio cadere la corda “ (verrei cacciato sicuramente ad un corso guide). Ma la testa di un solitario ha molte sfaccettature... va capita sul momento, altrimenti è una lingua indecifrabile e per niente spiegabile.
Parto deciso, la colata di ghiaccio sempre più trasparente è larga poco più di cinquanta centimetri,ai lati roccia liscia e slavata, pianto le punte degli attrezzi, pianto o meglio appoggio, perché altrimenti viene giù tutto!
Sono attimi veloci nel tempo e lunghissimi nella testa, salgo con il fiato chiuso nei polmoni, ma la fortuna “bacia in fronte i belli” e... modestamente “piacqui!”. Appena la pendenza torna respirabile, la corda finisce, mi slego e la “impresto” a Lorenzo che aspetta il suo turno... la giornata poi fila via veloce, entrambi siamo stati fortunati e ora ci divertiamo lungo le varie placchette ricoperte di neve dura e ghiaccio solare. La cima ci accoglie con i suoi meravigliosi colori invernali, l’orizzonte è ricco di stupende montagne.
Ora la “magica linea” è diventata una classica, ogni inverno chi “coglie l’attimo” gode della sua bellezza, il chiodo non c’è più e lo spezzone di corda è ritornato a casa... mi aiuta a trasportare legna.
Ora posso solo “invitarvi” in un posto non mio, un bellissimo mondo fatto di tanti “accoglienti” canali, canalini e bestemmie! Se d’inverno vi sentite gasati e vi va di venire nelle Grigne, magari ci si incontra! Io ci vado perché si cammina poco e non ci sono i crepacci!
Buone arrampicate a tutti!
Ivo Ferrari
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