La Cassin al Badile per Marco Anghileri
Marco Anghileri e la salita della mitica via Cassin alla parete Nord-Est del Pizzo Badile
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Pizzo Badile, Val Porcellizzo
archivio Marco Anghileri
Chissà se facciamo bene a pubblicare questi racconti di salite che non sono né una "prima" né degli exploit unici? A dire il vero la domanda non ce la poniamo noi, che da tempo o meglio da sempre (ve ne siete accorti?) le ricerchiamo. Piuttosto ce lo domandano gli alpinisti - amici a cui, di volta in volta, chiediamo di raccontarcele. Siete sicuri che interessi una cosa così... non è certo un'impresa... è quello che in molti, titubanti e perplessi, ci domandano. Fatto sta che a volte, insistendo un po', questi récit d'ascension arrivano. E a noi sembrano sempre belli, intensi ed anche interessanti. Ci sembra che restituiscano una parte fondamentale di quell'andare per monti che parla di bellezza, di passione e anche di felicità. Forse abbiamo bisogno di questo respiro. Sentiamo la necessità, tra tante incredibili e bellissime imprese che pubblichiamo, e purtroppo anche tra tante disgrazie, di parlare anche di queste salite "normali" e bellissime. Di giorni sereni, senza ansia di prestazioni, senza incidenti e lotte. Questo poi è anche un modo per ricordare chi su quelle montagne e su quelle vie ha scritto grandi storie, se non la storia stessa dell'alpinismo. Ed è un modo per ricordare, per ricordarci, che l'alpinismo, l'arrampicata, è una passione (una "malattia" dicono alcuni) da vivere in tutte le sue dimensioni. E' un regalo che ci facciamo! Come quello che si è fatto Marco Anghileri che, quasi per caso, s'è ritrovato sulla Cassin alla Est del Badile. Per lui è stata (incredibilmente) la prima volta. Era solo (in mezzo a molte altre cordate) ed è stato inconsapevolmente velocissimo... ma non vi diciamo quanto veloce però... perché questo non è il racconto di un exploit.
FACCIAMOCI UN REGALO! di Marco Anghileri
Martedì 20 agosto, in piena notte mi ritrovo accucciato sul lavabo del bagno a tirar su l’anima! Dio che sofferenza ad ogni conato! Provo a sdraiarmi per cercare di dormire ma... idem come prima. Verso mattina stessa situazione ed in giornata mi accompagna una spiacevole sensazione di malessere generale e rincoglionimento profondo!
“Eh no cazzo! Proprio adesso no!!” Dal 25 giugno, dal giro sulle 5 Bonatti nel lecchese non son più riuscito a far niente. Solo qualche toccata/fuga al rifugio Brioschi in Grignone o qualche tiro al Nibbio, unica falesia frequentata nell’ultimo mese, ma di belle giornate vissute in montagna purtroppo zero e la cosa mi manca troppo! Questa estate è un continuo districarmi fra impegni, problemi ed imprevisti che giorno dopo giorno occupano il tempo ma soprattutto, cosa ben peggiore, occupano i pensieri ed appesantiscono la mente!
Ed ora? Ora che son quasi riuscito ad organizzarmi per rubare la giornata di domani e far qualcosa che non sia Grignone o Nibbio... mi ritrovo in piena notte a star male, “mamma che rabbia!” Ma domani dev’essere domani! E’ un po’ di giorni che mi dico che mercoledì prendo il giorno e così dev’essere. Peggio di un bambino che aspetta il Natale, gli han detto che il 25 dicembre è Natale e, cascasse il mondo, il 25 dicembre è quello... e per me domani non è 25 ma sarà un 25, voglio farmi un regalo!
Mi sento uno zombie, la notte insonne stando male non è passata indenne. Trascorro la giornata fra un impegno e l’altro cercando però di pensare cosa, dove e soprattutto se fare qualcosa l’indomani. A volte ho la sensazione che vorrei spaccare il mondo facendo di tutto e di più, poco dopo mi sento la fiacchezza addosso ed i progetti si placano!
“ Ecco. Trovato. Ho deciso: un bel regalo!” Una parete, una via, un must, che, incredibile ma vero, non ho ancora avuto il piacere di salire! Vuoi perché spesso avevo notizie di tanta, troppa frequentazione - e la cosa non mi fa impazzire -, vuoi perché in anni di transito per quella dogana mi han quasi sempre fermato per controllo - altra cosa che non mi fa impazzire -, vuoi perché se non ci si vuole sorbire una lunghissima camminata di rientro o un’antipatica discesa per spigolo c’è il problema logistico del recupero dell’auto - anche questo non mi fa impazzire -….oppure chissà per quale altro motivo?, fatto sta che la famosissima Cassin al Badile non l’avevo ancora percorsa! Mescolando le carte fra la curiosità di conoscere una via estremamente affascinante ed il mio stato che spegne i pensieri per altre mete più impegnative, velocemente mi entusiasmo all’idea d’approfittare dell’occasione per riempire una “lacuna” disarmante!
Nel pomeriggio decine di telefonate ed sms alla ricerca del socio giusto che abbia voglia di condividere una bella giornata in montagna! L’orario ormai avanzato, la data, ed anche la proposta Lecco-Badile-Giannetti-Porcellizzo-Trubinasca-Lecco non stop (perché ho voglia di riempirla bene la giornata che mi prendo) ovviamente non aiutano la ricerca! Paradossalmente ricevo proposte per il giovedì, alcune di esse anche molto allettanti e sulla carta decisamente più di moda, attuali, allenanti e perché no? per chi pensa anche a certe menate, di maggior prestigio; forse un socio verrebbe il giovedì a fare quello che gli ho proposto, ma come per quel bambino che aspetta Natale, ormai ho deciso che per me il 25 sarà domani…e allora rifiuto categoricamente il solo pensiero di spostare gli impegni del giovedì e far slittare la giornata in montagna (cosa forse più saggia visto il malessere!). Ad ogni risposta “no grazie, al Badile non mi interessa..!” inversamente proporzionale accresce in me la consapevolezza che domani, in ogni caso, mi farò un regalo…andrò in montagna per un giorno intero!
E’ tarda sera in chiusura del mio ristorante ai Resinelli e saluto gli ultimi clienti/amici pensando al da farsi! Spiazzato dalle risposte e preso dal lavoro ormai da alcune ore ho smesso di cercare il socio per il domani che poi, vista l’ora tirata, sarebbe già oggi! Son stanco, decisamente stanco e scendo in auto verso Lecco. Sui tornanti splende la luna, una luna piena che crea dei giochi meravigliosi di luci ed ombre sulle montagne di casa! “Splendido!” per un attimo penso di andare subito da qualche parte, sembra che la stanchezza sia svanita d’improvviso. “Ma andare dove? In Grignone che con la piena mi piace moltissimo? Però dopo sarei assonnato per tutto il giorno e forse non ne vale la pena visto che voglio regalarmi una giornata, la sentirei sciupata! Andar distante ora sarebbe pericoloso perché passato l’entusiasmo del momento avvertirei sonno e palpebre pesanti e la cosa non è buona! E allora?!” Andar a dormire, questa unica soluzione in una vigilia di giornata che...
Poche, ma veramente poche ore dopo mi sveglio d’improvviso! E’notte fonda, fuori è buio, la luna è ancora alta! Mi sento rincoglionito ma non paziente, non ho voglia d’aspettare, ho voglia di montagna, ne ho voglia oggi, il regalo! Metto su il caffè e penso a possibili mete. In breve, l’idea di soddisfare la curiosità della Cassin forse vince su tutto, anche sui buoni propositi che mi ero fatto poche ore prima... “Son stato male, non ho dormito, son stanco, ho voglia di scalare ma... NO! da solo no, farò dell’altro!” e invece...
E’ tanto tempo che non parto per un posto nuovo oppure da me poco frequentato, una bellissima sensazione mi accompagna. Sinceramente non avendo preso appuntamenti con nessuno mi sento pienamente libero di fare tutto ciò che voglio, di andare in montagna come più mi aggrada e scegliere qualsiasi destinazione, sia questa il Badile o anche il niente... in base alle voglie! Sono ancora assonnato e fatico un po’ nel mettere a fuoco cosa potrebbe servirmi in caso dovessi scegliere di andare al Badile: mangiare? bere? zaino piccolo o medio? una corda per scendere oppure non serve? Vestiti? etc... Scendo in cantina e per farla breve caccio di tutto un po’ nel primo zaino a portata di mano e mi avvio, “ci penserò in viaggio non è un problema! Destinazione? Ormai è ora di decidere... Massì ok! vada per il Badile!!”
In dogana neanche mi guardano e penso che oggi c’è qualcosa di diverso. Raggiungo il parcheggio a Laret che è ancora buio, la frontale presa di fretta in cantina ha le pile completamente scariche ma poco male, ancora un po’ di sonno fa bene! Venuta la luce e dopo una bellissima ma sofferta camminata causa gambe flaccide e molli (credo per postumi nottata precedente) raggiungo la capanna Sass Furà dove la cordiale e simpatica Daniela intuisce dal mio viso la necessità di un bel caffè all’italiana e con estrema gentilezza prepara una bella moka. Quattro chiacchiere, alcune risposte alle sue domande sul mio programma e l’apprezzato caffè mi fanno uscire dal rifugio un poco ripreso.
Come potevo ben immaginare troverò gente, forse molta gente, la cosa mi fa un po’ pensare. Salendo in un meraviglioso ambiente verso il Badile, cerco di entrare con la testa in quello che sto facendo. Le gambe ancora molli, la poca reattività e la mente un po’ assonnata non mi aiutano a sentirmi sul pezzo, sembra d’esser un po’ immerso in una bolla che mi fa sentire quasi staccato dalla realtà. Il tutto mi spinge a riflettere che in fondo oggi il regalo è andare in montagna e forse potrei valutare lo spigolo, che, anche se già fatto, mi farà comunque godere di una bella giornata.
Poco dopo, mangio una banana, bevo qualcosa e, senza neanche pensarci, lascio alla mia destra il bellissimo spigolo già super frequentato e scendo in cengia verso la Cassin, anche lei alla mia vista molto bella ed oggi decisamente frequentata. Scorgo gente ovunque, dai primi tiri fino a metà parete. “Mmmmhhh!!...”!
All’attacco prendo tempo illuminato da uno splendido e caldo sole... Penso a tutte le volte che ho rifiutato l’invito d’amici per la non voglia di trovar coda ed ora son qui in una giornata delle più frequentate. Osservando per bene il panorama e sonnecchiando leggermente penso un altro po’ al da farsi. Cambiare destinazione ora come ora non sarebbe un problema, ma quella strana sensazione di inerzia che mi ha portato fin qui, lentamente mi fa sistemare lo zaino ed indossare le scarpette, anche queste cacciate dentro alla rinfusa in cantina come la frontale e sbagliate perché gemelle di un altro paio molto più adatto a non infastidire la dolorosa ciste formatasi da tempo sul piede destro. “Vabbè, darà fastidio e ci starò attento perchè so già che scalerò male e poco disinvolto, ma non è un problema!”
Impiego un po’ ad abituarmi alla scalata con lo zaino, generalmente quando scalo slegato non lo porto mai e sinceramente non lo sopporto! Ma oggi è una giornata un po’ così, un po’ diversa dal solito. Anch’io mi sento un po’ diverso dal solito non ascoltando, come faccio spesso, la pazienza, i buoni propositi, la stanchezza, le mie abitudini, etc etc….e allora mi va bene un po’ tutto, niente è un problema, anche lo zaino e le comodità che ho voluto portami. In fondo oggi non è il 25 ma è come il 25 e la giornata è nata per farmi un regalo, semplicemente lo stare in giro in montagna.
Incrocio subito altre cordate che già si stanno accavallando fra loro. Sicuramente per un solitario non è cosa bella trovare gente sui tiri perché non riesci mai ad entrare in "bolla" come vorresti, ma sono certo che anche per chi è legato non è cosa bella trovarsi a fianco uno completamente slegato, chiedo scusa a tutti quanti se mai son stati disturbati dalla mia presenza. Tedeschi, francesi, svizzeri, e poco dopo italiani. Che bello vedere dei giovani ragazzi alle prese con queste belle vie storiche e che costano un po’ di fatica; addirittura che bello vedere una ragazza con tanto di zaino, bello pieno, impegnata da prima di cordata! - Lorenz, Cristina and company se non ricordo male! - Bravi ragazzi.
Il primo bivacco Cassin, il nevaio, la fessura… salgo incontrando altre cordate e, un po’ per cercare di non infastidire, un po’ per non essere in mezzo a corde che in caso di un’eventuale caduta di un componente della cordata sarei in grave pericolo anch'io, ed un po’ per il mio stato di rincoglionimento che non smaltisco, non mi accorgo veramente che sto arrampicando e della scalata che sto effettuando. A metà via, con gran sorpresa, incontro un caro e forte amico di Lecco fermo ad aspettare il suo turno. Due chiacchiere veloci con lui, un po’ di gente sopra e sotto, alcune corde che scorrono ed in quell’attimo ho quasi l’impressione d’essere anch'io legato a qualcuno e di far parte di un’unica e lunga cordata. Strana sensazione davvero! Addirittura tra una cordata che supero e l’altra i miei pensieri vanno spesso a ricordare ed immaginare i primi due salitori solitari di questa via, Hermann Buhl nel lontano 1952 e mio padre nel 1964, cercando di carpire come avessero potuto effettuare a quell’epoca una cosa così incredibile, e molto spesso mi sembra quasi di vederli in fianco a me mentre superano gli stessi passaggi. Ho la sensazione di essere legato insieme a loro e di parlarci... altra strana ed incredibile sensazione!
L’ambiente intorno è fantastico, sole, caldo, cielo azzurro, il profilo bianco di ghiaccio che vedevo sullo spigolo dovrebbe essersi sciolto! Non ho nulla che possa disturbarmi! Una situazione in netto contrasto alla disgrazia avvenuta nei giorni della prima salita effettuata da Cassin, Ratti, Esposito, Molteni e Valsecchi dal 14 al 16 luglio 1937 con la tragica scomparsa di questi ultimi due per sfinimento dopo una notte di bufera!
Più avanti è tutto un divenire di splendidi e secondo me non così banali passaggi come a volte ho sentito dire, fino a quando all’inizio del camino terminale, dopo un’ultima battuta avuta con una ragazza svizzera che vedendomi arrivare un po’ veloce ma con zaino e imbrago infilato credeva fossi legato e con tono un po’ burbero non voleva farsi superare, ho finalmente staccato il cervello da tutte quelle corde e cordate assaporando il feeling giusto ed ideale di quando me ne vado a scalare da solo e... uallà, senza quasi rendermene conto, in brevissimo tempo mi son trovato in cima a condividere alcune foto con dei simpatici ragazzi saliti dalla normale!
Sfilato lo zaino dalle spalle e levatomi le scarpette me ne sto tranquillo e beato a gustare il bellissimo panorama. Il rincoglionimento non passa e guardando giù verso la nord-est non mi rendo conto e forse non ricordo neanche tutta la via appena salita. E’ vero, sono in cima al Badile ma in questa giornata un po’ diversa dal solito, camminare, arrampicare o sostare per me non fa molta differenza, sono tutte componenti di un’unica grande ed importante azione, andare in montagna!
La veloce discesa arrampicando per la via normale, il piacevole incontro con un altro fortissimo amico e guida alpina che con cliente tornava alla Giannetti dopo la salita per la normale, il piacere di un caffè ed un saluto ai gestori del rifugio, la risalita al Passo Parcellizzo, allungata di un’oretta abbondante fra sali e scendi essendomi prima ritrovato nel mio rincoglionimento al colle della punta Torelli, la discesa nella meravigliosa e selvaggia val Codera, l’incontro al bivacco Pedroni con Vittorino, un ragazzo che per l’indomani sogna di trovare il piacere che spinge tutti noi appassionati a vivere la montagna, il superamento del passo Trubinasca ed il lungo tragitto contornato da splendidi ambienti verso il Sass Furà, fanno parte integrante e conclusiva di una splendida, semplice, un po’ diversa giornata in cui ho avuto voglia, veramente voglia, di prendermi il mio tempo e concedermi un regalo…andare in montagna… “che bel regalo!”
Buona montagna e buon 25 (ad ognuno il suo) a tutti quanti!
Marco Anghileri
FACCIAMOCI UN REGALO! di Marco Anghileri
Martedì 20 agosto, in piena notte mi ritrovo accucciato sul lavabo del bagno a tirar su l’anima! Dio che sofferenza ad ogni conato! Provo a sdraiarmi per cercare di dormire ma... idem come prima. Verso mattina stessa situazione ed in giornata mi accompagna una spiacevole sensazione di malessere generale e rincoglionimento profondo!
“Eh no cazzo! Proprio adesso no!!” Dal 25 giugno, dal giro sulle 5 Bonatti nel lecchese non son più riuscito a far niente. Solo qualche toccata/fuga al rifugio Brioschi in Grignone o qualche tiro al Nibbio, unica falesia frequentata nell’ultimo mese, ma di belle giornate vissute in montagna purtroppo zero e la cosa mi manca troppo! Questa estate è un continuo districarmi fra impegni, problemi ed imprevisti che giorno dopo giorno occupano il tempo ma soprattutto, cosa ben peggiore, occupano i pensieri ed appesantiscono la mente!
Ed ora? Ora che son quasi riuscito ad organizzarmi per rubare la giornata di domani e far qualcosa che non sia Grignone o Nibbio... mi ritrovo in piena notte a star male, “mamma che rabbia!” Ma domani dev’essere domani! E’ un po’ di giorni che mi dico che mercoledì prendo il giorno e così dev’essere. Peggio di un bambino che aspetta il Natale, gli han detto che il 25 dicembre è Natale e, cascasse il mondo, il 25 dicembre è quello... e per me domani non è 25 ma sarà un 25, voglio farmi un regalo!
Mi sento uno zombie, la notte insonne stando male non è passata indenne. Trascorro la giornata fra un impegno e l’altro cercando però di pensare cosa, dove e soprattutto se fare qualcosa l’indomani. A volte ho la sensazione che vorrei spaccare il mondo facendo di tutto e di più, poco dopo mi sento la fiacchezza addosso ed i progetti si placano!
“ Ecco. Trovato. Ho deciso: un bel regalo!” Una parete, una via, un must, che, incredibile ma vero, non ho ancora avuto il piacere di salire! Vuoi perché spesso avevo notizie di tanta, troppa frequentazione - e la cosa non mi fa impazzire -, vuoi perché in anni di transito per quella dogana mi han quasi sempre fermato per controllo - altra cosa che non mi fa impazzire -, vuoi perché se non ci si vuole sorbire una lunghissima camminata di rientro o un’antipatica discesa per spigolo c’è il problema logistico del recupero dell’auto - anche questo non mi fa impazzire -….oppure chissà per quale altro motivo?, fatto sta che la famosissima Cassin al Badile non l’avevo ancora percorsa! Mescolando le carte fra la curiosità di conoscere una via estremamente affascinante ed il mio stato che spegne i pensieri per altre mete più impegnative, velocemente mi entusiasmo all’idea d’approfittare dell’occasione per riempire una “lacuna” disarmante!
Nel pomeriggio decine di telefonate ed sms alla ricerca del socio giusto che abbia voglia di condividere una bella giornata in montagna! L’orario ormai avanzato, la data, ed anche la proposta Lecco-Badile-Giannetti-Porcellizzo-Trubinasca-Lecco non stop (perché ho voglia di riempirla bene la giornata che mi prendo) ovviamente non aiutano la ricerca! Paradossalmente ricevo proposte per il giovedì, alcune di esse anche molto allettanti e sulla carta decisamente più di moda, attuali, allenanti e perché no? per chi pensa anche a certe menate, di maggior prestigio; forse un socio verrebbe il giovedì a fare quello che gli ho proposto, ma come per quel bambino che aspetta Natale, ormai ho deciso che per me il 25 sarà domani…e allora rifiuto categoricamente il solo pensiero di spostare gli impegni del giovedì e far slittare la giornata in montagna (cosa forse più saggia visto il malessere!). Ad ogni risposta “no grazie, al Badile non mi interessa..!” inversamente proporzionale accresce in me la consapevolezza che domani, in ogni caso, mi farò un regalo…andrò in montagna per un giorno intero!
E’ tarda sera in chiusura del mio ristorante ai Resinelli e saluto gli ultimi clienti/amici pensando al da farsi! Spiazzato dalle risposte e preso dal lavoro ormai da alcune ore ho smesso di cercare il socio per il domani che poi, vista l’ora tirata, sarebbe già oggi! Son stanco, decisamente stanco e scendo in auto verso Lecco. Sui tornanti splende la luna, una luna piena che crea dei giochi meravigliosi di luci ed ombre sulle montagne di casa! “Splendido!” per un attimo penso di andare subito da qualche parte, sembra che la stanchezza sia svanita d’improvviso. “Ma andare dove? In Grignone che con la piena mi piace moltissimo? Però dopo sarei assonnato per tutto il giorno e forse non ne vale la pena visto che voglio regalarmi una giornata, la sentirei sciupata! Andar distante ora sarebbe pericoloso perché passato l’entusiasmo del momento avvertirei sonno e palpebre pesanti e la cosa non è buona! E allora?!” Andar a dormire, questa unica soluzione in una vigilia di giornata che...
Poche, ma veramente poche ore dopo mi sveglio d’improvviso! E’notte fonda, fuori è buio, la luna è ancora alta! Mi sento rincoglionito ma non paziente, non ho voglia d’aspettare, ho voglia di montagna, ne ho voglia oggi, il regalo! Metto su il caffè e penso a possibili mete. In breve, l’idea di soddisfare la curiosità della Cassin forse vince su tutto, anche sui buoni propositi che mi ero fatto poche ore prima... “Son stato male, non ho dormito, son stanco, ho voglia di scalare ma... NO! da solo no, farò dell’altro!” e invece...
E’ tanto tempo che non parto per un posto nuovo oppure da me poco frequentato, una bellissima sensazione mi accompagna. Sinceramente non avendo preso appuntamenti con nessuno mi sento pienamente libero di fare tutto ciò che voglio, di andare in montagna come più mi aggrada e scegliere qualsiasi destinazione, sia questa il Badile o anche il niente... in base alle voglie! Sono ancora assonnato e fatico un po’ nel mettere a fuoco cosa potrebbe servirmi in caso dovessi scegliere di andare al Badile: mangiare? bere? zaino piccolo o medio? una corda per scendere oppure non serve? Vestiti? etc... Scendo in cantina e per farla breve caccio di tutto un po’ nel primo zaino a portata di mano e mi avvio, “ci penserò in viaggio non è un problema! Destinazione? Ormai è ora di decidere... Massì ok! vada per il Badile!!”
In dogana neanche mi guardano e penso che oggi c’è qualcosa di diverso. Raggiungo il parcheggio a Laret che è ancora buio, la frontale presa di fretta in cantina ha le pile completamente scariche ma poco male, ancora un po’ di sonno fa bene! Venuta la luce e dopo una bellissima ma sofferta camminata causa gambe flaccide e molli (credo per postumi nottata precedente) raggiungo la capanna Sass Furà dove la cordiale e simpatica Daniela intuisce dal mio viso la necessità di un bel caffè all’italiana e con estrema gentilezza prepara una bella moka. Quattro chiacchiere, alcune risposte alle sue domande sul mio programma e l’apprezzato caffè mi fanno uscire dal rifugio un poco ripreso.
Come potevo ben immaginare troverò gente, forse molta gente, la cosa mi fa un po’ pensare. Salendo in un meraviglioso ambiente verso il Badile, cerco di entrare con la testa in quello che sto facendo. Le gambe ancora molli, la poca reattività e la mente un po’ assonnata non mi aiutano a sentirmi sul pezzo, sembra d’esser un po’ immerso in una bolla che mi fa sentire quasi staccato dalla realtà. Il tutto mi spinge a riflettere che in fondo oggi il regalo è andare in montagna e forse potrei valutare lo spigolo, che, anche se già fatto, mi farà comunque godere di una bella giornata.
Poco dopo, mangio una banana, bevo qualcosa e, senza neanche pensarci, lascio alla mia destra il bellissimo spigolo già super frequentato e scendo in cengia verso la Cassin, anche lei alla mia vista molto bella ed oggi decisamente frequentata. Scorgo gente ovunque, dai primi tiri fino a metà parete. “Mmmmhhh!!...”!
All’attacco prendo tempo illuminato da uno splendido e caldo sole... Penso a tutte le volte che ho rifiutato l’invito d’amici per la non voglia di trovar coda ed ora son qui in una giornata delle più frequentate. Osservando per bene il panorama e sonnecchiando leggermente penso un altro po’ al da farsi. Cambiare destinazione ora come ora non sarebbe un problema, ma quella strana sensazione di inerzia che mi ha portato fin qui, lentamente mi fa sistemare lo zaino ed indossare le scarpette, anche queste cacciate dentro alla rinfusa in cantina come la frontale e sbagliate perché gemelle di un altro paio molto più adatto a non infastidire la dolorosa ciste formatasi da tempo sul piede destro. “Vabbè, darà fastidio e ci starò attento perchè so già che scalerò male e poco disinvolto, ma non è un problema!”
Impiego un po’ ad abituarmi alla scalata con lo zaino, generalmente quando scalo slegato non lo porto mai e sinceramente non lo sopporto! Ma oggi è una giornata un po’ così, un po’ diversa dal solito. Anch’io mi sento un po’ diverso dal solito non ascoltando, come faccio spesso, la pazienza, i buoni propositi, la stanchezza, le mie abitudini, etc etc….e allora mi va bene un po’ tutto, niente è un problema, anche lo zaino e le comodità che ho voluto portami. In fondo oggi non è il 25 ma è come il 25 e la giornata è nata per farmi un regalo, semplicemente lo stare in giro in montagna.
Incrocio subito altre cordate che già si stanno accavallando fra loro. Sicuramente per un solitario non è cosa bella trovare gente sui tiri perché non riesci mai ad entrare in "bolla" come vorresti, ma sono certo che anche per chi è legato non è cosa bella trovarsi a fianco uno completamente slegato, chiedo scusa a tutti quanti se mai son stati disturbati dalla mia presenza. Tedeschi, francesi, svizzeri, e poco dopo italiani. Che bello vedere dei giovani ragazzi alle prese con queste belle vie storiche e che costano un po’ di fatica; addirittura che bello vedere una ragazza con tanto di zaino, bello pieno, impegnata da prima di cordata! - Lorenz, Cristina and company se non ricordo male! - Bravi ragazzi.
Il primo bivacco Cassin, il nevaio, la fessura… salgo incontrando altre cordate e, un po’ per cercare di non infastidire, un po’ per non essere in mezzo a corde che in caso di un’eventuale caduta di un componente della cordata sarei in grave pericolo anch'io, ed un po’ per il mio stato di rincoglionimento che non smaltisco, non mi accorgo veramente che sto arrampicando e della scalata che sto effettuando. A metà via, con gran sorpresa, incontro un caro e forte amico di Lecco fermo ad aspettare il suo turno. Due chiacchiere veloci con lui, un po’ di gente sopra e sotto, alcune corde che scorrono ed in quell’attimo ho quasi l’impressione d’essere anch'io legato a qualcuno e di far parte di un’unica e lunga cordata. Strana sensazione davvero! Addirittura tra una cordata che supero e l’altra i miei pensieri vanno spesso a ricordare ed immaginare i primi due salitori solitari di questa via, Hermann Buhl nel lontano 1952 e mio padre nel 1964, cercando di carpire come avessero potuto effettuare a quell’epoca una cosa così incredibile, e molto spesso mi sembra quasi di vederli in fianco a me mentre superano gli stessi passaggi. Ho la sensazione di essere legato insieme a loro e di parlarci... altra strana ed incredibile sensazione!
L’ambiente intorno è fantastico, sole, caldo, cielo azzurro, il profilo bianco di ghiaccio che vedevo sullo spigolo dovrebbe essersi sciolto! Non ho nulla che possa disturbarmi! Una situazione in netto contrasto alla disgrazia avvenuta nei giorni della prima salita effettuata da Cassin, Ratti, Esposito, Molteni e Valsecchi dal 14 al 16 luglio 1937 con la tragica scomparsa di questi ultimi due per sfinimento dopo una notte di bufera!
Più avanti è tutto un divenire di splendidi e secondo me non così banali passaggi come a volte ho sentito dire, fino a quando all’inizio del camino terminale, dopo un’ultima battuta avuta con una ragazza svizzera che vedendomi arrivare un po’ veloce ma con zaino e imbrago infilato credeva fossi legato e con tono un po’ burbero non voleva farsi superare, ho finalmente staccato il cervello da tutte quelle corde e cordate assaporando il feeling giusto ed ideale di quando me ne vado a scalare da solo e... uallà, senza quasi rendermene conto, in brevissimo tempo mi son trovato in cima a condividere alcune foto con dei simpatici ragazzi saliti dalla normale!
Sfilato lo zaino dalle spalle e levatomi le scarpette me ne sto tranquillo e beato a gustare il bellissimo panorama. Il rincoglionimento non passa e guardando giù verso la nord-est non mi rendo conto e forse non ricordo neanche tutta la via appena salita. E’ vero, sono in cima al Badile ma in questa giornata un po’ diversa dal solito, camminare, arrampicare o sostare per me non fa molta differenza, sono tutte componenti di un’unica grande ed importante azione, andare in montagna!
La veloce discesa arrampicando per la via normale, il piacevole incontro con un altro fortissimo amico e guida alpina che con cliente tornava alla Giannetti dopo la salita per la normale, il piacere di un caffè ed un saluto ai gestori del rifugio, la risalita al Passo Parcellizzo, allungata di un’oretta abbondante fra sali e scendi essendomi prima ritrovato nel mio rincoglionimento al colle della punta Torelli, la discesa nella meravigliosa e selvaggia val Codera, l’incontro al bivacco Pedroni con Vittorino, un ragazzo che per l’indomani sogna di trovare il piacere che spinge tutti noi appassionati a vivere la montagna, il superamento del passo Trubinasca ed il lungo tragitto contornato da splendidi ambienti verso il Sass Furà, fanno parte integrante e conclusiva di una splendida, semplice, un po’ diversa giornata in cui ho avuto voglia, veramente voglia, di prendermi il mio tempo e concedermi un regalo…andare in montagna… “che bel regalo!”
Buona montagna e buon 25 (ad ognuno il suo) a tutti quanti!
Marco Anghileri
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