La via Leila Cason de Formin è una variante bassa della Leber Kenedi
Errata corrige: contrariamente a quanto riportato in precedenza la via Leila alla Cima Cason de Formin (Croda da Lago, Dolomiti) non è una via nuova ma una variante bassa (5 lunghezze) della via Leber Kenedi aperta nel 1990 da Federico Michielli e Michele Da Pozzo.
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Il tracciato della variante Leila alla via Leber Kenedi al Cason de Formin (Croda da Lago, Dolomiti).
Enrico Maioni
Contrariamente a quanto riportato nella news di venerdì scorso la Via Leila non è una via nuova. Si tratta, invece, di una via autonoma per più di metà (5 lunghezze) che poi si innesta e segue la via Leber Kenedi aperta nel 1990 da Federico Michielli e Michele Da Pozzo. La segnalazione ci è arrivata via web da un lettore che precisava che “la via Leila ricalca quasi totalmente la via Leber Kenedi”. Ovvio che ci attivassimo immediatamente per saperne di più. Ed in particolare che ciò avvenisse attraverso Enrico Maioni, guida alpina di Cortina e autore dell’articolo. Quello che è emerso, della variante ma anche di come sia accaduto il tutto, ce lo racconta lui stesso. Ma prima di lasciarvi al suo report, vorremmo fare una considerazione. Da una parte questo episodio ha confermato ancora una volta la potenza del web (e la “sapienza collettiva” delle sue community). Dall'altra, se volete, ci ha fatto pensare non solo a quanto servissero quei libretti grigi - alias le guide CAI TCI dei Monti d'Italia, ahimè ormai date per “morte” - ma anche al lavoro enorme dei loro curatori per “mappare” il più completamente ed esattamente possibile le nostre pareti e montagne. Per questo ringraziamo quanti ci segnalano inesattezze o quant'altro, naturalmente scusandoci per esse. Ci aiutano nel nostro lavoro. Come ci aiutano moltissimo quanti con competenza, come Enrico Maioni, nel darci le notizie sono mossi solo dalla passione per le proprie montagne.
Via Leber Kenedi
Effettivamente, come segnalato a Planetmountain, nel 1990 Federico Michielli e Michele Da Pozzo aprirono sul Cason de Formin la via Leber Kenedi. Questa via attacca la parete sul punto più basso, subito a sinistra del camino iniziale della via Alverà-Menardi e decisamente più a destra dell’itinerario aperto da Zanettin e compagni, in prossimità di un diedro molto aperto. Il percorso presenta difficoltà nettamente superiori alla via Leila e si sviluppa su roccia molto bella. Superata la parte più impegnativa della parete, la via Leber Kenedi si porta sullo spigolo di sinistra, che segue fino al suo termine.
I primi salitori usarono pochi chiodi e lasciarono in parete soltanto quelli delle soste. Nella parte superiore della via non usarono chiodi per le soste, ma utilizzarono clessidre e protezioni veloci. Onore al merito dunque, e grazie a chi ci ha segnalato una via degna di nota ma purtroppo sconosciuta ai più. Prossimamente, appena riusciremo a reperire una relazione dettagliata, la inoltreremo a PlanetMountain per la pubblicazione.
Via Leila ovvero la Variante bassa della Via Leber Kenedi
Come già scritto nell’articolo precedente, a fine giugno del 2012 Giovanni Zanettin individua sulla parete una possibile linea per tracciare un nuovo itinerario. Va detto che prima di intraprendere la salita Giovanni si era informato con gli amici e con i colleghi cortinesi sull’eventuale esistenza di un’altra via in prossimità della linea da lui scelta, ma nessuna delle persone con cui ha parlato è a conoscenza della via Leber Kenedi. Quando questa fu aperta Zanettin aveva otto anni, e naturalmente non può ricordarsi di quella salita, recensita su una rivista di ventun anni fa che non tutti hanno sottomano.
Dunque Giovanni e compagni portano a termine il loro intento, terminano la salita senza trovare tracce di altri passaggi e soddisfatti se ne tornano felici a casa, inconsci di aver ripercorso, nella parte superiore, le orme di Michielli e Da Pozzo: alla fine del quinto tiro, infatti, la loro via si unisce infatti alla via Leber Kenedi, che segue negli ultimi quattro tiri (vedi foto con i tracciati).
In conclusione
Ieri, informato di quanto successo, Giovanni Zanettin ha subito contattato Michele Da Pozzo (Federico Michielli è attualmente all’estero) offrendosi ti togliere gli spit ora presenti sul percorso, ma Da Pozzo però non ritiene necessaria questa azione.
Tutto è stato fatto in buona fede, e possiamo considerare la via Leila una variante alla via Leber Kenedi. Zanettin e Michielli fanno ambedue parte del Gruppo Guide Cortina, e non era certo intenzione di Giovanni fare un torto all’amico Federico. Anch’io faccio parte dello stesso gruppo di guide, ed ho creduto di fare una cosa buona scrivendo alcune righe per informare i lettori a proposito di nuove possibilità di scalata.
Enrico Maioni
Via Leber Kenedi
Effettivamente, come segnalato a Planetmountain, nel 1990 Federico Michielli e Michele Da Pozzo aprirono sul Cason de Formin la via Leber Kenedi. Questa via attacca la parete sul punto più basso, subito a sinistra del camino iniziale della via Alverà-Menardi e decisamente più a destra dell’itinerario aperto da Zanettin e compagni, in prossimità di un diedro molto aperto. Il percorso presenta difficoltà nettamente superiori alla via Leila e si sviluppa su roccia molto bella. Superata la parte più impegnativa della parete, la via Leber Kenedi si porta sullo spigolo di sinistra, che segue fino al suo termine.
I primi salitori usarono pochi chiodi e lasciarono in parete soltanto quelli delle soste. Nella parte superiore della via non usarono chiodi per le soste, ma utilizzarono clessidre e protezioni veloci. Onore al merito dunque, e grazie a chi ci ha segnalato una via degna di nota ma purtroppo sconosciuta ai più. Prossimamente, appena riusciremo a reperire una relazione dettagliata, la inoltreremo a PlanetMountain per la pubblicazione.
Via Leila ovvero la Variante bassa della Via Leber Kenedi
Come già scritto nell’articolo precedente, a fine giugno del 2012 Giovanni Zanettin individua sulla parete una possibile linea per tracciare un nuovo itinerario. Va detto che prima di intraprendere la salita Giovanni si era informato con gli amici e con i colleghi cortinesi sull’eventuale esistenza di un’altra via in prossimità della linea da lui scelta, ma nessuna delle persone con cui ha parlato è a conoscenza della via Leber Kenedi. Quando questa fu aperta Zanettin aveva otto anni, e naturalmente non può ricordarsi di quella salita, recensita su una rivista di ventun anni fa che non tutti hanno sottomano.
Dunque Giovanni e compagni portano a termine il loro intento, terminano la salita senza trovare tracce di altri passaggi e soddisfatti se ne tornano felici a casa, inconsci di aver ripercorso, nella parte superiore, le orme di Michielli e Da Pozzo: alla fine del quinto tiro, infatti, la loro via si unisce infatti alla via Leber Kenedi, che segue negli ultimi quattro tiri (vedi foto con i tracciati).
In conclusione
Ieri, informato di quanto successo, Giovanni Zanettin ha subito contattato Michele Da Pozzo (Federico Michielli è attualmente all’estero) offrendosi ti togliere gli spit ora presenti sul percorso, ma Da Pozzo però non ritiene necessaria questa azione.
Tutto è stato fatto in buona fede, e possiamo considerare la via Leila una variante alla via Leber Kenedi. Zanettin e Michielli fanno ambedue parte del Gruppo Guide Cortina, e non era certo intenzione di Giovanni fare un torto all’amico Federico. Anch’io faccio parte dello stesso gruppo di guide, ed ho creduto di fare una cosa buona scrivendo alcune righe per informare i lettori a proposito di nuove possibilità di scalata.
Enrico Maioni
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