Luce del primo mattino, prima libera di Larcher sul Dain
Il 18/04/2013 Rolando Larcher ha realizzato la prima libera di Luce del primo mattino (435m, max 8a obbl. A0), la via aperta da A. Andreotti, B. Menestrina e M. Furlani nel 1991 sul Piccolo Dain (Valle del Sarca, Tn).
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Rolando Larcher: il primo giorno a vista
archivio Rolando Larcher
Una parete per tutte le stagioni, come "memoria fisica" che accompagna il cammino in arrampicata, ma anche nella vita. Forse rappresenta anche questo la grande e simbolica muraglia del Piccolo Dain per Rolando Larcher. Una parete familiare, che c'è sempre e dove si ritorna sempre. Basti dire che di quelle 17 vie che partono dalla storica Via Detassis e arrivano a Sogno di Amelie, Larcher ne ha aperte 3 e liberate 4. Oltre ad averne percorse 16 in libera visto che per l'en plein manca la sola “Amelie”. Una parete dove rifugiarsi e ritrovarsi, dunque. Lo dimostra, se mai ce ne fosse ancora bisogno, anche questa sua prima libera sui 435 metri di Luce del primo mattino, la bella ed impegnativa via aperta da Andreotti, Menestrina e Furlani nel 1991 sulla parete simbolo della Valle del Sarca. Segni particolari: una roccia che soprende per bellezza e un tetto finale di 7/8 metri con sotto il vuoto DOC del Dain.
LUCE DEL PRIMO MATTINO di Rolando Larcher
Delle pareti della Valle del Sarca, il Dain è quella che ho più nel cuore, quella più slanciata ed estetica, quella che da sempre mi entusiasma, regalandomi grandi giornate di piacere, azione ed amicizia. La prima fu nel lontano novembre 1983, con la ripetizione della storica Canna D'Organo, l'ultima il 18 aprile scorso con la rotpunkt di Luce del primo mattino. 30 anni di puro divertimento, dove le salite di questa parete, hanno scandito la mia evoluzione di scalatore, accompagnando e arricchendo la mia vita.
Con toni più pragmatici, il Dain è anche un'ancora di salvezza vicino a casa. Quando le giornate in falesia diventano troppo calde, lassù il vento non manca mai e con l'ombra del pomeriggio l'aderenza è al massimo. Per non parlare dei periodi “monsonici” come quello attuale, quando tutte le falesie grondano acqua, al Dain basta uno spiraglio di sole per ritornare in condizione. E proprio per problemi di umidità, quest'anno sono tornato anticipatamente sul Dain, proseguendo nel progetto di ripetere tutte le vie in arrampicata libera. Un progetto nato più dagli eventi che da un mio reale proposito. Per questa stagione era in lista d'attesa Luce del primo mattino, via aperta dal compianto Andrea Andreotti, assieme a Bruno Menestrina nel primo terzo e poi terminata con Marco Furlani.
Il 10 aprile, nel primo giorno di sole di questa stramba primavera, ero all'attacco assieme a Francesco Mich, desiderosi di scoprire questo itinerario. Riuscivo a scalare a vista sino al penultimo tiro prima del tetto, dove un breve muro bianco strabiombante a tacche mi ha stoppato. Lettura veloce dei passi, spazzolatina alle prese e al secondo tentativo andava pulito. Con ancora una bellissima lunghezza a gocce, arrivavamo sotto il tetto, con la conseguente ombra ed un freddo pungente.
Le voci davano questo tiro la principale incognita della via, ma nell'apertura di Ultima Fiamma del 2007 (il punto di sosta è in comune), ricordavo di aver scorto qualche buona presa, pertanto ero fiducioso di riuscire a passare. Aspettando in sosta il vento mi aveva ghiacciato, allora con un po' di “balzi” cercai di riscaldarmi e prima di ripartire, tolsi il piumino, che Franz prontamente indossava sopra il proprio... Su questo tetto dalle rimembranze Ertiane, ho trascorso un'oretta di godimento, alla scoperta spazzolino alla mano, dei passi in libera per uscire dal “cuerton”. Come speravo c'erano tutti e messi insieme diventava un bel grado, ma tra stanchezza, freddo ed un tiro ancora per la cima, era meglio proseguire, rimandando il tutto ad altra uscita.
Una settimana di attesa per un'altra giornata fantastica, caldissima, quasi estiva. Oggi si cambia formazione, siamo in tre, con “Gippo” Luca Giupponi e Herman Zanetti. C'è da stringersi in sosta, ma così è molto più conviviale e divertente. Conoscendo il gioco, l'atmosfera è rilassata, l'unica incertezza che richiede concentrazione è lassù in alto, ma ci penserò più tardi. Tra uno scherzo e una battuta prendiamo quota, sfruttando l'occasione per confrontarmi per i gradi proposti. Ci raggiunge anche l'ombra, ma oggi è un'altra stagione e porta sollievo.
Quindi si arriva al dunque, un giro per ripassare e montare i rinvii e poi dopo un turno di Gippo, tocca a me stringere cattivo. Con tutto il vuoto che c'è, il tiro è spettacolare ed impegnativo, ma per fortuna non come mi era parso e senza intoppi arrivo in sosta. Manca ancora un tiro per la cima, ma è una piacevole formalità e raggiunta festeggiamo, tutte le vie del Dain sono liberate!
Un grazie a Franz, Gippo e Herman per la loro amicizia.
Questa via è stata una sorpresa per la qualità costante della roccia, nonostante qualche cespuglio iniziale, dall'inizio alla fine è sempre da buona ad ottima.
Per ripeterla ho usato 18 rinvii, una serie di friends Totemcam e qualche stoppers medio-piccoli.
Difficoltà massima 8a
Difficoltà obbligatoria “A0+”
Rolando Larcher
Si ringrazia: La Sportiva - Petzl - Montura
SCHEDA: Luce del primo mattino, Piccolo Dain
LUCE DEL PRIMO MATTINO di Rolando Larcher
Delle pareti della Valle del Sarca, il Dain è quella che ho più nel cuore, quella più slanciata ed estetica, quella che da sempre mi entusiasma, regalandomi grandi giornate di piacere, azione ed amicizia. La prima fu nel lontano novembre 1983, con la ripetizione della storica Canna D'Organo, l'ultima il 18 aprile scorso con la rotpunkt di Luce del primo mattino. 30 anni di puro divertimento, dove le salite di questa parete, hanno scandito la mia evoluzione di scalatore, accompagnando e arricchendo la mia vita.
Con toni più pragmatici, il Dain è anche un'ancora di salvezza vicino a casa. Quando le giornate in falesia diventano troppo calde, lassù il vento non manca mai e con l'ombra del pomeriggio l'aderenza è al massimo. Per non parlare dei periodi “monsonici” come quello attuale, quando tutte le falesie grondano acqua, al Dain basta uno spiraglio di sole per ritornare in condizione. E proprio per problemi di umidità, quest'anno sono tornato anticipatamente sul Dain, proseguendo nel progetto di ripetere tutte le vie in arrampicata libera. Un progetto nato più dagli eventi che da un mio reale proposito. Per questa stagione era in lista d'attesa Luce del primo mattino, via aperta dal compianto Andrea Andreotti, assieme a Bruno Menestrina nel primo terzo e poi terminata con Marco Furlani.
Il 10 aprile, nel primo giorno di sole di questa stramba primavera, ero all'attacco assieme a Francesco Mich, desiderosi di scoprire questo itinerario. Riuscivo a scalare a vista sino al penultimo tiro prima del tetto, dove un breve muro bianco strabiombante a tacche mi ha stoppato. Lettura veloce dei passi, spazzolatina alle prese e al secondo tentativo andava pulito. Con ancora una bellissima lunghezza a gocce, arrivavamo sotto il tetto, con la conseguente ombra ed un freddo pungente.
Le voci davano questo tiro la principale incognita della via, ma nell'apertura di Ultima Fiamma del 2007 (il punto di sosta è in comune), ricordavo di aver scorto qualche buona presa, pertanto ero fiducioso di riuscire a passare. Aspettando in sosta il vento mi aveva ghiacciato, allora con un po' di “balzi” cercai di riscaldarmi e prima di ripartire, tolsi il piumino, che Franz prontamente indossava sopra il proprio... Su questo tetto dalle rimembranze Ertiane, ho trascorso un'oretta di godimento, alla scoperta spazzolino alla mano, dei passi in libera per uscire dal “cuerton”. Come speravo c'erano tutti e messi insieme diventava un bel grado, ma tra stanchezza, freddo ed un tiro ancora per la cima, era meglio proseguire, rimandando il tutto ad altra uscita.
Una settimana di attesa per un'altra giornata fantastica, caldissima, quasi estiva. Oggi si cambia formazione, siamo in tre, con “Gippo” Luca Giupponi e Herman Zanetti. C'è da stringersi in sosta, ma così è molto più conviviale e divertente. Conoscendo il gioco, l'atmosfera è rilassata, l'unica incertezza che richiede concentrazione è lassù in alto, ma ci penserò più tardi. Tra uno scherzo e una battuta prendiamo quota, sfruttando l'occasione per confrontarmi per i gradi proposti. Ci raggiunge anche l'ombra, ma oggi è un'altra stagione e porta sollievo.
Quindi si arriva al dunque, un giro per ripassare e montare i rinvii e poi dopo un turno di Gippo, tocca a me stringere cattivo. Con tutto il vuoto che c'è, il tiro è spettacolare ed impegnativo, ma per fortuna non come mi era parso e senza intoppi arrivo in sosta. Manca ancora un tiro per la cima, ma è una piacevole formalità e raggiunta festeggiamo, tutte le vie del Dain sono liberate!
Un grazie a Franz, Gippo e Herman per la loro amicizia.
Questa via è stata una sorpresa per la qualità costante della roccia, nonostante qualche cespuglio iniziale, dall'inizio alla fine è sempre da buona ad ottima.
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Difficoltà massima 8a
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Note:
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